A CURA DI MARCO BAY
 

il fascino antico
dei fiori da strada

Da sempre osservo la natura ai bordi delle strade, e da sempre questa natura spontanea è spunto per riflessioni. Una sorta di prezioso taccuino visivo, o meglio di un erbario stradale personale. Ogni stagione ha i suoi protagonisti, e anche questa estate, nonostante le temperature miti per le frequenti piogge, “regine” dei bordi strada erano le ombrellifere. Grande famiglia di erbacee annuali e biennali, che cresce ovunque secondo le varietà, dai prati in alta quota fino ai bordi del mare. Il nome, dal latino umbra, è un riferimento diretto alla tipica formazione delle infiorescenze a ombrella, semplice o composta. I fiori assomigliano a piccoli “parasoli” formati da steli fioriferi secondari che si dipartono da un fusto centrale, disponendosi a raggiera e allungandosi in modo da distribuire tutti i fiori allo stesso livello raccolti in ombrelle. Facilmente si distinguono svettare tra l’ondeggiare delle graminacee per l’effetto macramè dei fiori e per le loro foglie piumose poste alla base. Pochi vivai le coltivano, ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta tra: Ammi majus, Angelica archangelica, Angelica gigas, Anthriscus sylvestys ‘ravenswing’, Carum carvi (il cumino dei prati), Daucus carota (la più diffusa), Daucus gingidium (la carota delle scogliere) Foeniculm vulgare ‘Giant Bronze’, Ferula communis supera in altezza tranquillamente i 2 metri.

Anticamente Eschilo racconta che Prometeo rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini nascondendolo in un fusto di ferula. In giardino invece al riparo dal sole e/o dalla pioggia quali sono gli ombrelloni da ricordare? Interessanti quelli visti nell’allestimento fuori salone milanese di Paola Lenti e anche quelli su misura per dimensione e ricerca tessuti di Guido Toschi.

Con migliaia di ombrelloni gialli e blu, dal Giappone alla California, le installazioni artistiche di Christo sono “paesaggi cartolina” consolidati. La scorsa estate nel vivaio di Ciancavarè, specializzato in salvie e fiori della flora spontanea, ospite di Clemence l’aperitivo con vermentino ligure è stato servito con croccanti fiori di daucas carota fritti. Una vera delizia di profumi immersi nella natura incontaminata del luogo, con l’aquila reale che dominava incontrastata il cielo.