La genealogia delle rose, più che un albero, è una foresta di mangrovie. La Rosa gallica non fa eccezione e la genetica ha rivelato che è un incrocio tra una rosa delle Synstilae e una delle Cinnamomeae. La rosa specie, dai grandi fiori molto profumati, la coltivavano già gli antichi Romani e cresce ancora nei boschi di molte zone europee. Col nome di Rose de Provins, dal paese francese dove se ne ricavavano olî essenziali e acque profumate, R. gallica ‘Officinalis’ era la più diffusa durante il Medioevo. Alla fine del 600 cominciò per queste rose un lungo periodo di splendore, grazie agli olandesi che ne diffusero di nuove, nate da incroci ancora casuali, poiché le ibridazioni controllate arrivarono solo nel XIX secolo. Alla fine del 1700, per mezzo di Maria Antonietta queste rose divennero di moda in Francia. Monsieur François, vivaista parigino, aveva in catalogo 112 rose doppie, profumate, dai nomi evocativi come ‘Belle du monde’ e ‘Velours superbe’. Grazie al potere calmante dei loro petali freschi, la regina poteva dormire sonni tranquilli. Non a lungo, come la storia dirà. Fu poi la volta di Marie-Josèphe-Rose Tascher de La Pagerie, che al secondo matrimonio diventò l’imperatrice Joséphine Bonaparte. Le sue rose, coltivate nei giardini de La Malmaison, ritratte da Pierre-Joseph Redouté divennero immortali.

Delle 264 rose di Joséphine, 167 erano nuove varietà di Rosa gallica. Tra di esse c’era ‘Perle von Weissenstein’, la prima rosa tedesca ad avere un nome proprio. Da li in poi, gli ibridi di R. gallica tennero la scena per decenni, con i loro colori meravigliosi e cangianti, che andavano dal rosa tenero ai porpora bluastri. Jean-Pierre Vibert creò circa 600 rose, la maggioranza delle quali erano rose galliche. Nel 1828, il collezionista Desportes, nel suo Rosetum gallicum, ne aveva ben 1215 e in Francia si arrivò a più di 2500 nuovi ibridi di R. gallica. Oggi ne troviamo in commercio diverse decine, grazie al lavoro di recupero di musei e appassionati. Tra le sopravvissute, ’Empress Josephine’ merita un posto in giardino per il nome evocativo e per il forte profumo. Con colori tenui, rari tra le galliche, si possono trovare ‘Belle Isis’, ‘Duchesse d’Angoulême’ e ‘Clementine’. Tra i porpora, a volte scuri fino al viola più torbido, ci sono ‘Cardinal de Richelieu’, ‘Orpheline de Juillet’, ‘Velours pourpre’ e ‘Hector’. Alcuni ibridatori moderni sono tornati a lavorare con Rosa gallica. Davide Dalla Libera ha creato alcune varietà meravigliose, come ‘Mortalisatis’, viola scuro, e ‘Gesualdo da Venosa’, nelle tonalità del miele.

Elena Zanni

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