Il Museo dell’Ara Pacis è un’area espositiva di Roma che ospita l’Ara Pacis Augustae un altare a Roma dedicato a Pax, la dea romana della Pace. Progettato dall’architetto americano Richard Meier, il Museo dell’Ara Pacis si trova nel centro di Roma, vicino al Campidoglio e offre al visitatore, oltre al monumento romano, anche numerose mostre temporanee.

Ara Pacis Augustae

Durante l’impero Romano

L’Ara Pacis è stato costruita nel 9 a.C. per celebrare il ritorno a Roma di Augusto dalla Spagna e dalla Gallia dove aveva seguito una missione di pacificazione. Anticamente si trovava appena dietro palazzo di Montecitorio non lontano dal Tevere, per questo motivo subì diversi danni dall’acqua e dall’umidità. Successivamente, a causa dei detriti portati dal fiume, l’Ara Pacis venne circondata da un muro a scopo protettivo.

Ara Pacis usata come cava

Come molti altri monumenti venne successivamente depredata di molti marmi utilizzati poi per la costruzione di altri edifici. I resti dell’Ara Pacis furono riscoperti soltanto nel 1568 e venne poi ricostruita poco distante e restaurata. Molti reperti lasciarono Roma andando ad arricchire le collezioni degli Uffizi e del Louvre.

Riqualificazione tra 800 e 900 secolo e nascita del Museo dell’Ara Pacis

Nuovi scavi avvennero sia a metà 800 sia all’inizio del XX secolo finché nel 1909 la zona entrò a far parte del nuovo piano regolatore. Le prime idee riguardo la costruzione di un Museo dell’Ara Pacis per contenere non solo il monumento ma anche tutti i frammenti sparsi per il mondo risalgono alla vigilia del ventennio fascista.

Nel 1937 numerose demolizioni interessarono la zona e le varie opere di risistemazione e riqualificazione della zona furono affidate all’architetto Vittorio Ballio Morpurgo. L’architetto romano progettò una teca per contenere il monumento creando così il primo Museo dell’Ara Pacis. L’inaugurazione avvenne l’anno successivo, la grande teca presentava il tetto e la struttura portante in simil porfido rosso. Di lì a pochi anni l’Italia entrò in guerra e il Museo dell’Ara Pacis venne pesantemente danneggiato.

Teca Morpurgo ara pacis
Teca di Morpurgo il giorno prima dell’inizio della demolizione nel 2000 – ©Indeciso42 (via wikimedia commons CC BY-SA 3.0)

Dopo la Seconda Guerra Mondiale

Già nel 1949 la teca venne riaperta al pubblico dopo che le transenne di legno furono rimosse e sostituite con un muro in finto travertino.

Durante gli anni 50 il dibattito riguardo la riqualificazione del complesso dell’Ara Pacis fu acceso. Molti proponevano lo spostamento del monumento, chi all’interno del mausoleo di Augusto, lì adiacente, chi alle Terme di Diocleziano, altri invece spingevano alla risistemazione della zona. Soltanto negli anni 90 fu appurato che il monumento non poteva essere spostato e l’architetto Richard Meier propose un progetto di riqualificazione, che divise nuovamente l’opinione pubblica. Il progetto era considerato troppo moderno rispetto agli edifici circostanti.

La struttura del Museo dell’Ara Pacis

I lavori iniziarono nel 2000 e terminarono nel 2006. Gran parte della teca di Morpurgo fu demolita e fu mantenuta soltanto la parete est del basamento, dove era presente la trascrizione delle Res Gestae Divi Augusti. Il museo dell’Ara Pacis è una struttura dai caratteri trionfali che accenna allo stile dell’Impero Romano. Sono stati utilizzati materiali come l’acciaio, il travertino, il vetro e lo stucco e può essere considerato il più grande intervento architettonico-urbanistico al centro di Roma da quelli attuati durante il Fascismo.

museo dell'ara pacis
Parte delle vetrate – ©masolino (Flickr CC BY 2.0)

L’edificio è costituito da una lunga loggia sopraelevata vetrata che fornisce una barriera trasparente tra l’argine del Tevere e il mausoleo di Augusto. Sette colonne in cemento intonacate di bianco definiscono l’atrio asimmetrico che conduce al salone principale dove si trova l’Ara Pacis. Il monumento è così uniformemente illuminato dalle ampie vetrate che, insieme alle colonne, disegnano giochi di luci all’interno del museo.

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Vista sull’Ara Pacis – CC0

All’esterno della struttura principale si trova un muro basso in travertino che si estende dall’interno della sala principale andando a tracciare l’antica sponda del Tevere.

Inizialmente, al posto delle lastre di travertino erano state previste superfici di alluminio che furono sostituite in corso d’opera durante la costruzione. Il tetto è piatto ed è stato reso una grande terrazza all’aperto con vista.

Le critiche

Il nuovo museo dell’Ara Pacis ha suscitato fin dall’inizio numerose critiche tanto che subito durante la sua inaugurazione il 21 aprile 2006 una piccola folla manifestò lamentandosi dei troppi fondi spesi e della scelta di un architetto straniero. Nel 2008 fu portata aventi l’idea di rimuovere il museo dell’Ara Pacis e trasferirlo in periferia ma successivamente, per mancanza di fondi, il progetto non andò mai in porto.

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Esterno Ara Pacis – ©Michael Day (Flickr CC BY-NC 2.0)

Nuove tecnologie impiegate nel Museo dell’Ara Pacis

All’interno del museo dell’Ara Pacis sono state utilizzate tecnologie per rendere immersivo il museo. Nel 2009 furono proiettate su due lati del monumento le immagini a colori dei fregi che si andarono a sovrapporre ai bassorilievi reali. L’Ara Pacis prese così vita ritornando ai fasti dell’Impero Romano. Invece, dal 2016 vengono utilizzati i visori per realtà virtuale immersiva e per realtà aumentata. La realtà virtuale immersiva permette allo spettatore di vedere il monumento com’era più di 2000 anni fa.

Maria Giulia Parrinelli

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