Nella valle tra il colle Aventino e il Palatino è presente quello che era il più grande stadio dell’Antica Roma, il Circo Massimo. Poteva ospitare 150000 spettatori che assistevano principalmente alle corse di bighe e la sua struttura divenne il modello per i circhi in tutto l’Impero Romano.

I Ludi

Nel Circo Massimo era il mio grande spazio adibito ai Ludi. I Ludi erano giochi pubblici tenuti per divertire il popolo romani di solito durante la celebrazione di feste religiose.  Infatti, i primi Ludi risalgono molto probabilmente alla vittoria su Pomezia di Tarquinio il Superbo durante l’età regia di Roma.

I Ludi variavano di durata e portata a seconda del tipo di celebrazione. Potevano durare anche solo mezza giornata come in più giorni o addirittura in più sedi. Era possibile assistere a cerimonie religiose, corse di cavalli, di atletica, di carri ma anche spettacoli teatrali ed i famosi combattimenti dei gladiatori. I Ludi maggiori iniziavano con una specie di corteo trionfale che mostrava lo scopo dei giochi.

Uso del Circo Massimo

Durante la Repubblica i Ludi iniziarono ad essere organizzati per dimostrare la generosità e la competenza dell’organizzatore ma allo stesso tempo se ne organizzarono molti privati utilizzando palcoscenici temporanei. Con l’espansione di Roma e successivamente durante la tarda Repubblica vennero organizzati Ludi per 57 giorni l’anno e molti di questi utilizzavano il Circo Massimo.

Quando non era utilizzato per i giochi il Circo Massimo accoglieva i fantini che volevano provare la pista e sotto le tribune esterne erano presenti laboratori e negozi. Durante la metà del I secolo a.C. anche lo spazio interno era adibito al commercio con la presenza di piccoli negozi e bancarelle.

Nel corso del tempo gli imperatori per rispondere alla crescente richiesta popolare di Ludi iniziarono a costruire e ricercare luoghi specializzati. Così il Circo Massimo divenne il luogo perfetto a Roma per organizzare le corse dei carri ma anche gare podistiche sulla lunga distanza. In quel periodo fu costruito anche il Colosseo che invece si specializzò ad ospitare gli spettacoli dei gladiatori.

A lungo il Circo Massimo rimase l’unico luogo adatto per le corse dei carri a Roma e vi furono organizzati all’interno anche grandi processioni religiosi ma anche venationes. I venationes erano spettacoli che consistevano nel dare la caccia ad animali, come se fosse una vera e propria battuta. Si pensa che alla fine del III secolo d.C. sotto l’imperatore Probo venne organizzata una venatio all’interno di una vera e propria foresta dentro il Circo Massimo.

Ricostruzione di Roma – ©Pascal Radigue (via wikimedia commons CC BY-SA 3.0)

La costruzione

Età regia

l Circo Massimo è situato sulla pianura della Valle di Murcia tra l’Aventino e il Palatino di Roma. Inizialmente la valle era un ricco terreno agricolo, soggetto alle inondazioni del fiume Tevere. Le prime gare, dunque, si svolgevano all’interno di un paesaggio agricolo con gli spettatori che si sedevano per assistere ai lati.

Secondo gli scritti di Tito Livio fu il primo re etrusco di Roma Lucio Tarquinio Prisco a costruire un perimetro ligneo rialzato per permettere alle famiglie più ricche di sedersi all’asciutto ed assistere alle corse di quello che sarebbe diventato il Circo Massimo. Suo nipote, Tarquinio Superbo, aggiunse i primi posti a sedere per cittadini comuni. Per il resto, era probabilmente ancora poco più di una pista che attraversava i terreni agricoli circostanti.

Successivamente il terreno fu drenato dovendo ricostruire più volte le tribune in legno. Probabilmente la prima struttura permanete sono i pali di svolta ciascuno costituito da tre pilastri conici in pietra.

Età repubblicana

Soltanto durante il decennio 90 a.C. sono stati costruiti sedili in pietra lungo la pista ma ad uso esclusivo dei senatori.

Nel 329 a.C. gli stalli di partenza in legno furono costruiti utilizzando colori vivaci. Inizialmente potevano partire in una unica fila fino a 25 quadrighe affiancate per poi scendere a 12 alla fine dell’era Repubblicana.

Sotto Giulio Cesare furono estese le gradinate e fu possibile percorrere quasi l’intero circuito della pista che misurava circa 621 m di lunghezza e 150 m di larghezza.

Un canale tra il perimetro della pista e i suoi posti a sedere proteggeva gli spettatori e aiutava a drenare il terreno. I posti frontali frontali lungo il rettilineo centrale erano riservati ai senatori e quelli immediatamente dietro agli equites. I livelli esterni, due terzi del totale, erano in legno ed erano destinati alla plebe romana e ai non cittadini.

Età imperiale

Durante il 31 il Circo Massimo subì un incendio e Augusto si prese in carico l’onere di ricostruire le parti distrutte. Sarà proprio l’imperatore Augusto a decorare la spina centrale aggiungendo un obelisco e a costruire il pulvinar. L’obelisco risaliva all’epoca di Ramses II e lo fece portare direttamente dall’Egitto con enormi spese. Oggi è chiamato obelisco flaminio e si trova in piazza del Popolo dal XVI secolo. Il pulvinar era di fatto un posto d’onore per l’imperatore. Era stato costruito su scala monumentale come se fosse un santuario o un tempio.

Il sito rimase soggetto ad allagamenti, fino a quando Claudio vi apportò dei miglioramenti. Questi probabilmente includevano un terrapieno antiallagamento. Ma il vero pericolo per il circo rimanevano gli incendi tanto che ne scoppiò uno nel 36 d.C. e probabilmente è da qui che nel 64 d.C. si sviluppò l’incendio sotto l’imperatore Nerone.

Nell’81 d.C. il Senato costruì un triplo arco in onore di Tito all’estremità semicircolare del Circo, per sostituire o aumentare un precedente ingresso processionale. L’imperatore Domiziano fece costruire sul Palatino un nuovo palazzo a più piani, collegato al Circo. Probabilmente guardava le partite in stile autocratico, dall’alto e appena visibile da quelli sotto.

Circo Massimo in pietra

Il rischio di ulteriori danni da incendio potrebbe aver portato Traiano (è probabile che questa intezione l’avesse anche Domiziano) a optare per una ricostruzione diversa da quelli precedenti. Voleva ricostruire il Circo Massimo interamente in pietra e fornire un nuovo pulvinar sugli spalti dove l’imperatore di Roma poteva essere visto e onorato come parte della comunità romana. Sotto Traiano il Circo Massimo trovò la sua forma definitiva, rimasta inalterata da allora in poi, salvo alcune aggiunte monumentali di imperatori successivi. Caracalla volle un vasto e pianificato rifacimento dell’area della porta di partenza e riparazioni e rinnovamenti del tessuto esistente.

Pianta del Circo Massimo di Ridolfino Venuti (1705-1763)

Tempi moderni

Dopo il VI secolo, il Circo subì l’abbandono e l’inutilizzo. La sepoltura dei livelli inferiori era inevitabile a causa delle frequenti inondazioni. Si accumulò terreno alluvionale impregnato d’acqua e detriti, così che il tracciato originale è ora interrato a 6 metri sotto la superficie moderna.

Nel XII secolo vi fu scavato un corso d’acqua per drenare il suolo e nel XVI secolo l’area fu utilizzata come orto. Durante il Rinascimento, il sito fu uno dei tanti luoghi in cui veniva presa pietra da costruzione di buona qualità. Nel 1587 i due obelischi furono rimossi dalla barriera centrale da papa Sisto V. Uno di questi può essere ammirato in piazza del Popolo mentre l’altro nella parte posteriore della basilica di San Giovanni in Laterano.

Nel 1852 sul sito era presente un’officina del gas dalla Società Anglo-Italiana del Gas che rimase lì fino al 1910. I lavori della metà del XIX secolo nel sito del circo hanno portato alla luce le parti inferiori di una gradinata e di un portico esterno. Da allora, una serie di scavi ha messo in luce ulteriori sezioni della seduta, la curva e la barriera centrale, ma l’ulteriore esplorazione è stata limitata dalla scala, dalla profondità e dal ristagno del sito.

Oggi il Circo Massimo ospita i più grandi eventi all’aperto di Roma.

Rovine affacciate sul Circo Massimo, viste dall’Aventino (1983)

Maria Giulia Parrinelli

Vi potrebbero interessare anche

©Villegiardini. Riproduzione riservata