DI MARCO BAY
 

Oltre la siepe

Un quadro di Lucio Fontana potrebbe apparire insolito sul tavolo di studio; eppure mi perdo nello spazio nato tra i buchi che l’artista ha inciso nella tela, come una grande distesa di terra. Non c’è più capacità di perdersi tra i propri pensieri, sogni, intuizioni, sensazioni. Tra le varie tecnologie, per esempio, quella del meteo ci impone spostamenti solo con il bel tempo, ignorando che ogni aspetto della natura, anche la pioggia, la nebbia, abbia il proprio fascino.

Le incertezze del clima mantengono con la natura e il paesaggio un legame molto più intenso.

Qualche anno fa partecipai come relatore a un convegno presso la fattoria di Celle a Santomato (Pistoia). Mentre le relazioni si dilungavano, decisi di anticipare da solo la visita al parco. Era appena terminato un burrascoso temporale estivo e credo non ci sia esperienza più bella che passeggiare nella natura dopo una “tempesta”. Senza indicazioni e itinerario mi sono così avventurato in un parco romantico, unico, senza confini, grande come un’intera collina dove, Giuliano Gori, appassionato collezionista di arte contemporanea, ha iniziato a raccogliere opere di artisti che, di volta in volta invitati, sceglievano un luogo dove intervenire con una propria opera. Tra queste, il Labirinto dell’americano Robert Morris è indubbiamente uno degli interventi più spettacolari; elemento ludico per eccellenza volutamente dedicato al disorientamento, con le pareti trattate come l’architettura delle chiese romaniche toscane, con la pianta insolitamente triangolare e con un percorso a senso unico in declivio che ne fanno uno dei rari esempi di labirinto contemporaneo.

Incredibile come un’opera d’arte, un quadro astratto, può suggerire delle sensazioni legate alla natura.

Già Sir Geoffrey Jellicoe guardava Paul Klee o Piet Mondrian quali fonti di stimolo per la costruzione della scena dei suoi giardini. E tornando sul tavolo di studio, sfere di bosso “rotolano” libere nel prato, in ordine-disordine, differenti per misura, in modo del tutto anticonvenzionale, rompendo definitivamente con la simmetria tipica del giardino formale all’italiana. Come i tagli e i buchi nella tela oltre lo spazio.