L’International Garden Festival di Grand-Métis, Canada ha annunciato i progetti selezionati per la sua 24a edizione, intitolata ROOTS, che si svolgerà dal 24 giugno al 1 ottobre 2023. Quest’anno, Ève De Garie-Lamanque, direttore artistico dell’evento, ha invitato i designer a immaginare un presente e un futuro ecologicamente, economicamente e culturalmente responsabile attingendo agli insegnamenti delle generazioni passate. Quasi 60.000 persone hanno visitato i Reford Gardens nel 2022. Sono stati presentati un totale di 134 progetti di designer provenienti da 32 paesi.

International Garden Festival: i progetti selezionati

I cinque giardini selezionati per l’edizione 2023 sono:

Le jardin des quatre colonnes
di Vincent Dumay e Baptiste Wullschleger, Svezia / Francia

“Con un progetto che è insieme poesia e manifesto”, spiegano i designer, “ci auguriamo che il pubblico scopra soluzioni per un futuro più desiderabile e virtuoso. L’intento è quello di sensibilizzare sulla questione del carattere finito delle nostre risorse. Le jardin des quatre colonnes è un’esperienza che si dispiega nel tempo, dove gli elementi costruiti con la terra cruda all’interno di un ambiente abitativo si evolveranno liberamente nel corso degli anni”.

L’adobe construction è una tecnica che consiste nel compattare il terreno misto ad umidità in strati successivi all’interno di un involucro, rendendo visibile ciò che normalmente si nasconde sotto i nostri piedi. I tronchi scanalati sono costruiti utilizzando un involucro tubolare che conferisce loro la forma specifica, che evoca le colonne doriche.

Maillage
di Friche Atelier (Frédérique Allard, Jean-Jacques Yervant e Aliénor de Montalivet), Canada (Quebec)

garden festival
Maillage
Photo credit: Friche Atelier (Frédérique Allard, Jean-Jacques Yervant et Aliénor de Montalivet), Canada (Québec) International Garden Festival

“L’uso delle piante è al centro dello sviluppo delle nostre civiltà. Che si tratti di nutrimento, protezione, guarigione o abbigliamento, le loro molteplici applicazioni hanno permesso alle popolazioni di sopravvivere e prosperare”.

Le proprietà tintorie delle piante sono note fin dall’antichità e il loro uso come colorante per fibre vegetali e animali riflette un know-how millenario, sfruttando le diverse parti di una pianta (foglie, radici, fiori, frutti…). Maillage esplora la relazione tra due mondi, quello del tessile e quello del vegetale, a livello metaforico.

Matière-matière

Studio Haricot (Marie-Pier Caron-Desrochers, Tristan Morissette), Rose-Marie Guévin e Vincent Ouellet, Canada (Quebec)

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Matière-matière è l’esperienza intrinseca di una relazione tono su tono (trama su trama, colore su colore): i volumi emergono come frutti dal sito come estensioni della vegetazione. Tre pareti si piegano, convergono e si proiettano, dilatandosi e contraendosi. Il progetto è un invito a farsi strada tattilmente attraverso una materialità messa a nudo, all’interno di momenti di incontri misteriosi. Questa struttura di cemento di canapa, depositata nel contesto di un campo di grano e un tappeto di pacciame, offre un parallelo tra le possibili trasformazioni delle fibre vegetali fino alla materializzazione degli spazi proposti.

Racines de mer
di Cassandra Ducharme-Martin e Gabriel Demeule, Canada (Quebec)

Racines de mer
Photo credit:
Cassandra Ducharme-Martin and Gabriel Demeule, Canada (Quebec)

“In un clima simile al nostro, sull’isola di Læsø in Danimarca, le donne costruivano i tetti delle loro case con l’aiuto di una pianta marina chiamata eelgrass. Grazie alle proprietà impermeabili e ignifughe di queste piante marine raccolte sulle spiagge, questi tetti hanno resistito alle ingiurie del tempo per più di trecento anni”.

Racines de mer propone una riflessione sull’ambiente costruito del futuro. Offre al visitatore la possibilità di scoprire il territorio e le abilità tradizionali del Quebec. Da un lato, il telaio in legno chiaro, lasciato scoperto, celebra l’eleganza di questo metodo di costruzione, un sistema onnipresente in Nord America. D’altra parte, il suo tetto di alghe, ispirato a quelli dell’isola di Læsø, sfrutta le ricchezze del fiume San Lorenzo e ne rivela il potenziale dormiente.

S’Y RETROUVER
di Jinny Yu, Ki Jun Kim e Frédéric Pitre, Germania / Canada (Ontario + Quebec)

S’y retrouver
Photo credit:
Jinny Yu, Ki Jun Kim and Frédéric Pitre, Germany / Canada (Ontario + Quebec) International Garden Festival

I visitatori sono invitati a entrare in un labirinto sommerso: un puzzle con vari percorsi possibili e vicoli ciechi destinati a confondere e sfidare chi esplora. Allo stesso tempo, la sommità del muro delle trincee, che si trova a livello del suolo, consente la possibilità di decifrare il percorso con una visione d’insieme del percorso prima di entrare. Entrando nel mondo sotterraneo, i visitatori raggiungono il primo livello del substrato dell’apparato radicale, dove possono camminare attorno a un reticolo composto da terra e trifoglio bianco, che rappresenta il motivo delle radici di due alberi collegati da micelio fungino.

Il trifoglio bianco, come i coloni più antichi e più recenti, proveniva dall’Europa e attecchiva diffondendosi nel continente nordamericano e interagendo con l’ecologia del suolo nativo. S’y retrouver invita i visitatori a rallentare e riflettere sia sull’apparato radicale che sul postcolonialismo. internationalgardenfestival.com

Marco Miglio

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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