Una storia da raccontare
Villa Sorra viene costruita nel XVII secolo e viene acquistata dal modenese Francesco di Sorra dopo l’ottenimento di altri territori nella regione Emilia Romagna. Quando il modenese Francesco Sorra ottiene la cittadinanza bolognese, decide di lasciare le proprietà a suo figlio Antonio, facendo in modo che quest’ultimo incrementasse i beni della famiglia.
Antonio Sorra muore nel 1739, lasciando Villa Sorra in eredità al nipote Francesco Maria, figlio di suo fratello Andrea. Alla morte del nipote Francesco Maria, i beni passano a Cristoforo Munarini, figlio primogenito di sua nipote, Eleonora Sassi, sposata con il conte Camillo Munarini. Visto che il figlio Cristoforo Munarini è ancora minorenne, viene imposto di sostituire il cognome paterno a quello di Sorra.
La moglie di Cristoforo, Ippolita Levizzani, nel 1827 decide di trasformare il giardino e dargli uno stile “romantico inglese”. Dopo la morte di suo marito i beni passano alla figlia Costanza e al nipote Giacomo Malvasia, con l’usufrutto di villa e giardini a favore della moglie, la quale continua i lavori senza nessun problema. Alla fine i proprietari decidono di vendere Villa Sorra al modenese Ludovico Cavazza.
Alla sua morte, avvenuta nel 1894, la Villa viene data al figlio Ercole, ma a seguito della sua scomparsa la proprietà viene destinata alla costituzione di un Ente di beneficienza per i poveri. L’ultima modifica all’assetto proprietario della tenuta avviene nel 1983, con la vendita della quota di proprietà al Comune di Castelfranco Emilia.
Il palazzo è a pianta quadrata. Originariamente era dotato di un torrino esagonale, poi demolito nel dopoguerra. Presenta un blocco compatto alla base e due avancorpi; il grande salone della villa è caratterizzato da uno spazio a doppio volume, sovrastato dalla grande volta a padiglione su pianta ellittica. Gli accessori sono ordinati in maniera simmetrica.
La ricca decorazione pittorica all’interno del palazzo lo rende molto gradevole, Ci sono quattro grandi vedute che enfatizzano il grande spazio dentro la Villa: Atrio Magnifico e Padiglione con Fontana, di tono naturalmente barocco.
Il giardino romantico è sicuramente l’elemento più importante di tutto il complesso. Gioiello di rara bellezza, è un giardino settecentesco che risultava essere indispensabile nella villa.
La villa diviene cosi il fulcro per l’organizzazione del territorio, in perfetta armonia con la pianura circostante. La villa non rappresenta una struttura separata dal giardino, ma è armoniosamente inserita nell’ambiente.
fonte
via
https://www.comune.modena.it/salastampa/archivio-comunicati-stampa/2014/10/i-musei-civici-a-villa-sorra-fanno-il-pane-per-l2019expo-2015