Mentre Torino celebra la grande stagione dell’informale con una importante antologica al Museo di Arti Decorative Accorsi Ometto, la cittadina di Condove, in Valle di Susa, rende omaggio a tre indiscussi e indimenticati protagonisti dell’informale torinese: Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino. Dal 1° giugno al 28 luglio nell’antica chiesa romanica di San Rocco, saranno esposte al pubblico 24 opere dei tre maestri piemontesi. La Mostra dal titolo Ruggeri Saroni Soffiantino – avanguardia e tradizione, a cura degli Amici Chiesa di San Rocco, nasce dall’incontro dell’Associazione culturale Eleval e la Galleria del Ponte.

Dopo la guerra, nell’ambito del clima di generale rinnovamento ideologico e culturale, anche in campo artistico si assiste in Italia a un veloce processo di trasformazione e di apertura alle tendenze internazionali più aggiornate, dal Post Cubismo all’Astrattismo, all’esplosione della vitalissima stagione dell’Informale negli anni ’50. È così che Torino diventa – insieme a Milano, Roma e Venezia – uno dei centri propulsivi dell’arte contemporanea, che trova le proprie radici e le proprie specificità nell’energia e nella vitalità delle ricerche artistiche e nella dinamicità dell’attività espositiva di quel periodo. Sono infatti diverse le gallerie torinesi che hanno svolto un ruolo veramente cruciale nel sostenere gli artisti, emergenti o anche già affermati, di questo periodo. In particolare, alla Galleria La Nuova Bussola, diretta dal critico Luigi Carluccio, oltre a maestri delle avanguardie storiche come Klee, Kandinsky e Braque, espongono Umberto Mastroianni, Mattia Moreni, Luigi Spazzapan, Franco Garelli, e anche giovani artisti come Francesco Casorati, Mauro Chessa, Francesco Tabusso, Nino Aimone. In particolare Piero Ruggeri, Sergio Saroni e Giacomo Soffiantino che formano il gruppo di punta dell’Informale torinese, espongono alla Bussola nel 1959, nella mostra Dur désir de durer. Ha scritto Luigi Carluccio nella presentazione della mostra: “La storia della giovane pittura torinese corre da qualche anno sui loro nomi; da luoghi lontani e diversi arrivano puntualmente gli echi dell’interesse che suscita la loro presenza dovunque figurino isolati o in gruppo.”

“Comune è a loro tre, se si può dire, una certa forza di distinzione. Essa può apparire a tutta prima come un fattore di impoverimento giacché toglie l’aiuto, tutto esterno del resto, che può venire dallo spirito di gruppo, ma alla fine offre a ciascuno la speranza di saper durare sulla propria strada e di assaporare l’orgoglio della salvezza conquistata da solo. Quest’energia positiva di distinzione è un segno dei giovani migliori di oggi e sorge spontaneamente dal fondo autentico del nostro tempo: che è fondo di solitudine, in ogni campo, sia pratico che ideale.”

“La pittura di Saroni è sempre brillante, sensuale, sapida; la sua toccata conferisce ancora al ritmo una spontaneità naturale. Le definizioni scabre e risentite di Ruggeri sono sempre costruite con estrema semplicità di mezzi e riverberano ancora un mondo fisicamente e metafisicamente complesso. La scala cromatica di Soffiantino resta sobria e severa eppure adatta a misurare su una brevissima oscillazione di intensità le più sottili vibrazione della luce. Non so quali siano i limiti di tempo e di intelligenza delle previsioni; ma devo dire che apprezzo questi tre giovani pittori proprio perché essi eludono ostinatamente e con molto coraggio il richiamo allettante delle formule già controllate e portate al successo, perché rinunciano a vivere di rendita, approfondiscono la loro ambizione e moltiplicano i problemi del loro lavoro. Del resto io credo che i giovani devono essere stimolati a perdersi rischiando, piuttosto che a sopravvivere nell’imitazione di sé stessi, e convinti che il duro desiderio di durare, in cui si esprime la moralità dell’artista autentico, è un desiderio che non concede di arrestarsi sulle prime linee raggiunte.”

PIERO RUGGERI (Torino, 1930 Avigliana, 2009)

È stato uno dei principali esponenti dell’informale italiano. Si è formato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ha partecipato a numerose edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma. Ha vinto premi nazionali e internazionali.

SERGIO SARONI (Torino, 1934 – Torino, 1991)

Anche Saroni si è formato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Allievo di Enrico Paulucci, fu incisore ed esponente di spicco della corrente informale dove, nonostante la forza del segno astratto, permangono singolari tracce naturalistiche e antropomorfe. Ha partecipato a numerose esposizioni sia in Italia che all’estero. Ha vinto premi e ottenuto importanti riconoscimenti.

GIACOMO SOFFIANTINO (Torino, 1929 – Torino, 2013)

Allievo di Cesare Maggi, Francesco Menzio e Mario Calandri all’Accademia Albertina, è stato incisore acquafortista e pittore. Esponente anch’egli dell’informale italiano. Come Ruggeri e Saroni ha esposto alla Biennale di Venezia, alla Biennale di Parigi, alla Quadriennale di Roma, a San Paolo del Brasile ed a molte altre esposizioni nazionali ed internazionali. Ha vinto importanti premi tra cui il Premio Biella per l’incisione.

Chiesa di San Rocco

L’antica chiesa parrocchiale di Condove, oggi dedicata a San Rocco e utilizzata come interessante spazio culturale per mostre e concerti, ritorna alla sua funzione religiosa ogni anno in ricorrenza di un antico voto della popolazione per l’imminenza della peste seicentesca. Edificio romanico risalente al XII secolo. Il restauro del bel campanile e della chiesa, effettuato negli anni 1994-95, ne avrebbe messo in luce strutture più antiche, preesistenti e databili, secondo la Soprintendenza, ai secoli X-XI.

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