Osvaldo Licini può essere considerato uno dei pionieri dell’arte astratta in Italia. Con una formazione accademica e una passione per l’esplorazione del linguaggio pittorico, Osvaldo Licini ha prodotto un corpus di lavori intensi e vibranti che hanno segnato una svolta nella storia dell’arte italiana.

La vita di Osvaldo Licini

La formazione

Osvaldo Licini è nato a Monte Vidon Corrado in provincia di Fermo il 22 marzo 1894. Dopo la sua nascita, i suoi genitori si trasferirono a Parigi per lavoro, mentre il piccolo Osvaldo rimase nel suo paese natale con il nonno paterno. Il nonno notò presto che il nipote aveva un talento per le arti e lo iscrisse all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, dove incontrò il futuro pittore Giorgio Morandi. Nel 1913, Osvaldo venne in contatto con i Futuristi e nel 1914 partecipò a una mostra organizzata dai Secessionisti. Dopo aver studiato scultura a Firenze, fu coinvolto nella prima guerra mondiale e, durante il combattimento, fu ferito a una gamba, causandogli una zoppia permanente.

Gli incontri e le grandi mostre

Tornò a Firenze per curarsi e successivamente si recò a Parigi per stare con sua madre e sorella per continuare la sua convalescenza. Nella capitale francese incontrò artisti famosi come Pablo Picasso, Jean Cocteau e Amedeo Modigliani, con cui divenne amico stretto.

Licini partecipò a molte mostre in Francia come il Salon d’Automne e Salon des Indépendants e in Italia come la prima e la seconda Mostra del Novecento Italiano a Milano. Nel 1935 inaugurò la sua prima mostra personale a Milano e nel 1941 si unì al Gruppo Primordiale Futurista.

Intanto Osvaldo Licini tornò stabilmente nella sua città natale insieme alla moglie, la pittrice svedese Nanny Hellström conosciuta in Francia.

Ebbe una breve esperienza in politica nel biennio 1943-1945 con il Comitato di Liberazione Nazionale sfociato nel 1946 con la sua elezione a sindaco di Monte Vidon Corrado. Morì l’11 ottobre 1958 e nello stesso anno venne aperta una sala a lui dedicata alla XXIX Biennale di Venezia.

Casa Osvaldo Licini Monte Vidon Corrado – ©Maurizio Paradisi / Marche Tourism (Flickr CC BY-NC-SA 2.0)

Stili e tecniche pittoriche

Il suo stile è caratterizzato da forme astratte e colori vivaci che creano un’atmosfera dinamica e intensa. L’utilizzo di una gamma di colori brillanti e accesi enfatizzano la forza espressiva delle sue forme astratte.

Nel corso della sua carriera, Licini ha continuato a sperimentare con nuove tecniche e stili, e il suo lavoro è diventato sempre più astratto e libero. Tuttavia, la sua arte è sempre rimasta fedele ai valori espressivi fondamentali che gli erano cari, come l’emozione, la vitalità e la libertà di espressione.

Le opere di Osvaldo Licini

Osvaldo Licini ha una vasta produzione scritta che spiega e decodifica la sua arte. Nel corso degli anni, il suo stile è cambiato e le sue opere sono spesso diverse l’una dall’altra, pur mantenendo una certa riconoscibilità nella sua pittura. A volte le sue scelte artistiche possono sembrare poco coerenti, ma Licini era convinto che la creatività e la razionalità dovessero essere separate perché l’arte, se troppo controllata, sarebbe risultata sterile.

Le opere della giovinezza

Le prime opere datate di Licini sono un ritratto del nonno Filippo (1908) e un Autoritratto (1913).

Successivamente, Osvaldo Licini ha dipinto un’opera chiamata Soldati italiani datata 1917, che presenta un’immagine di un angelo ribelle che cade dall’alto brandendo una spada verso un gruppo di soldati. Questo dipinto che presenta toni del bianco e dell’azzurro potrebbe essere un riferimento all’angelo caduto, Lucifero, e contiene anche citazioni dell’Inferno di Dante.

Le opere di Licini tra il 1919 e il 1928 sono molto diverse tra loro, spaziando da nudi a paesaggi, nature morte a ritratti. Risalgono a questo periodo il dipinto Ritratto femminile del 1921 e Ritratto di Nanny del 1926.

L’incontro con Modigliani

Una figura importante nella vita di Osvaldo Licini è stata Amedeo Modigliani, che ha ispirato l’artista a integrare l’inquietudine e la sofferenza nelle sue opere soprattutto di nudo. Tra le opere di questo periodo si trova Il nudo del 1925 che mostra una donna senza volta molto più somigliante ad un manichino che ad una donna.

Il passaggio all’astrattismo

Licini ha compiuto una svolta importante nel 1930, passando dal realismo all’astrattismo, inizialmente con uno stile geometrico e poi con composizioni con figure umane su grandi blocchi monocromatici, conosciute come fantastiche. Tra queste opere durante gli anni 40 e 50 erano due le figure ricorrenti, l’Angelo ribelle e le Amalassunte misteriose figure femminili. Queste opere sono state la sua evoluzione artistica e hanno contribuito a creare la sua reputazione come pittore.

Il Bilico (1934) – ©Pinacoteca di Brera CC-BY-NC-ND

Dove si trovano 

Le opere di Osvaldo Licini sono presenti in importanti gallerie d’arte moderne in Italia e all’estero, tra cui Roma, Milano, Torino, Parigi e Mosca, e in molte collezioni private. E nel 2018, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia gli ha dedicato una vasta retrospettiva.

Critica

Osvaldo Licini è stato un artista che ha goduto di una buona reputazione durante la sua vita, ma la sua fama è cresciuta ulteriormente negli anni successivi alla sua morte. La sua arte è stata molto apprezzata dai critici e dagli appassionati d’arte per la sua esplorazione audace e innovativa del linguaggio astratto. Il suo lavoro è stato anche influente per molti artisti successivi, sia in Italia che all’estero, e ha contribuito a plasmare la storia dell’arte astratta in Europa.

Maria Giulia Parrinelli

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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