SERVIZIO E TESTO DI MARTINA HUNGLINGER / FOTO DI MADS MOGENSEN

Pietro Ratti, produttore di Barolo, abita con la famiglia in un’ala del monastero di San Martino restaurata con grande attenzione ai criteri della sostenibilità

Sopra la frazione Annunziata, nel comune di La Morra, terra di Barolo e di grandi vini, c’è l’Abbazia di San Martino di Marcenasco. L’antico complesso è proprietà di Pietro Ratti, giovane presidente del Consorzio del Barolo, che ne ha fatto restaurare con cura una parte, nella quale si è trasferito con  la moglie Elena e i due figli. “Non è stato facile riportare l’abbazia a nuova vita, è stato un impegno che ha richiesto attenzione e sensibilità”, dice Elena Ratti, che ha applicato tutta la sua esperienza di ingegnere per risanare il complesso abbaziale. Per gli interni il lavoro è stato affidato a Michela Curetti, interior designer di Mondovì, che ha conservato la struttura preesistente della casa e il fascino dello spazio, adattando l’appartamento al gusto e alle esigenze della giovane famiglia.

“Ho voluto mantenere l’atmosfera del luogo, ma al contempo metterla in contrasto con mobili contemporanei per creare una nuova bellezza”, spiega Michela Curetti.

I proprietari hanno voluto preservare armadi a muro e il soffitto a volta, in modo da non interferire con l’antica struttura. Tutte le camere si affacciano in sequenza lungo il corridoio: nei vari ambienti il riscaldamento è assicurato da una grande stufa in ceramica, la cui aria calda viene convogliata in tutte le camere. “Un principio semplice, ecologico e anche molto economico”, spiega Pietro Ratti. “Soprattutto abbiamo messo l’accento sul risparmio energetico e sui materiali ecologici”.

ANTENNE

Ratti e il Barolo

La strada stretta e sinuosa attraversa il paesaggio collinare della Langa fino al villaggio di La Morra. Vigneti ordinati, dove si producono i famosi vini rossi Barolo, Barbera e Barbaresco. La cantina Ratti, presso l’Abbazia, venne fondata nel 1965 da Renato Ratti. Presidente del Consorzio del Barolo e successivamente direttore del Consorzio dell’Asti, partecipò alla stesura dei disciplinari di produzione dei vini albesi e in modo particolare della docg. Scrisse numerosi libri sui vini piemontesi e italiani. Realizzò per il Museo Ratti  la carta delle annate del Barolo, la carta delle sottozone storiche del Barolo e del Barbaresco. Fu uno dei principali artefici della rivoluzione culturale e tecnica del mondo del vino piemontese e italiano. Ratti ha vinto in diverse occasioni il riconoscimento per il miglior Barolo da parte di prestigiose riviste internazionali di settore.
Il figlio Pietro Ratti ha studiato presso la Scuola Enologica di Alba, per poi affinare la propria formazione all’estero, prima di assumere la guida della cantina dopo la scomparsa del padre nel 1988.
I visitatori della cantina e del Museo del Barolo possono essere ospitati in tre confortevoli camere nella nuova ala della casa, che è adiacente all’edificio dell’Abbazia.
renatoratti.com.