Michelangelo Olivero Pistoletto, noto come Michelangelo Pistoletto è un artista italiano, nato a Biella nel 1933. È conosciuto per i suoi Quadri Specchianti, che sono grandi lastre di metallo altamente lucidate e riflettente con immagini riportate. Figura di rilievo dell’arte concettuale è anche uno dei fondatori del movimento dell’Arte Povera.

Michelangelo Pistoletto, la biografia

Michelangelo Pistoletto nacque a Biella nel 1933. Inizia ad esporre nel 1955 e nel 1960 una ricerca sull’autoritratto. Risalgono invece all’inizio degli anni 60 i primi Quadri specchianti, che includono direttamente lo spettatore e il tempo reale nell’opera, e aprono la prospettiva, ribaltando la prospettiva rinascimentale che era stata chiusa dalle avanguardie novecentesche. Questi lavori portarono rapidamente Pistoletto al successo internazionale, che lo portò, negli anni Sessanta, a mostre personali in importanti gallerie e musei in Europa e negli Stati Uniti.
Nel 1965 e nel 1966 realizzò un insieme di opere intitolate Oggetti in meno,  fondamentali per la nascita dell’Arte Povera, movimento artistico di cui Pistoletto è animatore e protagonista. Nel 1967 iniziò a lavorare fuori dai tradizionali spazi espositivi, con i primi esempi di quella “collaborazione creativa” che svilupperà nei decenni successivi riunendo artisti di diverse discipline e diversi settori della società.
Nel 1975-76 presenta un ciclo di dodici mostre consecutive, Le Stanze, alla Galleria Stein di Torino. Nel 1978, in una mostra, sempre a Torino, Michelangelo Pistoletto definisce due direttrici principali della sua opera futura: Divisione e moltiplicazione dello specchio e L’arte assume la religione. Nei primi anni Ottanta realizza una serie di sculture in poliuretano rigido, tradotte in marmo per la personale del 1984 al Forte di Belvedere di Firenze. Dal 1985 al 1989 crea la serie di volumi “oscuri” chiamata Art of Squalor. Negli anni Novanta, con Project Art e con la creazione a Biella di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e dell’Università delle Idee, ha messo in relazione attiva l’arte con le diverse sfere della società con l’obiettivo di ispirare e produrre un cambiamento sociale responsabile. Nel 2003 ha vinto il Leone d’oro alla carriera della Biennale di Venezia.
Nel 2010 ha scritto il saggio Il terzo paradiso mentre nel 2013 il Louvre di Parigi ha ospitato la sua mostra personale Michelangelo Pistoletto, Année un – le paradis sur terre.
Nel 2021 viene inaugurato a Cittadellarte l’Universario, spazio espositivo in cui l’artista presenta le sue ricerche più recenti, e nel dicembre 2022 il suo ultimo libro, La formula della creazione, in cui ripercorre le tappe fondamentali e l’evoluzione di tutto il suo percorso artistico carriera e riflessione teorica, è stato pubblicato.

Michelangelo Pistoletto. By Heinrich-Böll-Stiftung – Flickr: Michelangelo Pistoletto, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18532881

Michelangelo Pistoletto, carriera artistica

Gli esordi

La carriera artistica di Michelangelo Pistoletto iniziò negli anni 50. Espose per la prima volta una sua opera nel 1955. SI trattava di un autoritratto eseguito lo stesso anno che fu inserito in una mostra al Circolo degli Artisti di Torino, luogo dove il padre, noto pittore di nature morte e paesaggi, presentava spesso le proprie opere. L’anno successivo una mansarda torinese, in via Bava, diventò il suo primo studio. Qui inizò un’intensa attività di ricerca artistica, concentrandosi sempre più sull’autoritratto e arrivando a  realizzare opere dal forte impatto materico e al limite della figurazione, in cui uno sguardo frontale del suo volto occupava l’intera superficie di grandi tele. Esempi di quel periodo sono Autoritratto (1956) e Autoritratto (1957). Significativo di questo periodo di ricerca e formazione un  Autoritratto del 1956, andato distrutto. La sua riproduzione fotografica in scala reale è stata successivamente esposta con il titolo di Current Self-Portrait o Timeless Self-Portrait.

La sua prima affermazione è datata 1958, anno in cui partecipò al concorso “Premio San Fedele” di Milano, vincendolo. In questa occasione, Luigi Carluccio, membro della giuria e critico e curatore torinese autorevole e influente, lo presentò a Mario Tazzoli, titolare della Galleria Galatea, rinomata galleria torinese che in quegli anni esponeva la più avanzata ricerca nel campo della figurazione arte (Bacon, Balthus e Giacometti). Il gallerista gli propose un’esclusiva con la sua galleria. Così Michelangelo Pistoletto, che era attivo come  pubblicitario, chiuse la sua agenzia, lasciò lo studiolo di via Bava e acquista un nuovo e più ampio spazio di lavoro adiacente alla sua abitazione di via Cibrario.
In alcuni dipinti la figura è passata dall’occupare l’intera tela ad assumere dimensioni minuscole rispetto all’ambiente in cui si trovava, ad esempio sotto la grande volta di una cattedrale o dietro un enorme tavolo. In questi anni Michelangelo Pistoletto iniziò a concentrare progressivamente la sua ricerca artistica sul rapporto tra la figura umana e lo sfondo, sperimentando molte soluzioni diverse. Particolarmente significativi in questo senso sono L’Uomo sul divano (1958), L’Uomo che dorme (1958), La folla (1958) e La folla ingrata (1959).

Nel marzo 1960 tenne la sua prima mostra personale alla Galleria Galatea, dove espose venti opere eseguite tra il 1958 e il 1960: autoritratti, figure di atleti, paesaggi e una natura morta. Tra queste, Autoritratto in argento si può considerare un primo esperiemnto della sua ricerca sulle superfici specchianti, che lo renderà noto a livello mondiale. SI tratta di un dittico costituito da una tela su cui la figura è dipinta su fondo color argento affiancata da una seconda tela occupata interamente dal fondo argento, uno spazio vuoto che su cui si riflettevano le immagini dello spazio circostante.

I quadri specchianti

Il 1961 è l’anno in cui Michelangelo Pistoletto maturò la svolta che lo portò ai Quadri Specchianti. Dopo aver dipinto la tela con uno sfondo nero e uno spesso strato di vernice trasparente, e poi aver iniziato a dipingervi sopra il suo volto, improvvisamente si rese conto che poteva vedere il suo riflesso direttamente sulla superficie, senza dover usare uno specchio per osservarsi. Profondamente colpito da questa scoperta, nel corso dell’anno dipinse con questa tecnica diverse opere – ritraendosi seduto e in piedi, di fronte e di spalle – i cui titoli riportavano sempre l’espressione “Il Presente” per indicare il istantaneità del rapporto che queste opere creano tra l’osservatore, il suo riflesso e la figura dipinta.

Subito dopo eseguì una serie di esperimenti volti a raggiungere il grado più alto possibile dell’obiettività che aveva visto nelle immagini a fondo nero. Provò ad utilizzare diversi materiali per rendere più riflettente lo sfondo, tra cui fogli di alluminio che applicò sulla tela, come in Uomo grigio di schiena (1961). Infine trovò nell’acciaio inox lucidato a specchio il materiale più adatto per ottenere questo effetto. Per dare il massimo dell’obiettività anche alla figura ritratta, decise di avvalersi della fotografia. Dapprima tentò di applicare un ritaglio dell’immagine fotografica direttamente sulla lastra di acciaio, soluzione che scartò perché in tal modo la fotografia avrebbe dato l’impressione di un oggetto inserito, in contrasto con l’immaterialità del immagine riflessa. Provò anche ad utilizzare un comune specchio come supporto per la fotografia, ma dovette scartare anche questa soluzione perché lo spessore del vetro che ricopriva la superficie riflettente dello specchio avrebbe provocato una discrepanza tra il piano dell’immagine riflessa e quello dell’immagine fotografica. Alla fine sviluppò la tecnica che avrebbe utilizzato per realizzare i suoi Quadri specchianti: una lastra di acciaio inossidabile lucidata a specchio, sulla quale applicò un’immagine realizzata ricalcando una fotografia ingrandita a grandezza naturale su carta velina. Nel 1971 iniziò a sostituire la carta dipinta con un processo serigrafico in cui la fotografia originale veniva trasferita direttamente sul foglio di acciaio riflettente, e nel 1973 questa era diventata la tecnica definitiva.

Oggetti meno

Tra il dicembre 1965 e il gennaio 1966 Pistoletto realizzò ed espose nel suo studio, un’ex tipografia un gruppo di opere a cui dà il nome di Oggetti in meno che nacquero da un processo legato alla dimensione temporale della contingenza e ognuna è così diversa dall’altra da creare l’impressione di una mostra collettiva, rompendo con il dogma che ogni opera di un artista debba essere stilisticamente riconoscibile, come se fosse erano un marchio standardizzato. Oggetti in meno raccolsero freddi consensi anche se, il critico Germano Celant, che andò a vedere la mostra affermò che Oggetti in meno furono una tappa fondamentale nella nascita dell’Arte Povera. (“Arte Povera: Appunti per una guerriglia”, pubblicato sulla rivista Flash Art nel novembre 1967).

Arte Povera

Michelangelo Pistoletto fu uno dei grandi protagonisti del movimento dell’Arte Povera, sostenuto dal critico Germano Celant. Opera particolarmente significativa dell’Arte Povera di Michelangelo Pistoletto fu La Venere degli Stracci. La Venere degli stracci è stata realizzata con un calco in cemento della statua Venere con la mela dello scultore neoclassico Bertel Thorvaldsen, ispirata alla leggendaria Afrodite di Cnido di Prassitele del 360 a.C. Primo nudo femminile dell’arte greca, è andato perduto e ci è noto solo attraverso le innumerevoli copie che ne sono state realizzate in epoca greca e romana e nel corso dei secoli successivi. Dopo aver acquistato un calco da un commerciante di statue da giardino, Pistoletto lo portò nel suo studio e lo appoggiò su un mucchio di stracci che usava per pulire la superficie dei suoi Quadri specchianti. Così la giustapposizione degli stracci e della statua di Venere, posta di spalle allo spettatore come molte delle figure dei primi Quadri specchianti, produceva una dialettica di polarità simile a quella degli stessi Quadri specchianti: una figura fissa, in in questo caso la statua che rappresenta un ideale di eterna bellezza tramandato nei secoli, e un assortimento di oggetti potenzialmente infinito e sempre mutevole, rappresentato dagli stracci, simbolo di immondizia e degrado. Molti significati diversi verranno assegnati a questi stracci nel corso del tempo (consumismo, riciclo, esclusione sociale) parallelamente all’evoluzione della ricezione della stessa Venere degli stracci. Altri lavori con stracci includono Orchestra di stracci e  Monumentino, entrambi del 1968.

Altre importanti opere di MIchelangelo Pistoletto ritenute rappresentative dell’Arte Povera sono Candele, Riflessi sul muro, Quadro di fili elettrici e Cortina di lampadine, Slitta di acqua e sapone, Labirinto, tutti realizzati nel 1968.

Cittàdellarte

Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, situata in un ex mulino di Biella acquisito da Pistoletto nel 1991, ha aperto ufficialmente nell’estate del 1998. Da allora Cittadellarte ha costantemente sviluppato la sua struttura e i suoi programmi, rimanendo focalizzata su una mission che, mettere in in poche parole, è “ispirare e produrre un cambiamento responsabile nella società attraverso idee e progetti creativi”.
Le principali iniziative realizzate periodicamente a Cittadellarte sono: l’evento “L’arte al centro del cambiamento socialmente responsabile”, costituito da mostre, convegni e laboratori; il programma “artist in residence” denominato UNIDEE (University of Ideas), attualmente in via di trasformazione in accademia; l’assegnazione del Premio Minimo ai promotori del cambiamento responsabile della società.
Nel 2003 il Museo di Arte Contemporanea di Anversa (MuHKA) ha dedicato una grande mostra, dal titolo “Michelangelo Pistoletto & Cittadellarte &”, al percorso che ha portato dall’attività artistica di Pistoletto alla nascita di Cittadellarte, alla sua attività e alla sua rete di collaborazioni. cittadellarte.it

Manifesto del Terzo Paradiso

Nel 2003 Pistoletto scrisse il manifesto de Il Terzo Paradiso e ne disegnò nella sabbia il simbolo, una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito. Tra i due cerchi contigui, presi a significare i due poli opposti di natura e artificio, inserisce un terzo cerchio centrale a rappresentare il grembo generativo di una nuova umanità, ideale superamento del conflitto distruttivo tra le due polarità di natura e artificio nella società odierna.
Nel marzo 2004 l’Università di Torino ha conferito a Pistoletto la laurea honoris causa in Scienze Politiche. In quell’occasione Pistoletto annunciò pubblicamente che il Terzo Paradiso sarebbe stata la fase successiva del suo lavoro. Da quel momento il Terzo Paradiso è stato il principale motore di un lavoro che è stato condotto favorendo una fitta rete di relazioni e collaborazioni con tanti e diversi interlocutori: privati, associazioni e istituzioni attive non solo in campo artistico, ma anche ogni sfera della vita sociale, trasformandola in un’opera d’arte collettiva e partecipativa globale

 

Michelangelo Pistoletto in breve

Chi è Michelangelo Pistoletto e qual è il suo contributo all’arte?

Michelangelo Pistoletto è un artista italiano nato a Biella nel 1933, considerato uno dei più importanti rappresentanti dell’arte contemporanea. Il suo contributo consiste nella creazione di opere d’arte che sfidano le convenzioni tradizionali della pittura e della scultura, utilizzando elementi innovativi come specchi e performance.

Quali sono le opere più famose di Michelangelo Pistoletto?

Alcune delle opere più famose di Michelangelo Pistoletto fanno parte delle serie Quadri Specchianti, Oggetti in Meno.

In che modo Michelangelo Pistoletto ha sviluppato il concetto di “Pittura a soggetto zero”?

Michelangelo Pistoletto ha sviluppato il concetto di “Pittura a soggetto zero” attraverso la creazione di opere d’arte che non rappresentano alcun soggetto in particolare, ma che mirano a coinvolgere lo spettatore attivamente.

Quale ruolo ha svolto la riflessione sulla società nell’arte di Michelangelo Pistoletto?

L’arte di Michelangelo Pistoletto è fortemente influenzata dalla sua riflessione sulla società e sui temi sociali, come la crisi ambientale.

Quale importanza hanno le performances nell’arte di Michelangelo Pistoletto?

Le performances sono un aspetto importante dell’arte di Michelangelo Pistoletto, che le utilizza per creare opere che coinvolgono lo spettatore in modo attivo e interattivo.

Qual è il significato delle opere d’arte che utilizzano specchi di Michelangelo Pistoletto?

Le opere d’arte che utilizzano specchi di Michelangelo Pistoletto hanno il significato di riflettere la realtà e di coinvolgere lo spettatore nell’opera stessa, creando un’interazione tra l’artista e lo spettatore.

Qual è la sua relazione con il movimento artistico del minimalismo?

Michelangelo Pistoletto è considerato un rappresentante del movimento artistico del minimalismo per la sua semplicità e la riduzione dei suoi elementi formali, tuttavia la sua arte è più complessa e sfaccettata.

Qual è la missione della Fondazione Cittadellarte di Michelangelo Pistoletto?

La missione della Fondazione Cittadellarte di Michelangelo Pistoletto è quella di promuovere l’arte come mezzo per la trasformazione sociale e di creare una comunità di artisti, designer, scienziati e imprenditori per affrontare i problemi globali.

Come ha influito Michelangelo Pistoletto sulla cultura e la società italiana?

Michelangelo Pistoletto ha influito sulla cultura e sulla società italiana attraverso la sua arte innovativa e la sua attività come fondatore della Fondazione Cittadellarte, che ha avuto un impatto significativo sul mondo dell’arte e sulla cultura italiana.

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