TESTO DI MARCO MIGLIO / FOTO DI LUCA MISEROCCHI E GIANNI COMUNALE

Colori smaglianti nell’appartamento di Milano dove all’amore per la pittura si unisce quello del design d’autore: tra tutti, i pezzi firmati Memphis

Alberto Bianchi Albrici inizia così a raccontare la sua casa di Milano: “Io non gioco a biliardo ma per molti anni ogni giovedì ho ospitato tra 40 e 50 amici, che si sfidavano in avvincenti partite, spesso animate da un inaspettato spirito competitivo. In questo modo ho avuto la possibilità di mantenere i contatti con un gruppo di designer, imprenditori, intellettuali che altrimenti avrei perso di vista”. Il progetto di interior design è stato curato dalla moglie, Isabella Invernizzi, architetto, che racconta come la scelta condivisa sia stata quella di trasformare il piano superiore in un ampio open space affacciato sul terrazzo. Si è creata così una zona conviviale, che ruota, appunto, attorno al biliardo. E che spiega alcuni aspetti della personalità originale e creativa di Alberto: “Io amo soprattutto l’arte figurativa e i miei acquisti nascono sempre d’impulso, sempre e solo da un’improvvisa infatuazione che spesso nasce per caso, magari dopo essere passato con un taxi davanti alla vetrina di una galleria. E dopo una notte insonne per la paura che nel frattempo fosse già stata venduta”. Per questo la sua collezione d’arte appare variegata, senza un filo conduttore preciso, se non quello del gusto e della sensibilità di Alberto e di Isabella che, dopo un iniziale scetticismo, è ora del tutto coinvolta dalla passione del marito. Possiamo trovare, a volte appesi a parete, o a volte appoggiati a pavimento, opere di grandi artisti a fianco di quelle di giovani emergenti. Un collezionista puro, che oltre all’amore per la pittura, coltiva quello per il design d’autore. L’open space è infatti disseminato di alcuni tra i più prestigiosi pezzi di design, tra i quali spiccano molti introvabili oggetti Memphis, lo storico movimento-azienda creato da Ettore Sottsass. Oggi Alberto Bianchi Albrici è il proprietario di Memphis Milano, storica firma del design italiano. “Il design è stata una scoperta che ha cambiato la mia vita. Mi occupavo di economia in una multinazionale. Ma in qualche modo Memphis era nel mio destino. Ricordo che nel 1981, quando è stata presentata la prima collezione in Corso Europa a Milano, pur non sapendo nulla di design, io c’ero”. Poi dal 1986 Alberto è entrato nell’azienda come manager e da quel momento è stata un’escalation, culminata con la decisione di rilevare l’azienda nel 1996. “Mi ritengo molto fortunato perché lavorare in questo settore mi consente di dedicarmi alla bellezza. Certo non è stato facile raccogliere l’eredità di Memphis e di Sottsass. È come essere un tennista ed essere figlio di Borg”, conclude con ironia.

ANTENNE

Il mito di Memphis

Memphis è stato un importante fenomeno culturale degli anni 80, che ha rivoluzionato le logiche creative e commerciali del mondo del design. La leggenda narra che tutto iniziò a casa di Ettore Sottsass, che durante una cena con alcuni giovani designer (Michele De Lucchi, Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini, Martin Bedin, Nathalie Du Pasquier e George Sowden) si fece promotore di un movimento in grado di sovvertire i principi del Good Design allora imperanti, attraverso il ricorso a un’estetica radicale e visionaria. Durante il successivo incontro del gruppo, vennero presentati i disegni di oggetti dalle forme sperimentali, fortemente evocative, dai colori squillanti, che esprimevano una carica emotiva fino a quel momento del tutto inedita. Questa operazione di rottura sfociò nella mostra inaugurata il 18 settembre 1981 a Milano, dove venne presentata la prima collezione. Nel frattempo il movimento iniziò a strutturarsi come impresa, eleggendo Ernesto Gismondi presidente. Nonostante il clamoroso successo, nel 1986 Sottsass abbandonò il progetto, aprendo una nuova fase per Memphis. Le due collezioni successive, firmate MetaMemphis, sono state affidate ad artisti quali Sol Lewitt, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Sandro Chia. Nel 1996 l’azienda è stata acquisita da Alberto Bianchi Albrici (a sinistra con la moglie), che ha convinto Ettore Sottsass a tornare come art director. Nacque così la linea Post Design che, a partire dalla tradizione di un prestigioso passato, ha iniziato a interpretare la contemporaneità con nuovi linguaggi, in linea con lo spirito degli esordi. Attualmente Memphis continua a produrre le collezioni del passato e ad aggiornare il proprio catalogo con le proposte di nuovi designer. (A destra il ritratto di Alberto Bianchi Albrici, opera di Nathalie Du Pasquier).