Un parco di circa 4 ettari che circonda una dimora del XVII secolo e si adagia sulle dolci colline dell’Oxfordshire è stata oggetto di un radicale intervento di riprogettazione firmato dallo studio londinese di Marcus Barnett. Il risultato è un giardino contemporaneo, con dettagli eleganti senza tuttavia apparire pretenzioso, dal design pulito e moderno.

La proprietà è uno spazioso walled garden esposto a sud che si affaccia su ampie distese prative che sconfinano nei boschi più lontano. Il giardino vero e proprio rimane separato da questi luoghi, ma senza soluzione di continuità dal punto di vista percettivo, grazie a uno ha-ha (un escamotage tipico dei secoli scorsi per dare l’illusione di un prato ininterrotto e continuo, mentre forniva i confini per il bestiame al pascolo; tecnicamente si otteneva scavando un fosso asciutto, triangolare in sezione, al cui interno era costruito un muro di pietra a secco).

Il ripensamento dell’intero giardino da parte di Marcus Barnett si è reso necessario in seguito ai lavori di ampliamento dell’abitazione, che hanno comportato sbancamenti e rese necessarie la riconfigurazione degli assi prospettici e la gestione delle pendenze. Marcus Barnett ha risolto brillantemente la situazione non combattendo la topografia ma, anzi, sfruttando il pendio e creando nuovi assi prospettici dalle grandi vetrate dell’allungamento della casa, da cui si inquadrano viste inedite, sfumando il confine tra interno ed esterno. Ha creato più aree pianeggianti separate, con minimi terrazzamenti, e una lama d’acqua a cascata. Ogni terrazza è composta come una matrice, dove una o più celle ospitano esuberanti piantagioni, aree relax o di intrattenimento e, in una parte più discreta, una zona pranzo, tutte raccordate da sentieri geometrici. Ovunque si può percepire il piacevole sottofondo sonoro dell’acqua in movimento. Quest’area è divenuta il punto focale dell’intero giardino, in cui è piacevole sostare, in mezzo a macchie di erbacee perenni a fioritura scalare che si alternano nell’arco delle stagioni mescolate a rose bianche, con una palette vegetale dai toni soft, in cui dominano il bianco e soffuse cromie dal lilla al viola con qualche punta di bordeaux, secondo il briefing dei committenti. Per ombreggiare e donare uno slancio verticale sono stati messi a dimora Amelanchier × lamarckii a ceppaia, che sono interessanti tutto l’anno per la delicata ma abbondante fioritura bianca sui rami spogli, i frutti violacei e il fantastico cambio di tonalità delle foglie da bronzee a verde brillante fino al rosso arancio dell’autunno.

Questa zona degrada delicatamente verso due ampie terrazze inferiori e laterali lasciate a prato, usate per il croquet e la petanque, contornate da pietra locale intervallata da romantiche bordure miste di erbacee perenni, bulbose, rose e ortensie. Sentieri in ghiaia consentono di muoversi lungo i confini della proprietà dove si trovano altre zone di relax e sosta, all’ombra di alberi maestosi preesistenti, quali faggi e tigli. A un certo punto il prato si confonde con il meadow naturale oltre lo ha-ha, e sfuma nei boschi.

L’intervento di Marcus Barnett ha creato un armonioso equilibrio tra hard landscaping e una comunità vegetale non banale, a tratti romantica e seducente ma contemporaneamente spettacolare, conservando intatto lo spirito del luogo e la sua magia.

Elisabetta Pozzetti

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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