L’Isola di San Giorgio Maggiore, che si alza dal profilo dell’acqua proprio di fronte a San Marco, a Venezia, ospita le Stanze del Vetro. Uno straordinario progetto espositivo pluriennale, che include mostre personali e collettive, dedicate all’arte vetraria, oltre a un centro studi collegato.

Le Stanze del Vetro – storia e partner

L’iniziativa è nata, nel 2012, dallo sforzo sinergico della Fondazione Cini di Venezia e della Fondazione elvetica Pentagram Stiftung. La Fondazione Giorgio Cini è una Onlus creata nel 1951 da Vittorio Cini, in memoria del figlio Giorgio, scomparso prematuramente. Rappresenta uno dei primi esempi di intervento del capitale privato nella ricerca umanistica e culturale del nostro paese.

Isola di San Giorgio, veduta dall’alto. Photo © Alessandra Chemollo, Credit: Le Stanze del Vetro

Pentagram Stiftung, invece, è una fondazione privata svizzera, con sede a CoiraCantone dei Grigioni – nata con la mission di studiare e incentivare arte e design contemporanei, in approccio al vetro. La scelta dell’Isola di San Giorgio Maggiore come sede della Fondazione Cini ha posto le basi per il recupero e il restauro di un piccolo gioiello urbanistico, che affonda le radici nella storia della Serenissima.

Le Stanze del Vetro – la location

Il settore occidentale dell’ex convitto dell’Isola ospita le esposizioni permanenti e temporanee, che s’avvalgono così di una superficie di 650 metri quadri. A corollario delle mostre, si organizzano convegni, workshop, laboratori didattici ed eventi dedicati alla creatività applicata al vetro.

Sede Le stanze del Vetro

Le Stanze del Vetro – il Centro Studi

Le Fondazioni partner hanno affiancato alle Stanze del Vetro un Centro Studi, che implementa archivi multi-piattaforma sull’arte vetraria, in primis quella veneziana. Le numerose immagini catalogate provengono dalle antiche fornaci di Venezia e da collezioni o spazi abitativi, in virtù di recuperi dal pubblico e dal privato. Il Centro ospita una biblioteca dedicata, che annovera più di 2.000 titoli di testi dedicati al tema.

Vi si tengono seminari e simposi sulla storia e sull’evoluzione delle tecnologie di trasformazione, ospitando ricercatori e borsisti di diverse provenienze. Un comitato scientifico di esperti, presieduto da Luca Massimo Barbero, si occupa del coordinamento artistico e museale delle attività descritte. Il Centro collabora con le più grandi istituzioni culturali italiane e internazionali che si occupano di vetro artistico.

La Biennale di Venezia

Nel 2017, grazie alle Stanze del Vetro, l’arte vetraria è tornata sul proscenio della Biennale di Venezia, dove mancava da decenni. In occasione della 57^ edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale, la Fondazione Cini e Pentagram Stiftung si sono occupate del restyling delle installazioni del giardino esterno de Le Stanze del Vetro.

Ettore Sottsas, esposizione 2017 Stanze del Vetro

All’interno, è stata allestita una mostra dedicata all’approccio al vetro del grande Ettore Sottsass. In parallelo, è stato esposto Qwalala, di Pae White, artista visual e multimedia nordamericana, celebre per le reinterpretazioni della natura e degli oggetti di design con elementi tecnologici rigenerati o riciclati.

Pae White, Qwalala. Ph. Enrico Fiorese

Ispirata dall’opera di Alexander Calder e capace di valorizzare cromie e riflessi per arricchire le sue installazioni e le sue sculture, la White ha modellato un gigantesco muro curvo di 75 metri, assemblando migliaia di lingotti di vetro, dipinto e istoriato in 26 varianti di colore.

Pae White, Qwalala. Ph. Enrico Fiorese

Il nome dell’opera – Qwalala – riprende il nome di una tribù di native american, con un termine che indica un luogo ove scorre l’acqua. Il tracciato del muro, prefigurato in computer graphic, rappresenta una mutazione da barriera a percorso trasparente, quasi una fonte ideale di condivisione.

Pae White, Qwalala. Ph. Enrico Fiorese

Le Stanze del Vetro – la struttura

L’ex-convitto è una struttura dal taglio architettonico che richiama un mood ottocentesco, funzionalmente sopraelevata per interagire al meglio con la scuola. Il percorso di visita delle Stanze del Vetro, ridisegnato sulla classica topologia ad anello, si sviluppa tra finestre di grande superficie, con vetrine incastonate tra inserti di legno di noce e d’acciaio.

LE STANZE DEL VETRO, ingresso, lampade a sospensione, opera di Alessandro Diaz de Santillana. Foto @ Fabio Zonta, Credit: Le Stanze del Vetro

L’illuminazione viene veicolata attraverso sorgenti in vetro soffiato a mano, per arricchire la dimensione dei toni soffusi ed esaltare la naturale poetica degli oggetti. Lo studio Annabelle Selldorf Architects di New York, col supporto dell’italiano Fabrizio Cattaruzza e di Francesco Millosevich, ha diretto i lavori di riqualificazione dell’edificio.

Vittorio Zecchin, Vasi in vetro trasparente, 1921-1925

Le Stanze del Vetro – alcune mostre

Le Stanze del Vetro, nell’ultimo decennio, hanno ospitato importanti esposizioni d’arte vetraria. Tra le tante, ci piace ricordare il percorso creativo di Carlo Scarpa, la produzione artistica di Paolo Venini, “Fragile?”, con le opere in vetro di Marcel Duchamp, Joseph Beuys e Carsten Nicolai) o le opere scandinave del “Vetro finlandese”.

Carlo scarpa, Vaso in filigrana a reticello con canne rubino, verdi e gialle. Piede in vetro trasparente verde, 1927 ca. Ph. Enrico Fiorese
Marcel Duchamp, Air de Paris, 1919-1939. Riproduzione in miniatura dall’opera originale “Boite-en-valise”. Collezione David Fleiss, Parigi © Succession Marcel Duchamp by SIAE 2013

Suggestiva è stata la “Glass Tea House Mondrian”, in cui Hiroshi Sugimoto si è ispirato alla tradizione nipponica della cerimonia del tè.

Hiroshi Sugimoto. Glass Tea House Mondrian © Hiroshi Sugimoto + New Material Research Laboratory. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO. Foto: Enrico Fiorese
Hiroshi Sugimoto. Glass Tea House Mondrian © Hiroshi Sugimoto + New Material Research Laboratory. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO. Foto: Enrico Fiorese

Affascinante si è rivelata la celebrazione dei prodotti vetrari di Ettore Sottsass.

Tra il 2020 e il 2021, è stata allestita la mostra “Venezia e lo Studio Glass Americano”, Con 155 pezzi d’eccezione, realizzati da 60 artisti americani e veneziani.

Installation view, ph. Enrico Fiorese

In corrispondenza del lockdown dello scorso anno, è sopraggiunta l’inevitabile chiusura per l’emergenza pandemica da covid-19.

La riapertura

Adattandosi alle nuove regole di distanziamento sociale, è possibile visitare solo virtualmente le proposte artistiche delle Stanze del Vetro. Per questo motivo, la mostra “L’arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg” è stata rinviata. Prosegue infatti la fruibilità online di “Venezia e lo Studio Glass Americano”, grazie al virtual tour e alle visite guidate.

Stephen Rolfe Powell, Lascivious Torrid Cleavage (detail), 2003. H. 104,8 cm. Photo: Stephen Rolfe Powell

Paolo Servi