Bruno Taut, architetto tedesco dei primi anni del Novecento, è stato il protagonista dell’avanguardismo modernista formulando un’architettura espressiva e dallo spiccato senso sociale. Sperimentatore teso tra scritti teorici e opere realizzate, si è formato nell’ambiente Jugendstil berlinese per poi incontrare lo scrittore tedesco Paul Scheerbart, a cui si deve l’apertura del progettista alla nuova utopica Glasarchitektur.

Glasarchitektur costruita: il Glaspavillon (1914)

Nel 1914 Bruno Taut ha partecipato all’esposizione del Deutscher Werkbund a Colonia con il progetto del Padiglione di Vetro. Il volume trasparente e dinamico in acciaio e vetro, articolato su impianto a una pianta centrale dalle reminiscenze classiche, ha tradotto in architettura i principi della rivoluzione sociale contenuti nel testo Glasarchitektur (1914) dello scrittore Paul Scheerbart. 

L’adesione di Bruno Taut al Novembergruppe 

Il Novembergruppe è stato un gruppo di professionisti delle diverse arti creato a Berlino nel dicembre 1918, nel rinnovato contesto della Repubblica di Weimar, da Max Pechstein e César Klein. Tra gli architetti hanno aderito Walter Gropius, Erich Mendelsohn, Ludwig Mies van der Rohe, Hans Poelzig e Bruno Taut. Partecipavano all’associazione anche pittori, come El Lissitzky e Otto Müller, scultori e il drammaturgo Bertolt Brecht. Il gruppo, in maniera complementare al Deutscher Werkbund, proponeva attraverso mostre itineranti, aperte anche alla gente comune, una nuova unità tra arte, architettura, artigianato e urbanistica. 

Gli anni Venti e Trenta di Bruno Taut: i progetti dei Siedlung in Germania

I Siedlung, quartieri residenziali di edilizia economica, sono stati l’applicazione pratica delle idee sviluppate dal Novembergruppe e, in questo senso, hanno segnato una nuova stagione matura di Bruno Taut. In continuità con il precedente progetto realizzato per la città giardino di Falkenberg (1913-15), sviluppato con l’architetto Heinrich Tessenow, le realizzazioni residenziali di questo periodo hanno rivolto l’attenzione all’umanizzazione dell’esperienza abitativa. L’approccio progettuale, improntato alla costruzione di unità di vicinato nella considerazione delle singolarità che la compongono, è caratterizzato da una sperimentazione intorno agli aspetti spaziali, materici e cromatici. 

Nel Siedlung Schillerpark (1924-30), quartiere residenziale di Berlino, Bruno Taut ha progettato un’alternanza di edifici tra i due e i quattro piani, disposti nel verde e con facciate rivestite in mattoni. 

Bruno Taut, Siedlung Schillerpark, Berlino, 1924-30 © Marbot (CC BY-SA 3.0 DE)

Il Hufeisensiedlung (1925-27) di Berlino è stato costruito su un leggero avvallamento preesistente. L’architetto ha adatto il complesso residenziale volumetricamente più importante alla morfologia del terreno, disponendo una pianta organica a forma di ferro di cavallo che è in antitesi con il rigido orientamento nord-sud dell’asse eliotermico razionalista. L’edificio, intonacato di bianco con accenni di blu in corrispondenza degli accessi, è complementare alla tipologia delle case a schiera, con finiture in toni di rosso e arancione, nella creazione di un paesaggio antropizzato eterogeneo. La vivacità cromatica è ripresa anche nel quartiere Onkel-Toms-Hütte (1926-32), sempre nella capitale tedesca.

Bruno Taut, Hufeisensiedlung, Berlino, 1925-27 © Alexander Savin (CC0 1.0)
Bruno Taut, Siedlung Onkel-Toms-Hütte, Berlino, 1926-32 © seier+seier (CC BY 2.0)

L’attenzione alla qualità dei luoghi dell’abitare è visibile anche nell’ultimo progetto tedesco di Bruno Taut: il complesso residenziale Carl Legien (1929-30). L’architetto ha distribuito le unità residenziali in blocchi a C, dotandole di un affaccio loggiato verso l’elemento di corte verde descritto dalla geometria dell’impianto.

L’ultimo periodo di Bruno Taut tra Russia, Giappone e Turchia 

Nel 1931 Bruno Taut è diventato professore alla Technische Hochschule ma, nel 1932, con l’avvento del nazismo, è emigrato in Russia per poi trasferirsi, dopo un breve soggiorno, in Giappone, dove ha studiato e scritto di architettura giapponese. Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita in Turchia, diviso tra l’insegnamento all’Accademia di belle arti di Istanbul e l’attività professionale a capo dell’ufficio architettonico del ministero dell’Educazione. Nel 1938, lo stesso anno della sua morte, ha progettato il liceo Ankara Atatürk Lisesi, fondamentale per l’assimilazione del linguaggio architettonico moderno in Turchia. 

Andrea Zanin

 

 

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