Dieci anni fa, la terra tremava in Abruzzo. Il terribile terremoto del 6 aprile 2009 distrusse vite umane, ma sgretolò anche opere architettoniche e artistiche di inestimabile valore. Oggi, la mostra L’Aquila. Tesori d’arte tra XIII e XVI secolo, nella splendida cornice del Forte di Bard, presenta una selezione di 14 opere restaurate tra oreficerie, sculture in terracotta, pietra e legno, dipinti su tavola e tela provenienti dalle chiese aquilane e dal Munda, Museo Nazionale d’Abruzzo.
Dall’Aquila storie di sopravvivenza
Dalle Madonne con Bambino del Maestro di Sivignano e di Matteo da Campli a quella detta Delle Grazie; dal grande Crocefisso della Cattedrale alla Croce processionale di Giovanni di Bartolomeo Rosecci; dall’elegante e leggero San Michele arcangelo di Silvestro dell’Aquila allo splendido San Sebastiano di Saturnino Gatti; dal Sant’Equizio di Pompeo Cesura fino alle grandi tele di Mijtens. Opere accomunate dall’avere una storia di sopravvivenza e dall’essere un omaggio alla città dell’Aquila nel decennale del sisma e una testimonianza della grande ricchezza della sua arte.
Fotografie inedite ad accompagnare le opere artistiche
La mostra L’Aquila. Tesori d’arte tra XIII e XVI secolo rimarrà aperta al pubblico fino al 17 novembre 2019 e sarà affiancata dalla mostra fotografica, inedita, La città nascosta di Marco D’Antonio, a cura di Eleonora Di Gregorio. Una selezione di quindici grandi fotografie dedicate all’Aquila notturna, ripresa nelle sue aree ancora da ricostruire.
Il progetto che animerà le sale del Forte di Bard è ideato da Marco Zaccarelli e promosso dall’omonima Associazione con il patrocinio della Città dell’Aquila e della Regione Abruzzo, e vede la partecipazione dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Ecclesiastici dell’Arcidiocesi Metropolitana dell’Aquila e del Polo Museale dell’Abruzzo / MuNDA Museo Nazionale d’Abruzzo.