L’utilizzo della luce solare e lo sfruttamento dell’orientamento dell’edificio quale elemento di progettazione è una caratteristica che accomuna le costruzioni umane già da migliaia di anni. Pensiamo ad esempio agli antichi “tulou”, le case-fortezza della popolazione Hakka della Cina sud-orientale, riconosciuti Patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 2008, che li ha citati come esempio eccezionale di una tradizione che ha permesso di creare abitazioni uniche e funzionali.

La loro caratteristica principale risiede nella forma, circolare o quadrata, con muri spessi fino a sei metri e con un’altezza di tre o quattro piani. Sono state create utilizzando mattoni di pietra o terra battuta da cui deriva il loro nome che significa “costruzioni di terra”. Le strutture di solito presentano un solo ingresso, una porta di legno placcata in ferro. Ogni piano è costruito in legno scuro con piccole stanze della stessa misura disposte una accanto all’altra. Il primo piano viene solitamente destinato alla cucina e alla sala da pranzo, il secondo al magazzino e il terzo alle camere da letto. Al centro si trova un cortile ben illuminato che sfrutta appieno la luce naturale del sole e che viene usato dalle famiglie che abitano l’edificio.

Progetto di villa residenziale nell’hinterland milanese, che si ispira alla “domus” romana e agli antichi “tulou”. Giuseppe Tortato Architetti

La possibilità di sfruttare l’inerzia termica e tutti quei principi di fisica per rendere gli ambienti ospitali e confortevoli è un sapere che per migliaia di anni si è tramandato in ogni parte del mondo. Solo a cavallo tra la fine del 1800 e i primi anni del ‘900 questo sapere è stato in qualche modo dimenticato a favore di un utilizzo dell’energia fossile che ha creato, in particolar modo nel periodo compreso tra gli anni ’50 e ‘70, degli edifici energivori e inospitali che hanno successivamente richiesto interventi decisivi a livello tecnologico, sia dal punto di vista dell’isolamento che delle schermature solari.

Va anche detto che il contesto urbano di oggi, con i suoi vincoli e impedimenti burocratici, mal si concilia con la realizzazione di edifici realmente green, che adottano questi principi di sostenibilità derivanti da una sapienza millenaria. Ecco perché, per la realizzazione di un progetto, è fondamentale mixare i due elementi: la modernità delle tecnologie a disposizione e la sapienza millenaria di tecniche di sfruttamento passivo dell’orientamento solare, assicurato per esempio dalla conformazione del lotto o da altre conformazioni specifiche.

Nel progetto Marcolin HQ, di Giuseppe Tortato Architetti, la luce del sole è all’origine del progetto, sia nella definizione geometrica dei volumi, sia nell’articolazione degli ambienti e dei percorsi interni

 

 

 Oltre alla luce, grande attenzione viene posta anche a fattori come l’acustica e l’isolamento termico che, grazie all’introduzione di procedure e sistemi di controllo come il BIM, il Leed, il Breeam e il Well, hanno fatto un notevole salto di qualità introducendo principi di sostenibilità e di benessere che rimettono al centro del costruito l’uomo e il suo benessere.

Nei tre progetti che seguono sono chiaramente evidenziati i diversi scenari.

Progetto Marcolin HQ 

Marcolin HQ, progetto Giuseppe Tortato Architetti

 

Nel primo progetto Marcolin HQ, con la possibilità di sfruttare un terreno a completa disposizione, è stato creato un edificio completamente definito nelle sue forme e nelle sue geometrie dall’apporto giornaliero di luce e calore. Per il progetto dell’edificio non sì è partiti da una forma preconcetta, ma l’edificio è stato definito in base alle ombre create dalle montagne e più in generale dal percorso del sole nell’arco della giornata. Ed è curioso notare come la forma finale derivata abbia assunto in modo naturale delle forme organiche.

Progetto AB Medica

AB Medica, progetto Giuseppe Tortato Architetti

Nel caso di AB Medica, il progetto ha richiesto delle considerazioni ulteriori. Pur partendo da un lotto di terreno abbastanza rigido dal punto di vista dell’esposizione solare, prevalentemente sud e nord, è stato necessario considerare anche altri aspetti come il rumore del traffico (l’edificio si trova in prossimità di un’autostrada molto trafficata) e la schermatura di viste non gradevoli, che hanno contribuito alla definizione finale della forma dell’edificio: una sorta di astronave con una particolarità. L’orientamento del tetto è stato disgiunto da quello del corpo dell’edificio così da garantire un maggiore comfort agli uffici interni. In questo modo chi lavora all’interno dell’edificio può godere di spazi non illuminati in modo artificiale per la maggior parte della giornata. Apposite fessure create sul tetto permettono un irraggiamento naturale e costante durante il giorno, assecondando così i principi del ciclo circadiano.

Oggi infatti non si tratta più solo di illuminare una postazione di lavoro. L’Human Centric Lighting studia le modalità e gli strumenti per consentire l’illuminazione più corretta a ogni ora del giorno e dell’anno. La naturale variazione della temperatura colore nel corso della giornata, riveste un ruolo primario nella vita umana tanto da influenzare aspetti come quello della salute, dello stato psico-fisico, la produttività e l’umore.

Progetto Arcadia Center

Arcadia Center, progetto Giuseppe Tortato Architetti

Arcadia Center, infine, è il frutto di un connubio tra trasparenze dell’edificio nell’ottica di una progettazione di design ed esigenze di schermature nei momenti di maggiore luminosità e carico solare. La cosiddetta lanterna dell’ultimo livello è stata rivestita da una rete metallica traforata che da sola riesce a schermare oltre il 50% della luce naturale. In questo caso l’utilizzo delle tecnologie moderne ha supplito ai vincoli urbanistici dettati dal posizionamento dell’edificio.

In aggiunta, l’utilizzo della luce led, che ha consentito di garantire una qualità ambientale difficilmente raggiungibile con i vecchi sistemi di illuminazione assicurando una temperatura costante della luce, oltre che un attento studio dell’acustica e del comfort climatico fornito dagli impianti meccanici.

L’architetto Giuseppe Tortato, architetto con un’approfondita esperienza nel campo dell’architettura bioclimatica e delle rigenerazioni urbane

La richiesta del mercato è sempre più rivolta verso edifici salubri, per la cui realizzazione il progettista virtuoso deve garantire il mix di tutte le proprie competenze, sia a livello tecnologico che di conoscenza a livello progettuale. Una progettazione olistica quindi che consideri l’edificio sotto tutti i punti di vista, della luce, dell’aria, del suono e anche dell’acqua, e che si focalizzi sulla verifica della salute fisica e del benessere mentale degli abitanti del costruito, sia esso di tipo lavorativo che residenziale.

Giuseppe Tortato