I Racconti del Giardino. Il Fringuello

Testo e Acquerello di Valentina Grilli 

Durante il periodo di lockdown la natura si è fatta largo nelle nostre città deserte, nei parchi urbani  e nei nostri giardini, riaffermando il suo ruolo dominante. L’ombra di silenzio che improvvisamente ha avvolto il nostro territorio ha creato la condizione eccezionale per percepire fruscii, cinguettii o autentici concerti di volatili in festa. E in questa pace, mentre gli animali si riprendevano gli spazi perduti, noi abbiamo potuto riascoltare suoni ormai dimenticati sepolti dall’inquinamento acustico, come il canto dei pettirossi o i ronzii timidi degli insetti, sviluppando un’inedita attenzione verso i suoni e i rumori della natura.

Li abbiamo ascoltati e a volte anche intravisti prima che con un veloce battito d’ali si librassero in cielo, ma chi sono queste piccole creature che fanno capolino nei nostri giardini o sui davanzali delle nostre finestre?

Grazie alla sua capacità di adattarsi agli ecosistemi più vari, il fringuello è uno dei più comuni uccelli europei, in grado di colonizzare con facilità aree sia boschive sia urbanizzate, ed è per questo che è probabile riuscire ad intercettarlo anche nelle nostre città o nei prati dei nostri spazi verdi. Riconoscerlo è semplice grazie all’inconfondibile livrea variopinta che comprende l’azzurro della testa, e un intenso color ruggine sul petto. Le ali scure hanno una banda trasversale bianca che lo rendono distinguibile anche in volo.

Il suo cinguettio vivace inizia dal primo mattino dopo merli e tordi, ed è un autentico canto d’amore. I giovani maschi imparano i canti dai loro padri e, con il tempo, li perfezionano fino ad arrivare a elaborare motivi complessi per conquistare la partner, che anche se non si esibisce in gorgheggi melodiosi è in grado di giudicare i suoni del potenziale compagno. Quando questa affinità tocca il suo apice si formano coppie che resteranno insieme per la vita.

Secondo l’iconografia cristiana  tre uccelli, il cardellino, il pettirosso e il fringuello, mossi da compassione per le sofferenze di Cristo, staccarono una ad una le spine della corona postagli sul capo, ma tutti e tre si ferirono e il sangue fuoriuscito colorò per sempre il loro piumaggio. Nel Polittico di San Domenico, dipinto dalla Sapiente mano di Carlo Crivelli nel 1482, nello scomparto centrale campeggia monumentale una vergine dalle mani affusolate, che accoglie nel suo grembo Gesù. Il piccolo stringe tra le mani un fringuello, incarnazione del suo ineluttabile destino, quello della passione. 

Carlo Crivelli, Polittico di San Domenico (1482) Pinacoteca di Brera, Milano

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