Nell’ex città imperiale di Dinkelsbühl, in Baviera, lo studio noa* ha conferito un volto comune a diverse identità architettoniche, ognuna con la propria storia e tipicità, confluire in un hotel di fascino, il Goldene Rose.

Dinkelsbühl è una cittadina medievale, caratterizzata da antiche mura con torri e fossati difensivi e dalle tradizionali case a graticcio ed è uno dei centri meglio conservati della Germania. Si trova nel triangolo geografico tra Stoccarda, Monaco e Norimberga, lungo la Strada Romantica e valle del fiume Wörnitz. In questo singolare tessuto urbano, nel centro storico della città e proprio di fronte alla cattedrale di St. Georg, oggi l’hotel a cinque stelle Goldene Rose accoglie i suoi ospiti. La struttura, che vanta un passato architettonico ricco di avvicendamenti, grazie all’intervento di noa* beneficia di una nuova prospettiva.

La storia di Goldene Rose: un patchwork architettonico e funzionale

L’edificio originario, Goldene Rose, risale al XV secolo (circa 1450), e annovera fra i suoi ospiti illustri la regina Vittoria, che vi soggiornò nel 1891 durante uno dei suoi viaggi. È stato il primo stabile acquistato dall’attuale proprietario dell’hotel. Per una fortunata coincidenza, anche le quattro proprietà che si susseguono sul retro della casa sono state gradualmente messe in vendita. È quindi nata l’idea di riunire tutti gli edifici sotto un unico tetto, prestando una particolare attenzione alla conservazione della struttura storica. I cinque edifici hanno visto susseguirsi nel corso dei secoli una grande varietà di funzioni: l’hotel Goldene Rose ha sempre svolto l’attività di albergo, nelle case adiacenti, invece, si sono alternati magazzini, locande, una birreria, un cinema, una sala da ballo, un casinò e appartamenti residenziali.

Le linee guida per la progettazione

Per la pianificazione e la riprogettazione degli spazi della nuova struttura, i proprietari di Goldene Rose si sono rivolti a noa*, uno studio di architettura studio nota per la sua esperienza in progetti in contesti storici vincolati e agile nel muoversi laddove è difficile trovare un angolo retto.

La sfida più grande per gli architetti e gli interior designer è stato lo sviluppo di un concetto spaziale unificato all’interno di un vecchio mosaico di funzioni, senza tuttavia offuscare le ricche tracce della storia. La ricerca dell’essenza dell’edificio, da sempre uno dei principi guida di noa*, il superamento dei dislivelli interni, la stesura di un programma funzionale adeguato alle cubature originali sono solo alcune delle sfide progettuali intricate di questo incarico.

Goldene rose
Le scale Foto©AlexFilz

Goldene Rose oggi: come si articola

Il Goldene Rose, la struttura principale dell’ensemble, ha mantenuto la tradizionale facciata a graticcio color senape e si affaccia sulla Marktplatz, la piazza cittadina. Una volta varcato l’ingresso subito la sensazione di passato nel presente, pensiero progettuale che permea l’intero progetto, accoglie il visitatore. Salta agli occhi il bar ‘Vicky’, dal nome dalla illustre regina ospite. Il bancone rivestito in granito nero e specchi antichi e il confortevole salotto accanto al caminetto invitano l’avventore a indugiare comodamente seduti nelle poltrone confortevoli. In questa zona gli architetti hanno scelto di lavorare con un intonaco grezzo dalla finitura antica, con un pavimento in rovere calcinato bianco intervallato da assi più scure parallele a quelle che scorrono sul soffitto. Le vecchie insegne delle corporazioni della cittadina conferiscono all’ambiente un’identità unica.

Una volta superato il bar e la scala principale originale, la lobby e la spaziosa reception riprendono i dislivelli esistenti e l’andamento delle pareti, creando spazi di seduta più appartati e tranquilli.

La reception Foto ©AlexFilz

“L’ospite deve vivere l’edificio in tutte le sue peculiarità, non solo attraverso le travi storiche del soffitto, ma anche attivamente, salendo, scendendo, muovendosi fra le diverse altezze e i dislivelli della casa”,  racconta Lukas Rungger, fondatore di noa* e architetto responsabile del progetto.

Il secondo edificio del Goldene Rose è riservato agli spazi di circolazione e a vari locali di servizio, quindi si accede alla casa numero tre, che ospitava al primo piano l’ex sala da ballo del 1870. Al piano terra, gli ospiti dell’hotel possono fare colazione e cenare nel ristorante ‘Kantine Rosine’,  un ambiente impreziosito da una carta da parati che decora sia le pareti sia il soffitto e da tende leggermente trasparenti per aree separate e più tranquille.

 

Il cortile interno offre una vista sulla cattedrale, sui piani superiori dell’hotel e sulla piscina all’aperto situata all’ultimo piano.

Le camere, le suite, gli appartamenti

La quarta casa, un ex edificio residenziale utilizzato in passato come casinò, ospita una parte delle 43 camere dell’hotel e si allaccia all’ultimo edificio, ex locanda e birreria, che ospita, invece, 14 appartamenti separati che possono ospitare fino a quattro persone, sempre all’interno della struttura.

Vista di uno degli appartamenti. Foto ©AlexFilz

Nonostante siano suddivise in tre categorie, le camere del Goldene Rose si rifanno tutte alla medesima estetica e allo stesso design concept. In ognuna si trovano un divano (volte sospeso come una moderna amaca) e poltroncine, sopra il letto un arazzo ispirato al passato medievale della città e un bagno aperto, che pare dissolversi nella stanza grazie a superfici a specchio simili a mosaici.

 

Uniche nel loro genere sono le junior suite, collocate nel primo edificio, e occupano due piani, il superiore dei quali è una mansarda con capriate a vista dove si trova la zona notte. in queste camere l’arazzo riveste anche il pavimento, creando un’accogliente alcova per il letto. “Il nostro concetto di sostenibilità consiste anche nel riportare in uso vecchi edifici. In questo caso, ci è sembrato corretto mantenere l’originale funzione alberghiera, che perpetua il fascino e la vivacità della città”, precisa Patrick Gürtler, interior designer.

La Rosensaal

Vero e proprio fiore all’occhiello della struttura è l’ex sala da ballo del Goldene Rose, divenuta cinema negli anni ’50, le cui finestre precedentemente murate sono state riaperte per lasciare entrare la luce: ora è una sala multifunzionale per eventi. Purtroppo, non è stato possibile riutilizzare le vecchie poltrone pieghevoli del cinema, perché non più funzionali. noa* ha, tuttavia, reintrodotto il motivo originale del rivestimento stampando un nuovo tessuto con lo stesso pattern.

Al centro della sala a due piani fluttua un box sospeso, la ‘Kino Suite’, a cui si accede tramite una passerella, dotata di un’ampia finestra rivolta verso lo schermo cinematografico per visioni private. La sala può essere oscurata con enormi tende che si estendono sulla doppia altezza. Lampade a sfera originali aggiungono una luce d’atmosfera e un tocco di nostalgia.

L’attico e la Spa di Goldene Rose

All’ultimo piano si trova l’area benessere che si estende lungo tutto il tetto. L’accesso alla ‘Attic Spa’ avviene attraverso un’area dedicata a massaggi e trattamenti con una terrazza adiacente. noa* ha lavorato con estrema sensibilità per non apportare modifiche sostanziali all’aspetto esterno.

La piscina a sfioro esterna, lunga dieci metri, offre una vista unica sulla cattedrale. La piscina è stata coperta da un tetto a falde forato per evitare di farla apparire come un corpo estraneo se vista dall’alto. I nuotatori possono vedere il cielo e le nuvole dalle forature senza essere visti.

L’area benessere è completata da un’ampia zona relax su due piani, con un fruit bar e un’area saune separata.

Una scala interna conduce alla parte più alta del sottotetto, dove le travi in legno a vista, l’atmosfera intima e la possibilità di stendersi su amache sospese garantiscono un’esperienza di relax senza precedenti. 

noa*network of architecture

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