Sabato 27 e Domenica 28 giugno 2020 tornano le Giornate di primavera FAI – Fondo Ambiente Italiano, in un’inedita versione all’aperto. Oltre 250 bellezze artistiche e ambientali, pronte ad accogliere i visitatori per una due giorni di grande valore culturale ma anche simbolico.
Questo grazie grazie all’infaticabile spinta organizzativa dei gruppi di volontari delle delegazioni FAI sparsi in tutta Italia. 

Per la prima volta, dopo 35 edizioni, le Giornate FAI di Primavera presentano un programma di aperture interamente dedicato al rapporto tra Cultura e Natura, coinvolgendo i Beni e i territori in cui operano le sue Delegazioni. Sarà sorprendente guardare l’Italia con occhi nuovi, e scoprire tutte le sue molteplici sfumature di “verde”

Acireale. Villa Pennisi

L’elenco dei luoghi visitabili durante le Giornate FAI all’aperto offre al pubblico una variegata selezione di monumenti “verdi” e tutti all’aperto, tra cui diversi “Luoghi del Cuore” del patrimonio naturale e paesaggistico (promossi dal censimento in corso), inclusi itinerari o passeggiate nel verde urbano, campestre o montano (a questo link l’elenco completo) 

Giornate di primavera FAI, apertura dei Giardini di Palazzo Moroni 

Bergamo, Giardini di Palazzo Moroni, Foto Stefano Casiraghi © FAI – Fondo Ambiente Italiano

Come al solito molto ricca la proposta di visita nei Beni della Fondazione, cui si aggiungono ora i Giardini di Palazzo Moroni a Bergamo, che il FAI apre per la prima volta, e definitivamente ai visitatori. Un’apertura anticipata fortemente voluta dal FAI che dopo un primo parziale intervento di pulizia e manutenzione rende fruibile alla cittadinanza il più grande parco storico privato di Bergamo. Un polmone verde e suggestivo nel cuore della città, con i suoi terrazzamenti tipici dei giardini all’italiana, le aiuole fiorite e le siepi potate, e una grande ortaglia un tempo produttiva, con prati, viti su pergole, alberi da frutto e un tipico roccolo. Un nuovo Bene del FAI, un luogo di benessere ritrovato con vista panoramica sullo sfondo delle Alpi Orobie, che vuole contribuire alla ripresa della città gravemente colpita dalla pandemia.

I Giardini di Palazzo Moroni saranno aperti su prenotazione da effettuare online. Il 27 giugno, gratuitamente per il solo personale sanitario, e il 28 giugno, a contributo libero per i soli cittadini di Bergamo. Dal 1° luglio i Giardini saranno regolarmente aperti al pubblico (mercoledì, giovedì, venerdì dalle 14.30 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 19) acquistando il biglietto online.

Le sfumature di “verde” nel racconto dei Beni FAI

Nei Beni della Fondazione saranno organizzate visite guidate speciali, proposte di attività incentrate sul “patrimonio verde”. Attraverso piccole lezioni di botanica e visite accompagnate da esperti agronomi o giardinieri, il pubblico potrà scoprire peculiarità e rarità, aneddoti e curiosità sulla natura curata e protetta nei Beni FAI. I contenuti delle visite, elaborati per questa occasione speciale, diverranno materia di una proposta permanente del FAI che così inaugura, accanto al tradizionale racconto storico e artistico dei suoi Beni, un racconto di taglio botanico, naturalistico e paesaggistico, con particolare attenzione ai temi ambientali.

Tremezzina (CO), Villa del Balbianello. Foto Carolina Prieto © FAI – Fondo Ambiente Italiano

Ad esempio, Villa del Balbianello sul Lago di Como racconterà il “verde violentato”, la natura forzata dalla mano dell’uomo in forme innaturali e ardite, dal grande leccio potato “a ombrello” al ficus ripens che avvolge in una spirale le colonne della Loggia Durini. 

Tremezzina (CO), Villa del Balbianello. Foto Carolina Prieto © FAI – Fondo Ambiente Italiano

L’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce è testimone invece di un “verde malato”, a causa dell’epidemia di Xylella che da anni affligge gli ulivi del tipico paesaggio pugliese; un progetto di uliveto sperimentale intrapreso dal FAI e diretto dal CNR, contribuisce alla ricerca sulle soluzioni a questa pandemia del mondo naturale. 

Abbazia di Santa Maria di Cerrate. Foto Filippo Poli © FAI – Fondo Ambiente Italiano

E ancora il “verde d’archivio” raccontato al Castello di Masino a Caravino (TO) attraverso i documenti storici custoditi negli archivi della sua Biblioteca. Che hanno permesso al FAI di ricostruire un labirinto settecentesco e di reimpiantare uno storico vigneto del locale vitigno “Erbaluce”. 

Caravino (TO), Castello e Parco di Masino. Foto Dario Fusaro © FAI – Fondo Ambiente italiano

A Monte Fontana Secca a Quero-Vas (BL) si racconta il “verde eroico”, di un doppio eroismo: quello di un pascolo senz’acqua (fontana-secca), che il FAI ha ripopolato delle locali vacche burline grazie a moderni abbeveratoi mobili. E quello dei soldati che su questi prati combatterono durante la Grande Guerra. 

Quero-Vas (BL), Monte Fontana Secca, Veduta da ovest. Foto Martina Vanzo ©FAI – Fondo Ambiente Italiano

Villa Panza a Varese racconta invece un “verde architettato”, un giardino perfettamente equilibrato, tra geometrici parterres e boschetti romantici. Che fonde nell’armonia dello spirito del luogo un susseguirsi di progetti diversi e di grandi opere strutturali. 

Varese, Villa Panza. Foto di arenaimmagini.it © FAI – Fondo Ambiente Italiano

In Sicilia, sull’isola di Pantelleria, il Giardino Pantesco di Donnafugata rappresenta nella sua tipicità un “verde primigenio”, il prototipo del giardino, costituito da un solo albero di arancio protetto da un muro a secco in pietra lavica, che ne garantisce la sopravvivenza secondo un antichissimo metodo di coltivazione. 

Pantelleria (TP), Giardino Pantesco di Donnafugata_Foto © Vittorio Ghelfi

Il “verde spirituale” sarà infine quello raccontato dal Bosco di San Francesco ad Assisi, dove un sentiero nel bosco invita i “pellegrini del XXI secolo” a meditare sull’armonia tra Uomo e Natura. Che ha ispirato l’artista Michelangelo Pistoletto, autore dell’opera di land art Terzo Paradiso qui realizzata per il FAI, che simboleggia una sintesi ideale tra Natura e Cultura. 

Assisi (PG), Bosco di San Francesco,Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Foto Lucio Lazzara © Archivio FAI