In Alta Normandia, una tra le regioni francesi più conosciute, il villaggio di Varengeville-sur-Mer attira ogni anno molti visitatori per la bellezza dei suoi giardini, alcuni di prestigio internazionale. Uno dei gioielli è il giardino di Shamrock, che ospita la Collezione Nazionale di Ortensie, scoperte, raccolte, riunite e coltivate dai coniugi Mallet a partire dal 1984.

Shamrock
Giardino Shamrock, il paradiso dell’ortensia Foto ©Dario Fusaro

Varcata la soglia del cancello, ci si trova immersi in un parco di oltre 2,5 ettari, dove circa 1.500 specie, sottospecie e varietà, per un totale di oltre 2.000 piante, dal nome botanico Hydrangea, sono disposte secondo criteri paesaggistici. Un’organizzazione che sottende un rigore scientifico quasi impercettibile a un occhio inesperto, tale è la magnificenza della fioritura, che si protrae da fine maggio a tutto settembre. 

Shamrock
Foto ©Dario Fusaro

Dall’ampio viale principale si dipartono longitudinalmente sentieri inerbiti disposti a formare quasi un labirinto nel quale non ci si perde mai, benché forse lo si vorrebbe. Ai lati trovano posto aiuole e bordure a tema, quale il paese o la zona geografica d’origine, l’ibridatore, la specie. Avanzando a piedi oppure comodamente seduti sulle panchine, posizionate in zone strategiche, si possono ammirare le differenti forme, colori e sfumature delle infiorescenze delle ortensie: ora globose, ora a pannocchia, ora piatte e adornate sul margine da una serie di fiorellini, che come ballerine si protendono in un inchino. 

Shamrock
Foto ©Dario Fusaro

I colori delle molte varietà sfumano dall’azzurro pallido al blu e al viola, virano al fucsia più acceso fino al rosso vivo, per stemperarsi in un rosa madreperlato e passare poi al bianco. Qui ogni spazio è una festa di colori, mai fuori luogo, mai inopportuna, e di certo mai banale. Svariate dimensioni e portamenti degli arbusti sono accostati con grande maestria e valenza paesaggistica: non è raro trovare esemplari alti oltre tre metri, piccoli alberi disposti in filare a ombreggiare cespugli di taglia più piccola. Un viale, curiosamente, raccoglie in ordine alfabetico tutte le piante il cui nome varietale è una città. 

Shamrock
Foto ©Dario Fusaro

Ovunque la vista è incanalata verso prospettive o quinte magnifiche, siano esse una macchia monocolore, oppure un enorme arbusto che solo in questo luogo può essere ammirato in tutta la sua esuberanza e presenza scenica, o ancora una siepe fiorita che si vivacizza col trascorrere delle settimane. Ulteriore cannocchiale visivo è la riproduzione in scala uno a dieci del cerchio di Stonehenge, in cui le ortensie che meglio tollerano le posizioni soleggiate simulano le pietre del luogo originale.

Circa 300 esemplari di Paulownia tomentosa, alberi a crescita veloce, dalle grandi foglie a forma di cuore e spettacolare fioritura precoce color glicine, coltivati in forma libera, punteggiano sapientemente il parco. Le chiome offrono alle ortensie l’ombra leggera di cui necessitano per prosperare e, grazie agli scambi quasi simbiotici, le radici aiutano a trattenere l’acqua, evitando un eccessivo consumo di risorse idriche.

Foto ©Dario Fusaro

È per questo motivo che tutta la zona, la più estesa del giardino Shamrock, è stata chiamata ‘Le Jardin des Paulownias’, ulteriormente suddivisa nel ‘Jardin Célèste’, riservato alle specie più grandi, mentre l’altra ampia parte del parco prende il nome di ​​‘Le Bois du Dragon Vert’, un settore boschivo interamente dedicato alle specie di sottobosco di origine asiatica, giapponese in particolare.

Foto ©Dario Fusaro

Anche questa è un’area molto scenografica, che crea un quadro vivo in continua evoluzione, regalata dalla mutazione del colore dei fiori e delle foglie con il progredire della stagione. Shamrock è una banca dati dell’ortensia a cielo aperto, un giardino di fama internazionale, la più ricca collezione al mondo, dal 1999 Conservatoire des Collections Végétales Spécialisées (Conservatorio Raccolte Vegetali Specializzate, noto anche come C.C.V.S), riconoscimento attribuito ai giardini che contribuiscono a preservare la ricchezza e la diversità del patrimonio vegetale lottando contro l’estinzione delle specie. 

Foto di Dario Fusaro Testo di Elisabetta Pozzetti

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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