L’architetto olandese Gerrit Rietveld è stato uno degli esponenti di spicco del Neoplasticismo, capace di trasferire i valori portanti del movimento nell’architettura e nel design. Dotato di sguardo moderno e intuizione necessaria a prevedere i cambiamenti del tempo, Rietveld ha scritto un capitolo irripetibile nella storia dell’architettura olandese e non solo.

Gli inizi come artigiano

Nato a Utrecht nel 1888, Rietveld mosse i primi passi come artigiano lavorando nel laboratorio di falegnameria del padre. Parallelamente iniziò a formarsi anche in altri campi, frequentando dei corsi al Museo di Arti Applicate di Utrecht e si avvicinò all’architettura, guidato dell’architetto Piet Klaarhamer.  Ancora giovanissimo lavorò come orafo, prima di aprire un proprio mobilificio nel 1917. Gli esordi come artigiano e l’esperienza maturata sul campo, costituiscono un punto di partenza importante per il lavoro e il pensiero di Rietveld. Con sguardo critico e forte interesse per i nuovi meccanismi di produzione, iniziò ad immaginare mobili meno elaborati e più accessibili, rivoluzionando il settore.

Rietveld Architetto
Casa Schröder, il capolavoro di Rietveld a Utrecht, 1924. © Sailko, CC BY 3.0 , via Wikimedia Commons

Rietveld e il Neoplasticismo

Vicino al De Stijl o Neoplasticismo, Rietveld riuscì a reinterpretarne il linguaggio, trasferendo quella ricerca di armonia nel design e nell’architettura. Nel 1919 realizzò la Sedia Rossa e Blu, suo primo capolavoro legato al movimento neoplastico. Inizialmente Rietveld lavorò sulle forme, giocando con l’interazione tra piani orizzontali e verticali e semplificando al massimo il design, nell’ottica di una produzione in serie. Introdusse il colore solo successivamente, riprendendo lo schema di colori primari prediletti dal neoplasticismo, un’alternanza di rosso, giallo, blu insieme al nero. Principi che sviluppò nell’acclamato progetto di Casa Schröder a Utrecht nel 1924, massima espressione del neoplasticismo in architettura, definita dalla critica come un dipinto di Mondrian tridimensionale.

La svolta razionalista

Nel 1928 fu tra i ventiquattro architetti di fama internazionale che contribuirono alla nascita del CIAM, ossia i Congressi internazionali di architettura moderna, su iniziativa di Le Corbusier. Dopo che il De Stijl si sciolse, agli inizi degli anni Trenta, Rietveld iniziò a sviluppare idee e ad elaborare progetti vicini al razionalismo. Nel 1932 contribuì alla costruzione del quartiere residenziale di Lainz a Vienna, inserito nell’ambito del programma edilizio della “Vienna Rossa’’ e promosso anche dal Werkbund. In risposta alle terribili condizioni abitative, in cui la popolazione versava nel primo dopoguerra, il gruppo di architetti realizzò settanta abitazioni completamente arredate. Le case numero 53-56, opera di Rietveld, erano caratterizzate da facciate di un giallo pallido e da spazi interni di diversa altezza, in base alla funzione della stanza.

Le opere iconiche di Rietveld

Rietveld architetto
L’iconica sedia a zig zag, 1932 © Sailko, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons

Oltre all’attività architettonica, anche la seconda fase creativa di Rietveld fu caratterizzata da opere di design diventate iconiche. Nel 1932 realizzò la celebre Sedia a zig-zag, definita da una linea continua composta da quattro piani di legno. Un design in cui l’essenzialità delle forme raggiunse l’apice, talmente rivoluzionario da essere ancora attuale. All’attività di architetto e urbanista, Rietveld affiancò anche l’insegnamento presso l’Accademia di Belle Arti de L’Aja e l’Accademia di Architettura di Amsterdam. Nella fase più matura, inoltre, curò l’allestimento per due esposizioni dedicate al De Stijl, la prima al Museo Stedelijk di Amsterdam nel 1951 e poi al MoMA di New York nel 1952.

Il progetto per il Van Gogh Museum

Rietveld architetto
Il Van Gogh Museum ad Amsterdam © Warrox, CC BY 2.5 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.5>, via Wikimedia Commons

L’ultimo lavoro di grande rilievo fu il progetto realizzato per il Van Gogh Museum ad Amsterdam, completato dopo la sua morte. Il Museo, dedicato alla vita e alle opere del pittore olandese, aprì ufficialmente nel 1973. Dei due edifici che compongono la struttura, Rietveld progettò quello principale, mentre la nuova ala espositiva è stata progettata dall’architetto giapponese Kishō Kurokawa e completata nel 1999. Evidente nell’edificio principale la visione di Rietveld, espressa da spazi ampi e luminosi, l’uso di forme geometriche e dalla scalinata centrale illuminata dall’alto lucernario sovrastante. Una delle ultime opere di una carriera fervente, celebrata da molte onorificenze, tra cui la Silver City Medal conferita dalla città di Utrecht e il titolo di cavaliere dell’Orde van Oranje-Nassau.

Maria Teresa Morano

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