De Stijl, conosciuto anche come neoplasticismo, è considerato uno dei movimenti più influenti dell’arte moderna. Nato nei Paesi Bassi nel 1917, il neoplasticismo è un’evoluzione dell’arte astratta che, attraverso la semplificazione più assoluta di forme e colori, aspira ad individuare la formula per l’armonia universale.

De Stijl: lo stile assoluto

Il termine De Stijl, in italiano Lo Stile, viene usato per la prima volta, nell’omonima rivista da due esponenti di rilievo dell’arte astratta, gli olandesi Piet Mondrian e Theo van Doesburg. L’innovativa rivista diventa il principale strumento di teorizzazione e divulgazione del movimento artistico, che si presenta come un rinnovamento dell’arte. Il neoplasticismo, come molte avanguardie, nasce in risposta all’eccesso decorativo dell’Art Deco e ai drammatici sviluppi del primo Novecento.
L’uso di forme essenziali e geometriche si può leggere come la ricerca di un nuovo linguaggio, di uno stile assoluto, più idoneo a raccontare il mondo contemporaneo. Purificata dagli eccessi, l’arte viene considerata una forma di redenzione collettiva, in una tensione spirituale a tratti utopica.

Elementi del neoplasticismo

Le opere del neoplasticismo sono caratterizzare da forme astratte e rigorose, ridotte all’essenziale. Il linguaggio artistico si compone di rettangoli, quadrati, linee dritte, orizzontali o verticali. Anche i colori sono usati nella loro purezza, scegliendo esclusivamente colori primari accompagnati da nero, bianco e grigio. Il movimento, inoltre, non fa distinzione tra le arti e considera pittura, scultura e architettura come ‘’puro atto costruttivo’’. Una poetica costruita su regole precise e assolute, con rigore quasi matematico, a tal punto da rendere difficile l’intesa tra gli stessi fondatori. Le loro strade si separano, infatti, quando Theo van Doesburg introduce la diagonale nelle sue opere.

La pittura di Mondrian

De Stijl Neoplasticismo
Composizione con il rosso e il blu, Piet Mondrian, 1931 © Ángel M. Felicísimo from Mérida, España, CC BY 2.0 , via Wikimedia Commons

I quadri di Mondrian sono la sintesi più chiara del pensiero espresso nella rivista De Stijl, caratterizzati da un’estetica così potente da essere diventata di ispirazione per molti.
Ciò che l’artista ricerca con forza e dedizione è l’armonia tra le forme, riducendo la complessità di fondo ad una semplicità solo apparente. La Composizione con giallo, blu e rosso (1921) è uno degli esempi più celebri dell’arte Mondrian e del neoplasticismo stesso. L’opera è composta da spesse linee nere, orizzontali e verticali, che definiscono i contorni di rettangoli e quadrati. La composizione è dominata da un grande blocco di colore rosso, circondato da altri blocchi geometrici di dimensioni diverse che creano ritmo e movimento, alternando il blu e il giallo al nero, al bianco e al grigio.

Le opere di Theo van Doesburg

Le opere di Theo van Doesburg spaziano dalla pittura, all’architettura, al design, in piena aderenza alla teoria neoplastica. Nell’astrazione Doesburg individua un valore di tipo spirituale oltre che una ricerca di armonia. Nelle sue opere è visibile un’evoluzione diversa che va dal dipinto Dancers (Ballerini) fino all’astrazione totale raggiunta in lavori successivi, come la Composizione VII. In questa evoluzione Doesburg arriva a prendere le distanze dalle regole del neoplasticismo, introducendo la diagonale. Questo cambio di direzione è evidente nel Cafè de l’Aubette a Strasburgo, restaurato tra il 1926 e il 1928, con interni decorati secondo un’estetica dominata dall’uso di colori primari e forme geometriche disposte anche in diagonale.

Il Neoclassicismo in architettura

De Stijl Neoplasticismo
Casa Schröder a Utrecht, © Sailko, CC BY 3.0 , via Wikimedia Commons

Le caratteristiche essenziali del movimento trovano, quindi, applicazione anche in campo architettonico. Gli edifici realizzati in aderenza al neoplasticismo presentano piani murari che fuoriescono dai volumi, compenetrazione tra spazi esterni ed interni, assenza di decorazioni e uso di colori primari. In questo campo è rilevante il lavoro dell’architetto e designer Gerrit Rietveld, che realizza Casa Schröder a Utrecht nel 1924. In piena aderenza ai principi del movimento, la casa si sviluppa su due piani, con spazi interni organizzati in base alla funzione a cui sono destinati.
La costruzione è la perfetta trasposizione architettonica di un dipinto di Mondrian, con pareti bianche e grigie che definiscono la struttura, pilastri e architravi in giallo, rosso e blu, e finestre di colore nero e bianco.

Dall’architettura al design

De Stijl Neoplasticismo

L’attività di Gerrit Rietveld si distingue anche nel design, con la produzione di arredi e mobili in stile. Si tratta di pezzi ormai iconici, come la Sedia rossa e blu (1918) o il Tavolo divano, progettato per Casa Schröder. In questi casi, le forme geometriche e il gioco di colori primari brillanti sono applicati anche agli oggetti di design, creati per essere molto più di un semplice elemento d’arredo. Indipendentemente dalla frattura tra i due fondatori, il movimento è sopravvissuto, rimanendo un punto di riferimento nell’arte e non solo, fino ad oggi.

Maria Teresa Morano

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