Fino al 27 ottobre, al museo dell’Ara Pacis di Roma, sarà visitabile la mostra Claudio Imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia. Un tuffo nel passato della città eterna per raccontare la personalità e l’operato dell’imperatore che a 52 anni divenne il quarto principe di Roma e il primo ad aver avuto i natali fuori dalla penisola italica.

Ripasso di storia romana

Per capire appieno la mostra Claudio Imperatore, prodotta dalla Sovrintendenza Capitolina in collaborazione con il Musée de Beaux Arts di Lione e curata da Claudio Parisi Presicce, Orietta Rossini, Lucia Spagnuolo, occorre fare un ripasso di storia romana. Era il 19 d.C. e una città imperiale attonita viene a spere della morte di Germanico, frutto perfetto della politica dinastica augustea, in circostanze misteriose. A prendere il potere saranno il figlio Caligola e poi il fratello Claudio. Costui, acclamato dai pretoriani, diventa a 52 anni il quarto principe di Roma con il titolo di Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico.

La figura di Claudio Imperatore

La mostra, partendo dal confronto con la figura del fratello, vuole indagare quella di Claudio Imperatore, approfondendo, il carattere dell’uomo e la capacità tecnico-amministrativa e politica dell’imperatore, attraverso il confronto tra la documentazione archeologica e il racconto degli storici, troppo spesso con lui poco teneri.

Claudio Imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia. La mostra

Le sezioni della mostra, partendo dal racconto della morte di Germanico, evidenziano l’importanza che per Claudio ebbe la propaganda dinastica, dettata dalla necessità di sottolineare il proprio legame con la dinastia giulio-claudia: anche se di natali noti, la sua acclamazione a imperatore, avvenuta a opera dei pretoriani e non con legale adozione, rendeva indispensabile l’affermazione del suo diritto a governare.

Si prosegue con la sua attività in politica estera, con particolare riferimento alla spedizione in Britannia e il conseguente allargamento dei confini dell’impero; viene quindi offerto un momento di riflessione sulla sua politica interna, sul rapporto con il Senato e il suo tentativo di allargarne i ranghi, testimoniato dall’interessante discorso contenuto nella tavola bronzea di Lione, uno dei più notevoli pezzi in mostra.

Le novità della sua politica

Per completare il quadro del racconto, non poteva mancare uno scorcio sulle attività che portarono miglior beneficio all’impero ideate da Claudio Imperatore. Come la costruzione di una vera e propria ‘burocrazia’, attraverso le deleghe ai potenti liberti imperiali e quello delle grandi opere di pubblica utilità, come il progetto del porto di Ostia, la problematica bonifica del Fucino e l’attenzione al rifornimento e all’approvvigionamento dell’acqua pubblica.

Le donne dell’Imperatore

Uno spazio ed una attenzione particolare avranno le donne dell’imperatore, in particolare le mogli Messalina e Agrippina, soprattutto nel tentativo di offrire una ricostruzione dell’ambiente della corte imperiale nella Roma della metà del I secolo d.C. La morte di Claudio, circondata da sospetti, proprio come quella che era toccata in sorte molti anni prima al fratello Germanico, determinerà la sua divinizzazione, la promozione di un tempio a lui dedicato sul Celio e l’ascesa al soglio imperiale del figlio di Agrippina, NeroneClaudio Imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia. La mostra