Contro l’immobilismo accademico, oltre i principi del Movimento Moderno, Claude Parent è stato un progettista francese, attivo nella seconda metà del Novecento, autore di creazioni che hanno modificato l’esperienza dello spazio architettonico.

Un ritratto fotografico di Claude Parent © Chloé Parent (CC BY-SA 4.0)

Claude Parent, gli anni della formazione

Claude Parent ha studiato architettura all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts, prima a Tolosa e poi a Parigi, e, pur senza conseguire il diploma, nel 1956, al termine di una breve collaborazione con l’architetto Ionel Schein, ha fondato il proprio studio. Negli anni immediatamente successivi è entrato in contatto con figure carismatiche, come André Bloc e Yves Klein, che interpretavano l’architettura attraverso altre discipline.

Architettura e filosofia: Claude Parent e Paul Virilio

Chiesa di Sainte Bernadette a Nevers © joy garnett (CC BY-NC-SA 2.0)

Claude Parent, intorno al 1963, ha instaurato un sodalizio con il filosofo Paul Virilio, insieme al quale ha creato il gruppo Architecture Principe e teorizzato la funzione obliqua, un ripensamento delle strutture logiche alla base della composizione architettonica che implicava una riconfigurazione dello stile di vita stesso. Una nuova idea di spazio, già evidente nella Soultrait House, risalente al 1957, che si è rivelata in maniera compiuta nella successiva Casa Drusch: la ricerca di un dinamismo assoluto ha portato l’architetto, in un processo creativo in cui la psiche governa le leggi della geometria, a capovolgere il cubo, generando una tensione che, inevitabilmente, influenza il modo di agire delle persone.

Altro edificio emblematico, concepito insieme a Paul Virilio, è la chiesa di Sainte Bernadette a Nevers, completata nel 1966. Un’architettura totale, in cui la potenza del cemento armato a vista esalta l’essenzialità dei volumi, articolati in due aule inclinate e giustapposte. Si assiste quindi a una reinvenzione della sacralità dello spazio religioso, mediate un vocabolario di elementi obliqui, suscitati dalla frattura dei significati tradizionali.

Oltre lo spazio euclideo

Centro commerciale di Sens © Elke Wetzig (CC BY-NC-SA 4.0)

La singolare, ancora oggi a tratti inesplorata, cifra architettonica di Claude Parent si ritrova, durante gli anni settanta, nei centri commerciali di Reims e di Sens, dalle linee oblique rese plastiche dal cemento armato. L’etica sopravvive all’estetica, nell’intento di affrancare i rapporti umani dalle costrizioni sociali manifestato nelle forme libere del Padiglione della Biennale di Venezia 1970, che hanno influenzato le sperimentazioni di progettisti contemporanei come Jean Nouvel, Bernard Tschumi, Zaha Hadid e Rem Koolhaas, custodi dell’eredità di Claude Parent anche dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2016.

Andrea Zanin

 

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