Il Center for Italian Modern Art (CIMA) ha inaugurato la mostra Transatlantic Bridges: Corrado Cagli, 1938-1948, dedicata all’artista ebreo italiano Corrado Cagli (1910-1976).

La mostra, curata dal professor Raffaele Bedarida dell’università Cooper Union, vuol far luce sull’affascinante viaggio umano ed intellettuale intrapreso da Cagli durante gli anni trascorsi negli Stati Uniti, tra il 1938 ed il 1948, approfondendo gli aspetti della vita di Cagli durante gli anni ’30, quando fu costretto a lasciare il suo paese natale per sfuggire alla censura e alla persecuzione.  Pittore di talento, Cagli fu attivamente coinvolto in progetti pubblici commissionati dal regime fascista italiano. Tuttavia, dopo il 1937, il lavoro di Cagli attirò feroci critiche da parte dei soggetti reazionari all’interno dell’establishment fascista. Quale artista ebreo e apertamente omosessuale, Cagli divenne bersaglio di attacchi virulenti, soprattutto a seguito della promulgazione in Italia delle leggi razziali del 1938.

A causa di tali condizioni ostili, Cagli scelse di lasciare la sua terra natale e cercare rifugio negli Stati Uniti. In America divenne una figura influente nel milieu culturale ed artistico degli emigrati a New York. Trovò rispondenza nell’ambiente neoromantico facente capo alla Julian Levy Gallery e al Wadsworth Atheneum. Fu attivo nell’ambiente dei surrealisti anti-bretoni della rivista View e divenne protagonista di un momento fondamentale della cultura gay di New York, collaborando con artisti coinvolti con la Ballet Society e con Harper’s Bazaar, ed esponendo alla galleria di Alexander Iolas. Durante i suoi dieci anni di permanenza in America, Cagli continuò a produrre ed esporre disegni, un mezzo che gli permise di interrogare e criticare la retorica fascista. Mentre infuriava la seconda guerra mondiale, Cagli si arruolò nell’esercito americano, svolgendo addestramento sulla costa occidentale, prima di tornare in Europa per partecipare a eventi storici, quali il D-Day e la liberazione del campo di concentramento di Buchenwald. Alla fine della guerra Corrado Cagli giocò un ruolo cruciale nel ristabilire i legami culturali tra Italia e Stati Uniti, collaborando con il MoMA, Irene Brin e la galleria romana L’Obelisco.

La nuova mostra del Center for Italian Modern Art, che include disegni, dipinti, foto ed ephemera, non esplora solo i temi della guerra, dell’esilio e della discriminazione, ma mette anche in luce il poliedrico impegno di Cagli con l’ambiente surrealista e neoromantico di New York. Inoltre, la mostra fa luce sulla sua collaborazione con George Balanchine e la Ballet Society, evidenziando la profondità e la ricchezza della sua eredità artistica. Il curatore Raffaele Bedarida, PhD, storico dell’arte specializzato in modernismo e politica transnazionale, ha una vasta esperienza nei temi di diplomazia culturale, migrazione e scambi tra Italia e Stati Uniti, ed è dunque particolarmente qualificato ad illustrare l’affascinante narrativa di Cagli. Il CIMA è onorato di presentare Transatlantic Bridges: Corrado Cagli, 1938- 1948, ed orgoglioso di esibire il lavoro di un artista straordinario, la cui vita e il cui lavoro costituiscono un richiamano ai temi di perseveranza, trasformazione ed espressione artistica, possibili nonostante le avversità. La mostra costituirà un’esplorazione stimolante e approfondita di un capitolo spesso trascurato della storia dell’arte italiana e americana.

La mostra è accompagnata da un nutrito calendario di eventi aperti al pubblico. Parte dei programmi è concepita in collaborazione con il Centro Primo Levi, che generosamente contribuisce all’analisi della vita e dell’opera di Cagli attraverso la pubblicazione dell’edizione in lingua inglese del libro di Raffaele Bedarida sull’artista. Un ciclo di incontri e conversazioni con artisti contemporanei, concepito in risposta all’assegnazione di un premio ricevuto dal CIMA dalla Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, affronterà i temi suggeriti dalla mostra di Cagli. Tutti gli eventi pubblici del CIMA sono resi possibili grazie al generoso contributo della Fondazione Tiro a Segno di New York. La mostra sarà accompagnata da un catalogo a colori ideato in collaborazione con l’Archivio Cagli di Roma.

CIMA

CIMA

Fondato nel 2013 dalla storica dell’arte Laura Mattioli, il Center for Italian Modern Art (CIMA) è una fondazione pubblica no profit dedita a promuovere l’arte italiana moderna e contemporanea presso un pubblico internazionale. Attraverso mostre apprezzate dalla critica, una ricca programmazione di eventi pubblici ed un prestigioso programma di borse di studio internazionale, CIMA colloca l’arte moderna italiana in nuovi e più ampi contesti storici e culturali, evidenziandone il fondamentale contributo allo sviluppo della cultura artistica internazionale. Situato in un luminoso loft nello storico quartiere di SoHo a New York City, CIMA offre un ambiente intimo che permette di apprezzare al meglio le opere d’arte. Le visite guidate della mostra, condotte dai borsisti ricercatori che CIMA invita a New York come parte della propria missione educativa, iniziano con la degustazione di un caffè espresso e sono seguite da un percorso della mostra concepito in modo da favorire un dialogo tra borsisti e visitatori. I programmi pubblici del CIMA offrono numerose opportunità per approfondire i temi della mostra e la conoscenza dell’arte italiana; e costituiscono una piattaforma volta a promuovere il dialogo tra artisti, ricercatori, scrittori e altre figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura. italianmodernart.org