Charles Willard Moore è stato un architetto, scrittore e professore americano, membro dell’American Institute of Architects e vincitore della medaglia d’oro AIA del 1991.  Le caratteristiche tipiche del design come dettagli storici, ornamenti fantastici o ironici hanno reso l’americano uno dei principali architetti postmoderni, insieme a Venturi, Graves, Tigerman e Jencks. Può essere considerato il padre del postmodernismo e come professore ha formato una generazione di architetti americani tramite i suoi libri o le sue lezioni.

Il periodo di Princeton

Charles Willard Moore è nato a Benton Harbor in Michigan il 31 ottobre 1925 ed è morto il 13 dicembre 1993 a Austin in Texas.

Moore si è laureato all’Università del Michigan nel 1947, successivamente ha conseguito un master e un dottorato di ricerca nel 1957 all’Università di Princeton. Nel 1958 era ancora a Princeton come assistente dell’architetto Louis Kahn ed insegnava in uno studio di design. Durante la permanenza a Princeton è entrato in contatto con molti architetti per esempio Robert Venturi, Donlyn Lyndon, William Turnbull Jr, Richard Peters e Hugh Hardy. Tutti rimasero amici per tutta la vita, uniti soprattutto dalla visione comune sulla architettura vista come gioiosa, umanistica e che doveva rendere le persone più felici.

MLTW e Sea Ranch

Nel 1959, Charles Willard Moore divenne un insegnante dell’Università della California. Lì collaborò e formò un’azienda dal nome MLTW con gli amici Donlyn Lyndon, William Turnbull Jr e Richard Whittaker

Privilegiavano progetti contestuali e furono tra i primi architetti a farlo. Quando sono stati assunti per progettare un complesso condominiale innovativo e rispettoso dell’ambiente sulla costa settentrionale, hanno messo in pratica tutti gli ideale studiando molto il luogo del progetto. Si tratta di Sea Ranch che divenne una delle opere più ammirate, influenti e amate della fine del XX secolo.

Sea Ranch – ©Mariano Mantel (Flickr CC BY-NC 2.0)

Yale School of Architecture

Successivamente Moore divenne presidente e professore di architettura a Berkeley. Quando Paul Rudolph si dimise da preside della Yale School of Architecture, Charles Willard Moore divenne il suo successore nel 1965. Moore è stato un leader energico anche se spesso controverso che è riuscito a guidare per cinque anni la scuola attraverso alcuni dei suoi anni più tumultuosi, ma anche creativi.

La Yale Building Project è stata fondata nel 1967 da Moore insieme a Kent Bloomer. Dimostrava la responsabilità sociale e per smitizzare il processo di costruzione per gli studenti del primo anno. Ha anche spinto Kingman Brewster, il preside di Yale, a indire un concorso per un nuovo edificio per la matematica nello storico campus. Molti degli studenti di Moore divennero i principali architetti della generazione successiva, tra cui Mark Simon, Buzz Yudell, Gerald Allen, Elizabeth Plater-Zyberk, Andrés Duany, David Sellers e Turner Brooks.

Piazza d’Italia di New Orleans

Questa piazza doveva realizzare la visione della comunità italo-americana di New Orleans. Fu scelto proprio Charles Moore per il suo design spiritoso ed esuberante. Fu aiutato da Ron Filson, Malcolm Heard e Allen Eskew ed idearono la fontana a forma di Italia circondata da colonnati emiciclici, una torre dell’orologio, un campanile e un tempio romano. Quest’ultimi erano espressi in modo astratto e minimalista. La fontana e i colonnati giocavano con forme e ordini classici ed erano eseguiti con materiali moderni come l’acciaio o suggerendo le foglie d’acanto dei capitelli attraverso l’uso di getti d’acqua.

Piazza d’Italia – ©trevor.patt (Flickr CC BY-NC-SA 2.0)

Charles Willard Moore scrittore

Durante gli anni di Yale ha scritto un libro di design residenziale dal titolo “The Place of Houses” mentre quando era a Berkeley ha fondato la rivista “Places” insieme a Donlyn Lyndon.

Clienti e designer hanno adorato il suo stile disinvolto e i bei disegni, ma soprattutto il suo impegno per il “placemaking”. Il placemaking è un approccio multiforme alla pianificazione, progettazione e gestione degli spazi pubblici sfruttando le risorse, l’ispirazione e il potenziale di una comunità locale, creando spazi pubblici e promuovendo la felicità e il benessere delle persone.

Ha continuato a scrivere saggi e libri per il resto della sua carriera, incluso l’influente “You Have To Pay for the Public Life”. Si tratta di uno libro premonitore dell’espansione incontrollata suburbana e dell’ascesa del parco a tema in America.

Uno dei suoi ultimi libri “Body, Memory and Architecture” non solo ha introdotto nuove idee psicologiche e antropologiche nella teoria del design, ma ha anche anticipato la rivoluzione odierna nelle neuroscienze e la teoria della cognizione incarnata.

Municipio e centro civico di Pleasant Hill 1991 – ©rocor (Flickr CC BY-NC 2.0)

Lo stile e le influenze di Moore

Charles Willard Moore usava elementi di design audaci e colorati. Impiegava combinazioni di colori, grafiche, eclettismo stilistico e materiali non tradizionali come plastica, pellicola PET, piastrelle e insegne al neon. Il suo lavoro spesso provoca eccitazione, sfida la normalità tendendo al kitsch.

La sua residenza a New Haven della metà degli anni 60 è stata pubblicata su Playboy presentando una doccia aperta e indipendente al centro della stanza, la cui acqua sgorgava attraverso un gigantesco girasole. Non ha fatto mistero del suo amore per gli edifici vernacolari lungo le strade in luoghi come San Miguel Allende, la Sunset Strip e Main Street a Disneyland.

Il suo primo lavoro con MLTW ha creato uno stile regionale della costa occidentale degli Stati Uniti nell’architettura residenziale. Presentava tetti a falde ripide, esterni in scandole e aree vetrate, compresi i lucernari. Un’intera scuola di designer della costa occidentale ha seguito la loro guida nella progettazione di residenze in legno simili per i loro nuovi clienti benestanti.

L’architetto americano era sensibile alle esigenze dei clienti. Ha costruito edifici innovativi e su misura progettando diverse chiese e una casa per un ipovedente e sua moglie. I suoi schemi di progettazione urbana sono stati adattati al contesto e alla storia, e i suoi libri sono pieni di sofisticati studi sulle cose più disparate come giardini rinascimentali, case georgiane inglesi e piazze italiane. I suoi viaggi erano sempre documentati da diapositive a colori, schizzi e souvenir.

Molto famosa è Piazza d’Italia (1978) progettata da Moore a New Orleans. Ha fatto un uso prolifico del suo esuberante vocabolario del design ed è spesso citata come l’archetipo del progetto postmoderno.

Cattedrale episcopale del Getsemani a Fargo, nel Dakota del Nord – ©Farragutful (via wikimedia commons CC BY-SA 4.0)

Maria Giulia Parrinelli

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