TESTO DI DELFINA MALATESTA / FOTO DI MARTA FEGIZ E LAURA DE IUDICIBUS

UNA VILLA DALLE PARETI CANDIDE CHE SI AFFACCIA SUL MARE DELLA TOSCANA, ALLA QUALE UN TEAM DI QUATTRO DONNE HA CON SAPIENZA RIDATO VITA E ARMONIA

Era una villa, dall’aspetto austero, come un castello chiuso in se stesso, incurante del suo intorno e del benessere delle persone che lo abitavano. In una posizione incantevole, su una collina a strapiombo sul mare della Toscana e dalla quale si gode una vista incredibile. La villa era stata acquistata da una coppia di stranieri come regalo, promesso da tempo, da lui per l’amatissima moglie. “A volte il nostro lavoro deve limitarsi a dare a un edificio un’estetica adeguata alla bellezza del paesaggio in cui ha avuto la fortuna di essere costruito”, spiega Laura de Iudicibus, che ha curato il progetto architettonico insieme con Alessandra Gobbo e Beatrice Chiappini di Openstudio. Tutto il progetto, compresi gli esterni affidati a Marta Fegiz, paesaggista romana, era ispirato da due principi fondamentali: equilibrio tra interni ed esterni, armonia tra famiglia e paesaggio. “Ci siamo ritrovati così a ripensare completamente una casa che aveva potenzialità enormi assolutamente non sfruttate”, dice de Iudicibus. “Ogni aspetto del progetto ha avuto quindi come obiettivo l’apertura della casa verso l’esterno e, allo stesso tempo, la fruibilità dei suoi spazi, la creazione di zone di aggregazione familiare, la semplicità e la sobrietà nelle zone private”. Tutto questo è stato in qualche modo “anticipato” dal progetto della piscina, disegnata da Firouz Galdo, architetto, che ha posto le basi e così incoraggiato quest’ottica generale di “apertura”: sfruttando il naturale dislivello del giardino, ha disegnato una piscina a sfioro con bordo tracimante sul versante rivolto al mare. “La sua forma organica si inserisce armonicamente nelle curve di livello, ampliando e liberando il fronte visivo, con un effetto senza paragoni nella sua semplicità”. Nel progetto degli interni grande importanza è stata data al recupero del grande salone, dove una monumentale scala in marmo, strutturale per l’edificio, bloccava la vista del mare e frammentava gli ambienti. Poi alla suddivisione degli spazi, in modo da avere sempre prospettive sul giardino e sul paesaggio. “Prima dei lavori, il giardino era totalmente pavimentato”, dice Marta Fegiz, “non c’era un angolo di verde. La prima cosa che ho cercato di fare è stata quella di esaltare il bianco mediterraneo della villa e la splendida vista sul mare: il verde intenso del prato con le fioriture della macchia mediterranea si stagliano sulle linee candide della casa”. Ora il castello incantato con i suoi abitanti e il suo splendido giardino convivono in perfetta armonia.