Non potrò mai dimenticare l’attesa e l’emozione per l’arrivo in vivaio del primo container di Butia yatay dall’Argentina. Per un lungo periodo sono cresciute lente e indisturbate: poco famose non avevano ancora un vero mercato. Negli ultimi anni tutto è cambiato, a causa del Rhynchophorus ferrugineus (punteruolo rosso) che ha attaccato senza pietà le palme di Phoenix canariensis e P. dactylifera. La richiesta di Butia è andata alle stelle, per il loro ottimo adattamento al nostro clima, per l’eleganza unica e per la resistenza al temibile coleottero.

Butia capitata. © Le foto sono state gentilmente fornite da Vivai Torsanlorenzo.

Lo stipite (fusto) porta caratteristiche ‘squame’ da animale preistorico, dovute dalle basi persistenti dei vecchi piccioli basali mentre le foglie più alte, pinnate, si sviluppano come spade verso il cielo per poi scendere formando archi leggeri. 

Stipite di Butia yatay. © Le foto sono state gentilmente fornite da Vivai Torsanlorenzo.

Il genere Butia fa parte della famiglia delle Arecaceae ed è originario delle zone subtropicali e temperate del Sud America ma è presente anche in Argentina, Brasile, Uruguaya e Paraguay. Comprende una ventina di specie. Per quanto riguarda la coltivazione, necessita di terreni ben drenati e una buona esposizione al sole. Tra le specie più conosciute in Italia ci sono Butia capitata e Butia yatay. La prima, spesso confusa con la Butia odorata, ha uno stipite abbastanza tozzo e solitario e una bella corona di foglie arcuate, che le dona un’armonia innata. Il suo sviluppo è inizialmente lento ma una volta messa a dimora diventa più regolare.

Nella pianta adulta, il tronco grigio può raggiungere i 6 metri di altezza e 30 cm di diametro, sopratutto alla base, dove i piccioli sono particolarmente fitti e spinosi. Le foglie sono lunghe quasi due metri, color verde-glauco, pennate. Tendono ad ‘avvitarsi’ conferendo alla chioma un aspetto caratteristico. L’infiorescenza, molto vistosa è raccolta da una liscia spata. Il colore dei fiori varia dal rosso al giallo fino al porpora. I frutti sono delle bacche con cui si preparano caratteristiche gelatine.

B. yatay si distingue dalla altre per le sue dimensioni notevoli. I suoi stipiti grigio scuro svettano come colonne fino a una altezza massima di 10 metri.

Le foglie grigio-bluastre sono arcuate e ai bordi del picciolo, si sviluppano spine ricurve. I frutti hanno forma piramidale, la loro polpa è di color camoscio È una delle Butia più resistente agli abbassamenti di temperature, potendo arrivare fino a -12/-14 °C.

Elisabetta Margheriti