Nello Stato di New York e vicino a riserve naturali che garantiscono un paesaggio incontaminato, tra il fiume Hudson e Long Island, la contea di Weschester è ambita da una clientela di élite alla ricerca di grandi proprietà che garantiscano un’esperienza immersiva con la natura e la tranquillità dei piccoli centri, senza rinunciare alle comodità offerte dalla Grande Mela, che si raggiunge in poco meno di un’ora. In quest’area, l’architetto paesaggista Brian Grubb è stato chiamato per armonizzare gli spazi di una tenuta di circa quaranta ettari, circondata da boschi e con una romantica vista sulle colline in lontananza. Durante il sopralluogo trovò una casa di campagna in stile francese di fine 800 con una grande terrazza esterna che annullava il pendio naturale dell’area, cottage per gli ospiti nelle adiacenze, una piscina con una pool house, un campo da tennis all’aperto e uno coperto, un granda casa colonica convertita in un’ulteriore guest house, una serra, un orto di circa un ettaro e diversi laghetti naturali.

High Meadow Farm
In questa bordura si notano Dianthus, Nepeta x faassenii, Salvia farinacea, Agastache, Delphinium, Cerastium tomentosum, Gaura lindheimeri, Iris e rose. Foto ©Brian Grubb

Tutto era a centinaia o a migliaia di metri di distanza e slegato, quasi delle isole in un mare di prato stabile. Lasciandosi ispirare dallo stile dell’abitazione principale, che ha guidato anche la ristrutturazione delle altre Brian Grubb ha ideato, nelle zone immediatamente prospicienti, un giardino di ispirazione francese tradizionale rielaborato in chiave americana. Ha creato, inoltre, una serie di giardini, sempre con un sottofondo francese, che decorano le altre zone mantenendone la privacy, senza lasciarle visibili, quasi un invito alla scoperta di quei luoghi, e nuovi giardini con alberi esemplari e arbusti autoctoni di grandi dimensioni espiantati e trapiantati da tenute limitrofe che li volevano eliminare per costruire nuove abitazioni.

In questa bordura si possono notare petunie, Cosmos, Cleome, Moluccella laevis, Agastache, Salvia yangii, S. uliginosa, Verbena bonariensis, Gomphrena globosa, capsule di Nigella damascena e di Asclepias physocarpa. Foto ©Brian Grubb

Ora sembrano lì da sempre, fusi con il paesaggio e sono altri luoghi da esplorare passeggiando lungo i sentieri o nelle aree lasciate a prato naturale che si alternano ad altre movimentate da bordure di graminacee che accompagnano gentilmente e sottolineano ampie zone del paesaggio. Nel disegno delle aree e dei sentieri Brian Grubb ha usato semplici linee curve, evitando ondulazioni affettate, per aiutare a orientarsi all’interno della proprietà e che possono essere seguite fino alla destinazione successiva.

Brian Grubb
una delle bordure nel parco, con i bossi accostati agli alberi a fare da quinta verde a Miscanthus sinensis a fioritura differita ed Eupatorium purpureum. Foto ©Brian Grubb

Nella terrazza esterna della residenza, invece, domina una simmetria formale, con linee ed angoli retti che disegnano stanze all’aperto, aiuole, bordure e siepi e che si relazionano con quelle degli edifici, collegati tra loro tramite il giardino. Il rigore tuttavia è stemperato dall’uso della vegetazione, prevalentemente un mix di graminacee, erbacee perenni, annuali, arbusti disordinati e bossi potati a nuvola, che circonda ogni stanza e con la sua esuberanza fa scomparire i confini.

Brian Grubb
Il margine della terrazza principale con un bosso potato a nuvola che dà solidità alla bordura eterea di Miscanthus e Pennisetum, Solidago, Agastache, Echinacea e Cosmos. Foto ©Brian Grubb

Le graminacee svolgono il ruolo più importante in questa rappresentazione teatrale studiata da Brian Grubb, come se il giardino fosse un palcoscenico per le architetture: sono sempre in movimento, ammorbidiscono i bordi e allo stesso tempo catturano la luce e formano siepi eteree. Le erbacee, le annuali e gli arbusti hanno fiori che spiccano tra le graminacee e durano fino all’autunno, momento dell’anno in cui i proprietari si trasferiscono a vivere altrove. Nei viali che uniscono le guest house, sotto ai meli da fiori le annuali e le piccole perenni sembrano nuvole attraverso le quali la brezza sospira.

Api, farfalle e uccelli sono attratti da tutte le fioriture e dall’edera che ricopre le facciate della villa e popolano felicemente questi luoghi. La scelta cromatica di Brian Grubb è fresca e rilassata, con una netta dominanza dei bianchi a cui si accompagnano, blu, rosa, lavanda e un pizzico di giallo, sufficiente a evitare che lo schema appaia zuccheroso, bastano gli stami dei Cosmos o delle Boltonia. Il giardino si sviluppa e si incrementa nel corso dell’estate e trae la sua personalità dal disegno di Brian Grubb e dalle piante che ha scelto per rafforzare il senso del luogo e dargli un’identità. providencelandscapes.com

Brian Grubb
La casa colonica convertita in guest house, resa romantica da Parthenocissus tricuspidata sulle facciate e sulla pergola d’ingresso Foto ©Brian Grubb

Elisabetta Pozzetti

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