L’invenzione di un giardino partendo da nulla è emozionante. Si dice partendo dal nulla per convenzione, ma quel nulla è campagna a perdita d’occhio, sono colline addolcite della bassa Maremma, sono boschi e pendii e macchia mediterranea. Qualcosa di così perfetto nella sua bellezza che avvicinarsi, mettervi mano, ritagliarne un pezzo per farne la naturale prosecuzione di una casa, è delicatissimo.

Occorreva tenere a mente alcuni elementi imprescindibili: le caratteristiche del terreno, argilloso e in forte pendenza, gli inverni rigidi contrapposti alle estati torride, la scarsità d’acqua. C’erano due meravigliose sughere centenarie e nient’altro che campi pascolati a pecore. Tanto la casa che il giardino sarebbero dovuto essere costruiti sfruttando e mimetizzando le pendenze diverse.
Il punto di partenza è stato il desiderio dei committenti di avere un giardino a stanze. Paolo Cattaneo e Paolo Pejrone lavorando in perfetta sintonia, hanno progettato una casa e un giardino che con armonia e gradualità si aprono alla campagna circostante. Così è nato il primo nucleo del giardino; stanze verdi cintate da siepi di lentisco, Phillyrea, alloro, dove l’orto, il roseto, il prato chiuso e gli agrumeti si alternano su larghe balze che scendono morbide verso valle, includendo nello sguardo il paesaggio forte della Maremma, che fa da contrappunto visivo al giardino.
Sul retro della casa, Paolo Pejrone, ha voluto macchia mediterranea e lavanda, da tenere sempre assetata, per evitare che, crescendo troppo in altezza, spigasse. Nei mesi di maggio e giugno la lavanda diventa un mare fiorito di verde e blu che commuove. Sul terrazzo pavimentato in tufo davanti alla casa, Pejrone ha piantato due platani, rigidamente potati a ombrello che in estate donano l’ombra ai tavoli sottostanti e in inverno, spogli, non tolgono luce agli interni. Un giardino nasce sempre poco alla volta, lento all’inizio, poi, via via più veloce ed esigente, finisce col guidarti la mano e indicarti la strada.
E così la creazione e ora la cura del giardino è diventata appassionante per i proprietari che ne seguono la crescita amorevolmente. Ai loro occhi, e non soltanto ai loro, questo luogo inventato pare sempre più bello. “Era quasi un sogno, una scommessa”, dice la proprietaria” e chissà, forse, ci siamo riusciti”.
Una siepe rettangolare di Teucrium cinge la bella piscina disegnata da Paolo Cattaneo e rivestita in pietra bateig del Portogallo. È stata usata, levigata o martellinata, anche per gli interni, dai davanzali delle finestre alle finiture dei bagni. Sul legno di teak ci si distende a prendere il sole.

Paolo Cattaneo, architetto, ha realizzato il progetto della casa lavorando in perfetta sintonia con Paolo Pejrone, che si è occupato del giardino,  con l’obiettivo di rendere graduale e armonioso il passaggio dal giardino alla campagna circostante. Torinese, Paolo, dopo una lunga vita professionale spesa nel capoluogo piemontese, ha realizzato in Maremma, in particolare nei luoghi intorno Capalbio, che ama molto e dove vive parte dell’anno, molti lavori. Le sue costruzioni, contemporanee, si inseriscono nel paesaggio toscano con gran buon gusto e una nota di “gentile” correttezza.

Paolo Pejrone, architetto, allievo di Russel Page, ha creato il giardino di Capalbio utilizzando molte piante della macchia mediterranea: lentisco, phillyrea teucrum fra le principali. Il giardino ha molte stanze: la zona pranzo en déhor, che beneficia dell’ombra dei platani a ombrello, l’agrumeto, l’orto. Le siepi di diverso colore e forma, mitigano le balze con grande bellezza. Dietro la casa, verso il paesaggio, un magnifico campo di lavanda circonda una sughera centenaria.

Testo di Margherita Dallai/Foto di Dario Fusaro

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