Destò molto scalpore, nei primissimi anni del 900, la costruzione di Palazzo Todescan a Firenze. Si trattava infatti della prima architettura in stile Liberty, nel pieno centro cittadino, a pochi passi da Palazzo Strozzi, la cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Battistero e il Campanile di Giotto. Un edificio che oggi colpisce per l’equilibrio tra l’imponenza dei volumi a maglia e la raffinatezza dell’apparato decorativo con sculture, fregi di ceramica colorata della manifattura fiorentina Cantagalli e opere in ferro battuto realizzato dalle Officine Michelucci di Pistoia. In questo contesto di grande fascino e interesse storico-artistico, gli architetti Daniela Bianchi e Alessandro Marcattilj dello studio AMDB hanno firmato il progetto di interior design per una Signature Suite di 250 metri quadrati destinati a un innovativo concept di ospitalità contraddistinto da un design contemporaneo.

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Gli architetti Daniela Bianchi e Alessandro Marcattilj dello studio AMDB, autori del progetto di interior design. © Foto di Pietro Savorelli

 Questo grazie a una committenza innovativa, quella di ETRA, brand che con queste suite ha voluto rispondere alle esigenze di una clientela d’elite, che desidera vivere un’esperienza di viaggio autentica, personalizzata, nel massimo della privacy, della raffinatezza e di un lusso senza ostentazione, ma pieno di sorprese ed emozioni.  

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Un’altra prospettiva del living. Sullo sfondo si può apprezzare il tema distintivo del progetto, dove l’elemento orizzontale a soffitto si trasforma in una quinta scenografica. Al suo interno un pannello in ottone brunito nel quale è alloggiato il camino a vapore e lo schermo tv motorizzato con gestione remota.
© Foto di Pietro Savorelli

Un progetto che presto si svilupperà nei centri storici e località di charme in Toscana e altre prestigiose destinazioni. “Questo intervento, studiato per rispondere alle esigenze di Etra è stato molto stimolante per diversi motivi” spiega l’architetto Daniela Bianchi di AMDB Architetti. “Innanzitutto abbiamo avuto la possibilità di lavorare su una pianta parzialmente libera, che ci ha consentito di offrire la nostra personale interpretazione dello spazio”. È nata così una prestigiosa residenza di dimensioni flessibili, adattabile attraverso pannellature scorrevoli in due distinte suite con accessi separati. L’idea progettuale sviluppata dagli architetti è stata quella di dedicarsi a una reinterpretazione della storia dell’architettura originale con un linguaggio contemporaneo, piuttosto che limitarsi a una semplice opera di imitazione del passato. Tutto questo, lasciando comunque spazio anche a riletture del gusto per la decorazione del Liberty che costituiscono un richiamo alla storia del palazzo.

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Il top dell’isola K6 di Boffi con funzione bancone sulla quale è appoggiata una casseruola in acciaio di knIndustrie Stone work disegnata da Rodolfo Dordoni. Il piano cottura a induzione con cappa integrata è di Bora, mentre i vasi sono prodotti da Guaxs.
© Foto di Pietro Savorelli

In tutti gli ambienti, ampi, luminosi e arredati con pezzi dal design essenziale, sono infatti presenti dei grandi pannelli realizzati su misura che reinterpretano i coloratissimi quadri di Alfons Mucha attraverso la palette cromatica degli interni. Ed è proprio il colore, messo in dialogo con materiali opachi e tagli di luce, che contribuisce a rendere particolarmente ricercata e sofisticata l’atmosfera di questi spazi. “Lo studio predilige l’utilizzo di materiali naturali e la palette di colori selezionati per questo intervento è propria del nostro linguaggio architettonico. Data la luminosità dell’ambiente, insolita per il centro storico, abbiamo optato per un legno dai toni scuri che contribuisce a conferire un’atmosfera calda e avvolgente. In abbinamento ci sono sono nuance cromatiche che vanno dal panna al tortora, grigi, che restituiscono un effetto complessivo morbido ed equilibrato.

Schermo tv gestito in domotica dietro una quinta in specchio brunito su disegno dello studio AMDB, camino a vapore di GlammFire. Il tavolo ‘95 disegnato da Achille Castiglioni, la poltroncina Donzella e Chesto Lounge sono di De Padova. Si può inoltre apprezzare la reinterpretazione in chiave contemporanea degli storici ‘sgusci’ a soffitto, funzionali all’alloggiamento di tendaggi in velluto.
© Foto di Pietro Savorelli

Il nostro intervento progettuale, oltre al concept e al taglio architettonico, ha coinvolto lo studio di ogni singolo complemento di arredo. Quasi tutti i mobili sono stati realizzati su disegno, tranne quelli selezionati dalle collezioni di importanti brand nel mondo del design italiano. Per l’illuminazione Flos e Foscarini, “mentre per la cucina abbiamo scelto un modello di Boffi che dopo l’utilizzo può essere chiuso, trasformandosi in un volume pulito perfettamente integrato nel soggiorno”. Oltre agli aspetti più puramente estetici, anche per quanto riguarda la funzionalità le suite presentano delle soluzioni all’avanguardia. “Abbiamo studiato una domotica in grado di offrire soluzioni di comfort in grado di accompagnare gli ospiti in ogni momento della giornata: dall’automatizzazione delle luci e del sottofondo sonoro a quello del camino ad acqua, che si accende non appena si entra nella casa”, conclude Daniela Bianchi dello studio AMDB Architetti.

Tommaso Santi

© Foto di Pietro Savorelli

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