Duello artistico e rottura della tradizione
Fino al 18 giugno presso il Lucca Center of Contemporary Art (LU.C.C.A.) va in scena una mostra che assomiglia più ad un duello artistico tra due giganti dell’arte: Warhol VS Gartel.
Curata da Maurizio Vanni, questa mostra di ben 90 opere ci presenta due artisti che sono
entrambi sostenitori dell’unone tra arte e tecnologia scientifica. I punti in comune tra loro sono tantissimi.
Warhol vs Gartel: rottura con la tradizione
Il percorso, è un continuo confronto tra queste due personalità, due precursori, che hanno subito capito, attraverso vie artistiche differenti, che ormai la realtà di tutti i giorni non poteva più essere interpretata, che il mondo dell’arte non sarebbe più stato trasformato e innovato con le modalità tradizionali.
Non serviva ideare ex-novo quando nei circuiti sociali e industriali e intorno a loro esisteva già tutto: sarebbe stato sufficiente celebrare le figure e gli oggetti proiettandoli dal mondo dell’invisibile a quello visibile.
Warhol e Gartel hanno tolto all’opera d’arte l’idea di autenticità e di unicità evolvendo radicalmente la funzione dell’arte stessa; infatti quando un elaborato artistico è riproducibile perde la sua autonomia, omologandosi a una differente interpretazione non solo legata allo studio iconografico della composizione, ma anche all’indagine del mezzo espressivo utilizzato per arrivare a quel particolare esito.
Il loro obiettivo era quello di scoprire la verità e non la realtà, quell’essenza del mondo e delle cose che poteva giungere all’uomo solamente tramite i mezzi di comunicazione di massa. Da una parte Polaroid, registratore, Photomaton e serigrafia per Warhol, dall’altra Apple Macintosh, Commodore Amiga, la stampante Art Color Ink-Jet di Xerox, le novità di Canon con la macchina fotografica 760, le stampanti a getto d’inchiostro e i primi scanner per Gartel: tecniche che contemplavano sempre più l’utilizzo della macchina e sempre meno il coinvolgimento diretto e fisico dell’artista.
Ma non tutti gli elementi comuni ai due artisti sono simmetrici e corrispondenti: la Pop Art di Warhol perpetua in maniera impersonale e quasi maniacale le immagini proposte dai mass-media documentando, senza timore reverenziale, il cambiamento di valori indotto nella società dei consumi.
La Hyper Pop di Gartel si nutre di immagini presenti nell’immaginario collettivo, ma non si limita a mitizzarle, bensì le proietta in futuri plausibili, in scenari immaginifici, in dimensioni realmente oniriche, in contesti che, seppur distanti da ciò che crediamo reale, appaiono stranamente iper familiari, iper evocativi, iper suggestivi, iper allusivi, iper quotidiani, iper comunicativi, iper fantasiosi e iper contemporanei.
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