È partita oggi pomeriggio, alle ore 19, la mostra personale di Niccolò Vonci – Waking Light – presso Le Murate Caffè Letterario a Firenze, che sarà in esposizione fino al 3 marzo 2017.
Fanno sapere dal Caffè Letterario che si tratta solo della prima di un ciclo previsto di tre esposizioni fotografiche a cura di Sandro Bini e Giulia Sgherri, organizzate in collaborazione con Deaphoto, l’associazione con la quale collabora Niccolò Vonci (Firenze, 1980) dal 2014.

Si tratta di una mostra che fa eccezione, se si prende come termine di paragone l’immaginario solito di riferimento del fotografo fiorentino, sagace esploratore dei temi personali e familiari, delle relazioni intime. Per la prima volta, Vonci elimina le figure umane dagli scatti e concentra tutta la sua attenzione sugli ambienti domestici in tutte le loro sfaccettature, andando alla ricerca del dettaglio. Resta, dunque, il riferimento a questa dimensione quasi archetipica del familiare, dell’intimo, dello spazio del caldo e rassicurante humus di provenienza, ma questa volta assolutamente spersonalizzato. Sono gli oggetti, le cose stesse, come si potrebbe dire omaggiando il movimento della fenomenologia, a raccontare qualcosa, a svelare un mondo, celandone, potenzialmente, infiniti altri.

La ricerca del fotografo, in particolare, si concentra su una tematica che è in sé profondamente spirituale. Oggetti quotidiani sì, ma illuminati da nuova luce: waking lightvale a dire, la luce del risveglio. È quella luce che dà significato, che rischiara il passivo riferimento al mondo, perché arriva dopo il buio del sonno, della notte. È la luce della nuova vita, dopo la morte. È l’albedo, dopo l’attraversamento del mondo infero. Non possono, dunque, non cogliersi i riferimenti alla cultura religiosa ed esoterica ebraica, propria dell’autore (la “Hor”/luce celeste o luce suprema).
Da un punto di vista, invece, dei cromatismi e delle scelte compositive, nonché nella scelta dei soggetti stessi, si ravvisa una certa vicinanza a gran parte della fotografia contemporanea, soprattutto americana. È così che, in un poderoso tentativo creativo, misticismo dei contenuti ed astrazione formale si fondono.

 

Piero Di Cuollo

Via Arte.it