La sua street photography è pura poesia

Lo scorso novembre mi è capitato di trascorrere un weekend nella meravigliosa Lucca e ho potuto visitare la dodicesima edizione di Photolux, uno dei festival più interessanti di fotografia, che era in programma a Palazzo Ducale dal 19 novembre all’11 dicembre. La dodicesima edizione ha ospitato le opere di una delle massime esponenti mondiali della street photography: sto parlando della geniale ed enigmatica fotografa franco-americana Vivian Maier.

Nata a New York, ma trasferita negli anni cinquanta in Francia con la madre, Vivian Maier inizia a scattare fotografie che ritraggono la vita quotidiana di persone semplici come i contadini, i bambini che giocano, gli anziani, rivelando sin da subito un’incredibile capacità di cogliere l’attimo, lo scatto perfetto che fa delle sue foto dei capolavori. Una volta tornata in America Vivian Maier, munita solo della sua Rolleiflex inizia a scattare senza sosta tra le vie di New York, Chicago e non solo, lasciandoci un archivio immenso di fotografie.

Ogni scatto è un racconto di vita

Da tata severa dell’high society borghese, questa donna a molti sconosciuta è stata capace di raccontare attraverso il suo obiettivo la società dell’epoca, catturandone sguardi e storie di vita quotidiana cittadina. Nel 2007 grazie a John Maloof, è stato scoperto tutto il suo patrimonio artistico e oggi a Photolux è possibile ammirare ben 63 scatti di cui 48 appartengono al suo periodo francese e raccontano la parte meno conosciuta della fotografa. L’esposizione è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Vivian Maier et le Champsaur e fa parte del “Fondo francese Vivian Maier”.

Un festival sempre più internazionale  e prestigioso, che oltre a Vivian Maier ha ospitato i vincitori del World Press Photo, del Leica Oskar Barnack Award e del Manuel Rivera-Ortiz Foundation Photography Grant.

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Fonti immagini:

Sky.arte.it

Photoluxfestival.it