Sono solo 1073 i siti a far parte della World Heritage List. Un vanto, ma soprattutto un riconoscimento e un’attestazione del loro essere di eccezionale valore universale. Di questi, 26 nuovi siti sono stati annunciati nel 2017 dall’UNESCO. Sparsi nel mondo, ma tutti accomunati dalla straordinaria bellezza culturale, artistica e storica.
Quando la Conferenza Generale dell’UNESCO adottò la Convenzione sul Patrimonio Mondiale
Tutto iniziò il 16 Novembre 1972 quando, durante la Conferenza Generale dell’UNESCO, venne adottata la Convenzione sul Patrimonio Mondiale. Lo scopo era quello di identificare e mantenere la lista di quei siti che rappresentavano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. Col tempo sono arrivate a quota 1073, di cui 832 beni culturali, 206 naturali e 35 misti, dislocati in 167 Stati del mondo.
L’UNESCO ha stabilito però, che per entrare a dar parte della lista occorre soddisfare almeno uno dei dieci criteri da lui scelti, tra cui: rappresentare un capolavoro del genio creativo umano, offrire un esempio eminente di un tipo di costruzione architettonica o del paesaggio o tecnologico illustrante uno dei periodi della storia umana, contenere gli habitat naturali più rappresentativi e più importanti per la conservazione delle biodiversità, compresi gli spazi minacciati aventi un particolare valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza e della conservazione.
Vanto nostrano: l’Italia arriva a quota 53 siti, al primo posto della classifica mondiale
È l’Italia a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità: ben 51 i luoghi denominati World Heritage dall’UNESCO ai quali si aggiungono due new entries portando il nostro Paese a quota 53, in cima alla classifica mondiale. Le novità italiane del 2017 sono le Opere di Difesa Veneziane (nei secoli passati partivano dalla Lombardia per arrivare alle regioni orientali del Mar Mediterraneo; comprendono sei opere – dislocate su tre degli odierni Stati, tra cui la città in provincia di Udine, Palmanova, celebre per la sua pianta poligonale a stella con 9 punte) e gli Antichi Boschi di Faggio.
A tallonare l’Italia vi sono Cina (52 siti), seguita dalla Spagna (46 siti), dalla Francia (43 siti) e dalla Germania (42 siti).
L’elenco completo di tutti i 26 nuovi siti UNESCO
- Afrodisia, Turchia
- Asmara, Eritrea: una città modernista dell’Africa
- Cattedrale e Monastero dell’Assunzione nella città isola di Sviyazhsk. Federazione Russa
- Grotte e arte dell’Era Glaciale nel Giura Svevo, Germania
- Hebron, Città Vecchia di Al-Khalil, Palestina
- Città storica di Ahmadabad, India
- Città storica di Yazd, Iran
- Kujataa, Groenlandia: agricoltura Norrena e Inuit al limite della calotta di ghiaccio. Danimarca
- Kulangsu: uno storico insediamento internazionale. Cina
- Mbanza Congo, le vestigia della capitale dell’ex Regno del Congo. Angola
- L’isola sacra di Okinoshima e i siti associati nella regione di Munakata. Giappone
- Taputapuatea. Francia
- Le miniere di piombo, argento e zinco di Tarnowskie Góry e il loro sistema sotterraneo di gestione delle acque. Polonia
- Zona dei templi di Sambor Prei Kuk, sito archeologico della antica Ishanapura. Cambogia
- Il Distretto dei Laghi del Regno Unito
- Il sito archeologico del Pontile di Valongo a Rio de Janeiro. Brasile
- Il sistema di fortificazioni difensive di Venezia del periodo compreso tra i secoli XV e XVII: “Stato di Terra – Stato di mare occidentale”. Croazia, Italia e Montenegro
- Il Paesaggio Culturale dei Khomani. Sudafrica
- Le dune di Dauria. Mongolia, Federazione Russa
- Parco Nazionale di Los Alerces. Argentina
- Qinghai Hoh Xil. Cina
- La Bauhaus e i suoi siti a Weimar, Dessau e Bernau. Germania
- Il monastero di Gelati. Romania
- Strasburgo: dalla Grande-île a Neustadt, uno scenario urbano europeo. Francia
- Le foreste primarie di faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa. Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Germania, Italia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Ucraina
- Il complesso di W-Arly-Pendjari. Benin, Burkina Faso, Niger
Consultate l’elenco di tutte le nuove proprietà sul sito ufficiale UNESCO.
Photo credit: UNESCO