Quando Toto Bergamo Rossi, restauratore e direttore di Venetian Heritage, non è nel suo eremo su un’isola sperduta della Croazia, abita a Venezia, in un grande appartamento sul piano nobile di Palazzo Gradenigo, a due passi dalla stazione. Ha finito di restaurarlo nel 2001. La sua stanza è un grande salone ad angolo: quattro finestre e un immenso soffitto affrescato. “È la stanza dei divani, della conversazione”, dice, “ma è anche la stanza dove si trova la mia scrivania”. È qui che, fuori orario “perché di giorno non ho mai tempo”, ha scritto gran parte del suo ultimo libro, Vivere a Venezia, con prefazione di James Ivory. Ma torniamo alla sua stanza. Un salone dalle mura dipinte di giallo e con il soffitto affrescato da Giacomo Guarana, allievo di Tiepolo. “Quando sono entrato per la prima volta in questo appartamento, ho trovato spazi spezzettati e decorazioni murarie in uno stato deplorevole. Restaurare questo appartamento è stato come togliere il bavaglio a una persona e permettergli di ritrovare la sua voce”. Una voce fatta di volumi armoniosi, di stucchi e di colori delicati. “C’era l’ossatura, c’era l’architettura e sotto gli strati di vernice, c’erano ancora i dettagli finissimi. Forse sarebbe stato più facile demolire tutto e ricominciare da zero. Io ho cercato di salvare il salvabile”.
Cosa ha imparato nel processo di restauro durato tre anni? “Ho applicato a questi interni lo stesso principio che applico quando restauro edifici pubblici: quello di stare sempre un passo indietro. Non c’è bisogno di mettere la firma. La mia idea è che se un domani non esisto più, o se un giorno dovessi decidere di vendere, questa può diventare immediatamente la casa di un altro, perché io non esisto. È un interno senza tempo”. Un‘altra cosa che Bergamo Rossi ha toccato con mano, durante i restauri di questo palazzo e di tanti altri, è che sebbene gli artigiani veneziani siano meno rispetto a un tempo, la qualità di quei pochi rimasti (stuccatori, pittori, falegnami e marmorari per i pavimenti alla veneziana) è superlativa. Sul soffitto della sua stanza vi è un bell’affresco che rappresenta la Gloria di Flora. “La cornice intorno è di 40 anni piu tarda dell’affresco perché, con l’arrivo di Napoleone a Venezia, era cambiata la moda”. Il tema dell’affresco, dedicato a Flora, ha segnato, come per magia, un nuovo capitolo nella vita di Toto. La passione per i giardini. È qui infatti che il restauratore è entrato in possesso di un grande giardino tutto suo, quello del palazzo. “Ho scoperto un mondo. Tanto da diventare collezionista di libri di giardini e da inoltrarmi non solo nei nomi delle piante ma nelle lune, nelle stagioni, e in tutto ciò che è autoctono e che riesce a sopravvivere alla salsedine e alle acque alte di Venezia”. Il 10 Novembre Toto Bergamo Rossi sarà a New York per lanciare un Fund Raising per finanziare il restauro del Museo del Getto di Venezia con le sue tre Sinagoghe. “Io tento di fare cose belle e cose che mi piacciono, che poi sono tutte collegate”.
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