Marcella Trimarchi è una designer e creativa siciliana con una significativa esperienza professionale nel mondo della moda. La sua carriera come stilista è iniziata nel 1989 a fianco di Gianni Versace, con il quale ha lavorato a stretto contatto per otto anni.
Gucci, Valentino & Moncler, Calvin Klein sono le altre Maison per le quali ha disegnato collezioni couture, prima di decidere di “riconnettersi con il suo lato creativo”. Scegliendo l’arte della composizione floreale. È nata così The Art of Flower Maker, un progetto di sperimentazione creativa con fiori e foglie: composizioni artistiche, ma effimere, che vengono immortalate e rese permanenti nel tempo dalla fotografia e dalla scultura.
“Tutto è iniziato nel 2018, quando abitavo ancora a New York e lavoravo nella moda”, racconta Marcella Trimarchi. “I fiori mi sono sempre piaciuti e, mentre lavoravo ancora per Calvin Klein ho iniziato a sperimentare delle composizioni, seguendo il mio gusto. Abitavo vicinissimo al Flower Market di New York, dove ho trovato le bellissime foglie lunghe del Lyligras, che ho iniziato a piegare e disporre in vasi di diverse dimensioni. Il senso di queste prime sperimentazioni era quello di fare in modo che lo spazio riuscisse a entrare nella composizione. Per questo non ho mai usato una grande quantità di fiori”.
Nonostante un approccio decisamente minimal, che lavora sulla sottrazione piuttosto che sull’addizione, le composizioni di Marcella sono esplosioni di fiori e foglie, che si espandono nello spazio con un raffinato gioco di pieni (pochi) e vuoti (molti). La funzione del vaso non è mai decorativa, ma sempre legata a un tema di proporzioni. “Scelgo sempre dei vasi piuttosto piccoli, per creare un effetto di contrasto con la composizione, che così sembra espandersi nello spazio con una ancora maggior esuberanza”.
Il passaggio successivo è stato quello di prendere spunto da questa esperienza per realizzare delle sculture che riprendono le forme delle foglie piegate. Questo per ovviare al limite della durata limitata delle di foglie e fiori recisi. “Ho iniziato allora a lavorare con l’ottone, che piego a mano perché mi assicura un effetto spontaneo, simile a quello che ottenevo lavorando con il Lyligras fresco”. Il risultato sono strutture stilizzate, ancora più essenziali dei mazzi di fiori e in un certo senso ambigue. Perchè conservano le forme del loro modello naturale e al tempo stesso lo negano, grazie a finiture superficiali, realizzate a mano, con colori “minerali” come l’oro, l’argento e il bronzo.
Scultura Silver con finitura nichel e vaso in Marmo Calacatta Purple, The Art of Flower Maker
In alcune di queste compare anche un fiore, realizzato con la stessa tecnica usata per i gioielli, “anche se la forma di base è sempre la stessa, realizzo un intervento manuale, per modificare i petali”. L’inserimento del fiore risponde, anche in questo caso, a un’esigenza di relazione con lo spazio, in quanto “le composizioni possono assumere un orientamento più orizzontale o verticale e mutano al variare del punto di osservazione”.
Oggi l’attività di composizione con i fiori freschi e la creazione di sculture proseguono di pari passo. “Continuo a realizzare decorazioni floreali, anche perché mi offrono gli spunti per le sculture. Mi piace molto questo paziente lavoro manuale e, invece di fare uno schizzo, preferisco lavorare con fiori e foglie freschi che poi ‘traduco’ in metallo. Ma realizzo anche composizioni per progetti speciali, soprattutto servizi fotografici. Componendo sulla base del colore della stanza e dei materiali e più in generale delle esigenze degli stylist”.