Da questa settimana, inizia la nuova rubrica di Alessandra Chiodi Daelli, appassionata e collezionista d’arte. Che racconterà aneddoti e curiosità legati a quadri, sculture, architetture, oggetti di arte applicata e alta ebanisteria. Il primo articolo è dedicato al mistero dell’attribuzione di un quadro da lei molto amato. Buona Lettura!

Per un appassionato di pittura antica dare un nome e un cognome a un dipinto è la più grande soddisfazione, un pensiero fisso, un’ossessione. Molto spesso rimane disattesa, ma questo fa parte del gioco. Dico questo per esperienza personale. Il mio dipinto preferito, Ritratto di fanciulli con cane, è alla ricerca non solo del tempo perduto ma anche di un autore. È un ritratto di due fanciulli con un piccolo cane, un levriero italiano, razza antichissima.

La tela è di grandi dimensioni con una prima attribuzione alla cerchia del Longhi, quindi Venezia, nord Italia. Affascinante ipotesi. Ma osservando la natura morta posta sul tavolo si notano dei dolci, dei taralli, tipici prodotti della gastronomia del sud Italia. Il doppio ritratto si sposta immediatamente a Napoli sempre nel Settecento nella scuola di Giuseppe Bonito, maestro della ritrattistica del tempo. Il quadro è ancora senza un padre certo, ma proprio la dimensione investigativa mi affascina. Lo osservo ogni giorno cercando nuovi indizi. Croce e delizia della pittura antica.