La mia passione per i mobili di antiquariato è la riprova della mia “inattualità “, unita alla predilezione per le epoche passate. Quando trovai la coppia di comò di cui vi parlo, non sapevo cosa cercassi. Volevo qualcosa di particolare, di raro. La fortuna mi aiutò; cosa c’è di più particolare di un mobile “transizione “, ovvero a cavallo di due epoche.
Per quello che concerne la catalogazione dei mobili antichi a cavallo di due Luigi, ovvero Luigi XV e Luigi XVI. Il cambiamento del gusto del mobilio è molto lento e pieno di ibridazioni, sacche di resistenza ai nuovi stili e quindi di non facile interpretazione. Dal morbido e sinuoso Luigi XV si passa al rigido e squadrato Luigi XVI, ricordo enfatico di epoche archeologiche. Il nostro ebanista ha un po’ resistito dandogli una mossa sul davanti, ma poi gli ha costruito due lesene laterali con due piedi a sciabola che più rigidi non si può.

Il dettaglio della maniglia del comò. Un insieme lussureggiante di fogliami che racchiudono un ‘urna

La provenienza è lombarda ,le cornicette in legno scuro lo testimoniano. Ma la cosa più bella e fortemente caratterizzante sono le maniglie dei cassetti. Un insieme lussureggiante di fogliami che racchiudono un ‘urna. Simbolo più in voga nel Neoclassicismo. Ricordo del mondo antico che troviamo in molte espressioni delle arti applicate di questo periodo storico. Per esempio vi mostro un candelabro in bronzo dorato probabilmente francese con la stessa urna delle mie magnifiche maniglie.

L’urna riprodotta sul fregio delle maniglie del comò

 

 

 

 

 

 

 

Per chi vuole approfondire: Il mobile Lombardo  di Clelia Alberici, De Agostini