Testo di Stef-Albert Bothma. Ho molteplici interessi, credo mi si possa definire un uomo del Rinascimento. Fin dall’infanzia sono sempre stato affascinato dalla ricerca della bellezza, del ritmo e dell’armonia. Ho iniziato a studiare pianoforte in Sud Africa, dove sono nato, e ho imparato a modellare la ceramica, la pittura, il disegno. La musica ha riempito la mia vita fino ai miei 30 anni. Ed è stato il pianoforte a insegnarmi il valore della disciplina che mi è stata utile per perseguire gli obiettivi da raggiungere.

Le camere della dimora lucchese, di Stef-Albert Bothma

La fortuna mi ha sorriso, ho vinto una borsa di studio che mi ha permesso di studiare all’estero. Ho frequentato la Royal Academy of Music di Londra e, subito dopo, l’Università di Washington, a Seattle, sotto la guida del famoso pianista, Bela Siki. Ho insegnato, suonato e registrato dischi di musica classica. Mi sono avventurato nel mondo del design quasi per caso, partecipando a un progetto che ha aperto la strada ad altre committenze . Nel 2000 ho inaugurato il mio studio di architettura nel quartiere di Melrose Place a Los Angeles. E, poco dopo, uno a New York. Il mio lavoro mi ha portato in giro per il mondo, San Francisco, Boston, Parigi, Londra, Milano e New York.

Alcune immagini degli interni del piano nobile di Palazzo Burlamacchi, a Lucca, residenza italiana di Stef-Albert Bothma

Nel 2004 mi sono trasferito ad Aix-en-Provence in un appartamento d’epoca che ho restaurato combinando classico e contemporaneo, rispettandone la storia. Aix-en Provence era la sosta perfetta tra New York, la Russia e Singapore dove avevo progetti in corso. Ma il mio grande sogno rimaneva l’Italia. Me ne ero innamorato a 19 anni, quando, dopo aver partecipato a un concorso di pianoforte , avevo visitato Roma e Firenze. Ho  vissuto in queste città e, per un breve periodo, a Fiesole. Quattro anni fa, in una fredda domenica di gennaio, con un’amica ho preso il treno per Lucca. Dal primo momento che ho messo piede in Piazza San Martino ho capito che quello era il posto giusto per me. Ho iniziato subito a cercare una casa. La ricerca si è conclusa quando ho trovato Palazzo Burlamacchi.

Un particolare della tavola: candelabri, cristalli antichi e deliziosi bouquet di fiori

Era stato in parte restaurato, mi restava l’arduo compito di arredarlo. I soffitti di oltre 4 metri e gli ampi spazi richiedevano arredi su misura. Ho cercato mobili e tappeti per gli antiquari di mezzo mondo, è stato il progetto più impegnativo della mia vita. Ma la passione e la gioia profusa hanno dato un risultato armonioso e confortevole. Volevo creare una casa, non un museo; ho restaurato gli affreschi, pulito alcuni soffitti. Il mio intervento doveva fondersi con la storia che aleggiava nelle stanze. Il Palazzo risale al XII secolo ed è stato la dimora di papa Lucio III. Io occupo l’intero piano nobile, che ha 13 camere e otto bagni. Penso che i lucchesi trovino singolare che un uomo solo possa vivere in uno spazio così grande. Il pazzo americano, sono sicuro che mi chiamino così! stefalbert.com

Testo di Stef-Albert Bothma/ Foto Courtesy of Stef-Albert Bothma

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Pubblicato su Villegiardini 02/2019 di febbraio 2019