Venaria Reale – opere d’arte in un contesto prestigioso
Lo scorso 19 maggio, inaugurando la terza edizione – visitabile sino al 4 febbraio 2018 – è stata riaperta la mostra Sculture moderne, nella splendida cornice della Reggia di Venaria (TO).
Le sculture che scandiscono il percorso espositivo sono state realizzate da 13 grandi maestri del XX (e XXI) secolo.
Alcuni artisti, presenti nelle passate edizioni, sono stati confermati e altri si sono aggiunti, incarnando, con stile, il mood dell’evento. In questa “girandola”, la mostra si è arricchita di 16 nuove opere.
Sculture Moderne è curata da Alberto Fiz, critico d’arte, saggista e giornalista apprezzato nel settore, in sinergia con lo Studio Copernico di Milano, che si occupa di sculture con valenza di riferimento culturale, in Italia e all’estero.
Gli artisti
Elenchiamo qui, in ordine rigorosamente alfabetico, tutti i maestri coinvolti, linkando i siti internet (personali) ancora attivi.
I “magnifici 13” sono: Floriano Bodini, Paolo Borghi, Piergiorgio Colombara, Pietro Consagra, Giuliana Cunéaz, Paolo Delle Monache, Giuseppe Maraniello, Francesco Messina, Augusto Perez, Arnaldo Pomodoro, Antonietta Raphael Mafai, Giuseppe Spagnulo e Giuliano Vangi.
Le opere
La mostra propone sempre nuovi stimoli – scelti tra gli scenari delle arti plastiche italiane – e si dedica a un arco temporale che va dal 1933 – anno in cui Francesco Messina ha completato il suo “Giovinetto“, al 2015, anno in cui ha visto la luce “Diario” di Delle Monache.
Venaria accoglie opere spettacolari e suggestive; lo spazio online di oggi, dedicato all’evento collettivo, non mi consente disamine di dettaglio, per le quali rimando a future trattazioni sui singoli artisti.
Volendo, però, citare qualche scultura, desidero menzionare i lavori ritratti nella galleria. Tra questi, troviamo, in ordine casuale: la “Spirale aperta” (bronzo) di Arnaldo Pomodoro, “Baalbek” (acciaio forgiato) di Giuseppe Spagnulo, “Bifrontale uno” (bronzo) di Pietro Consagra e la già citata “Diario” (bronzo policromo) di Paolo Delle Monache.
Il fil rouge
Volendo descrivere il paradigma concettuale che collega le diverse opere, possiamo citare le parole di Alberto Fiz: “… la vena metafisica, ovvero un sentimento di costante instabilità e di bellezza. La forma, del resto, non è mai inerte ma si lascia attraversare dal tempo che corrode e rigenera decretando un perenne cambiamento …“.
Forme, momenti d’assenza, linee, intrecci e luoghi geometrici disegnano nello spazio una narrazione difficile per il linguaggio convenzionale e richiamano i paesaggi della psiche, grazie alla materia plasmata dai gesti creativi.
Credits e un ringraziamento
Le immagini della cover e della galleria di questo articolo non sono tratte da siti ufficiali o comunicati stampa. Sono un gradito omaggio di uno degli artisti in mostra, lo scultore Paolo Delle Monache, che mi pregio di considerare un amico.
Le ho preferite perché, osservandole e ritagliandole leggermente, per adattarle alla grafica della rivista, ho vissuto una piccola, preziosa esperienza: vedere l’arte attraverso gli occhi di un artista … non accade spesso e di questo lo ringrazio.