Dalla Val Camonica alla Svizzera: Franca Ghitti in mostra
Si è aperta a Mendrisio la prima retrospettiva svizzera dedicata alla grande scultrice Franca Ghitti, aperta fino al 15 Luglio al Museo d’arte della città.
Nata a Erbanno in Val Camonica negli Anni Trenta, la celebre artista – che ci ha lasciati nel 2002 – ha fatto del suo percorso di ricerca artistica un dialogo costante con la cultura camuna, pur rimanendo immersa nella modernità. Ed è proprio attorno a questo sguardo peculiare – quasi antropologico – che la mostra svizzera è stata costruita. Con la curatela di Barbara Paltenghi Malacrida, in collaborazione con Elena Pontiggia, l’esposizione è organizzata con il sostegno della Fondazione Archivio Franca Ghitti di Cellatica.
Una storia tutta da scoprire
Più di sessanta opere sono raccolte negli spazi più antichi del museo, e rappresentano le tappe più significative del cammino artistico della Ghitti. Non mancano di certo le più alte rappresentanze dalla produzione lignea, che raccontano il rapporto indissolubile con la terra d’origine e i repertori rupestri che la popolano. A questa sezione appartengono le opere delle serie delle Mappe, le Vicinie, i Tondi, le Edicole e le Madie, il Bosco.
A queste si aggiungono quelle appartenenti alla produzione in ferro, come gli Alberi vela, le Meridiane, la Pioggia e la Cascata, suggestivamente inserita nel chiostro del Museo. Sono queste le prove più d’impatto, che si inseriscono nell’opera di recupero di reperti abbandonati nelle fucine, poi risaldati in nuove iconografie.
A fine percorso si svela una sezione sulle edizioni d’arte, di cui particolare rilievo assumono quelle pubblicate con Vanni Scheiwiller. A chiudere la mostra è il catalogo, che raccoglie i saggi delle curatrici, un apparato curato da Irene Cafarelli e un testo sulle edizioni d’arte firmato Maria Luisa Ardizzone.
Parola d’ordine: tuffarsi (nell’arte del Novecento)
E in contemporanea è possibile visitare l’altra esposizione del Museo, che espone circa 70 opere della Collezione Bolzani, focalizzata sul repertorio novecentesco. Tra i nomi italiani, infatti, spiccano Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Renato Guttuso e Bruno Cassinari. Ma non mancano anche gli artisti ticinesi, come Filippo Boldini, Giovanni Genucchi, Sergio Emery, Edmondo Dobrzanski, Renzo Ferrari, Cesare Lucchini e Gabai.
Un’occasione imperdibile!