Santolina è un genere di erbacea perenne molto utilizzata nei giardini per le sue molteplici qualità. Da un lato la sua assoluta facilità di coltivazione, la resistenza a siccità, caldo intenso e freddo rilevante, nonché a patogeni e parassiti. Dall’altro, il fatto che è sempreverde, è aromatica, in genere è a foglia grigio-argento perché a essere più diffusa è la specie chamaecyparissus, e continua a vegetare negli anni senza mai chiedere nulla.

Foglie di Santolina chamaecyparissus
Le minute foglie di Santolina chamaecyparissus – photo[Juver]/stock.adobe.com

Origine e nomenclatura

Santolina origina, ed è diffusa, nell’area mediterranea, versante europeo. Sul nome, invece, non ci sono certezze assolute. Le correnti di pensiero sono diverse. Alcuni sono propensi a ritenere che il nome derivi da santonicum (latino) o santonikon (greco) che significa assenzio (per il suo aroma). Altri pensano che l’origine del nome risalga al fatto che fosse diffusa in una regione del sud-ovest della Francia, l’Aquitania, abitata dalla popolazione dei Santones, Un’altra teoria ancora, invece, ritiene che il suo etimo derivi dal latino sanctus (cioè santo) e da linum (lino).

Santolina rosmarinifolia
Santolina rosmarinifolia, una fra le specie più conosciute e utilizzate nei giardini – photo[John Caley]/stock.adobe.com

Santolina, conoscerla meglio

Le erbacee perenni a foglia grigio-argento, sono sempre di grande pregio ornamentale nelle composizioni. Non solo perché danno un punto di luce agli insiemi che vengono creati, ma spesso proprio perché fanno da trait d’union fra i diversi colori. Stemperano e, nel frattempo, nel gioco dei contrasti, esaltano quelli intensi o vistosi e raccordano quelli meno vivaci con altri. Santolina non fa eccezioni con la specie chamaecyparissus e si aggiunge a un lungo elenco di piante assolutamente irrinunciabili in un border o un’aiuola. Appartiene alla famiglia delle Asteraceae, si sviluppa allargandosi sul terreno e raggiungendo un’altezza massima di quaranta-quarantacinque centimetri. Ha portamento globoso ed è suffruticosa, tende cioè ad avere rami basali lignificati con gli apici verdi, col passare del tempo. Nel genere Santolina sono presenti circa diciotto specie ma le più diffuse sono, appunto, S. chamaecyparissus, S. pinnata e S. rosmarinifolia.

Santolina chamaecyparissus
Un esemplare adulto di Santolina chamaecyparissus in fioritura – photo[Marc]/stock.adobe.com

Foglie e fiori

Le foglie rivestono sottili getti che partono dal cespo. Sono molto piccole, finemente dentate, particolarmente incise e ricoperte di lanugine grigio-argentata, molto aromatiche (S. chamaecyparissus), verdi (S. rosmarinifolia) e tendenti al giallo (S. pinnata o neapolitana). I fiori appaiono su steli sottili che si elevano dal piccolo cespuglio che forma la pianta. Portano capolini discoidali gialli che persistono, mentre per Santolina pinnata sono color crema. La fioritura avviene fra giugno e luglio.

Macro delle foglie di Santolina chamaecyparissus
Macro delle foglie di Santolina chamaecyparissus – photo[Marc]/stock.adobe.com

Tecniche colturali di Santolina

Poche ma essenziali, le necessità di Santolina che, come sempre in questi casi, vanno rispettate quanto più rigorosamente possibile.

Terreno, esposizione, irrigazione e concimazioni

Santolina è un genere che nasce nei terreni poveri, pesanti o estremamente drenanti come i terreni tendenti al sabbioso e in zone siccitose. Pertanto è fondamentale evitare substrati con scarso drenaggio idrico, mentre sono perfetti quelli calcarei o costieri, quindi misti a sabbia. Vuole sole pieno anche nelle ore più calde della giornata. Non ama essere irrigata. Si può procedere anche ogni dieci-quindici giorni, in periodi di siccità prolungata. Non necessiterebbe concimazioni ma nulla impedisce di somministrare del concime una volta l’anno, alla ripresa vegetativa.

Santolina pinnata neapolitana 'Edward Bowles'
Fiori di Santolina pinnata neapolitana ‘Edward Bowles’ con i suoi capolini color crema – photo[HVPM dev]/stock.adobe.com

Potatura e riproduzione

Una potatura leggera è indicata dopo la fioritura così da ridare un po’ di forma alla pianta qualora fosse cresciuta più disordinatamente ma soprattutto per stimolarla a emettere nuovi getti. Si riproduce per talea o per divisione del cespo ma la prima soluzione è preferibile onde evitare danni alla parte lignificata.

Santolina chamaecyparissus in potatura formale
Cespugli di Santolina chamaecyparissus in potatura formale – photo[HVPM dev]/stock.adobe.com

Caratteristiche di Santolina

  • Tipo di pianta: erbacea perenne, sempreverde, suffruticosa
  • FamigliaAsteraceae
  • Origine: areale dei paesi europei del Mediterraneo
  • Dimensioni: altezza 40-45 cm circa e circa 60-65 cm di larghezza
  • Colore e forma dei fiori: capolini discoidali gialli o color crema, portati su sottili steli
  • Foglie: foglie molto piccole, finemente dentate, particolarmente incise che in caso di Santolina chamaecyparissus sono ricoperte di lanugine grigio-argentata, aromatiche
  • Periodo di fioritura: giugno-luglio
  • Resistenza al gelo: sì
  • Difficoltà di coltivazione: nessuna
  • Utilizzo ideale: piena terra, giardino, vaso
  • Esposizione: pieno sole
  • Tossicità per animali e bambini: nessuna
  • Attrattività per api, impollinatori e farfalle: sì
Macro dei fiori di S. rosmarinifolia
Macro dei fiori di S. rosmarinifolia: un capolavoro in miniatura – photo[ChrWeiss]/stock.adobe.com

Ivana Fabris
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