Rosario Gagliardi è stato un architetto del XVIII secolo che influenzò molto i suoi contemporanei ma che però, nel corso del tempo, è stato progressivamente dimenticato. Può essere considerato uno tra gli architetti siciliani più originali e innovativi del suo tempo.

L’educazione

Rosario Gagliardi è nato a Siracusa nel 1690 ed è morto a Noto nel 1762. La data di nascita è incerta ma è risaputo che si trasferì a Noto nel 1708. Qui ha lavorato fino alla morte facendo brevi soggiorni in altre città della Sicilia.

Sono scarse le informazioni riguardo alla sua educazione e attraverso le sue opere è possibile capire le influenze quali la cultura rinascimentale e il barocco italiano. Soltanto nel 1726 divenne un vero e proprio architetto, fino a quel momento era soltanto collaboratore di capimastri oppure si occupava della compravendita di materiale edile o stimava case e proprietà.

Ricostruttore post terremoto

Fu Rosario Gagliardi, tra il 1726 e il 1738, l’artefice della riedificazione di quelle parti di Noto distrutte nel 1693. Qui non ricostruì soltanto gli edifici ma si occupò anche di intervenire sul tessuto urbano stesso. Sono sue alcune parti della chiesa del Santissimo Crocifisso e della chiesa madre di San Nicolò. Le due chiese datate 1726 e 1730, determinano l’asse nord-sud della città.

In questo periodo ha progettato anche la chiesa di Santa Chiara a Caltagirone distrutta dopo il terremoto , perciò, completamente ricostruita tra 1743 e 1748 da Rosario Gagliardi. Nella facciata sono presenti pilastri parzialmente inglobati nella parete sormontate da capitelli corinzi, vanno a incorniciare il grande portale insieme a lesene su plinti bombati.

Successivamente fino al 1750 lavorò a Modica. Ristrutturò la chiesa di San Martino, progettò la ristrutturazione di parte del monastero di Santa Caterina e realizzò cinque cappelle nella chiesa di San Giovanni Battista. Sempre a Modica sono attribuiti a Rosario Gagliardi il collegio dei gesuiti e il palazzo Battaglia a Ragusa.

Chiesa di Santa Chiara di Caltagirone. Bene protetto dall’UNESCO dal 2002 – ©Carlo Pelagalli (via Wikimedia Commons CC BY-SA 3.0)

La nascita di uno stile

Diede vita ad un vero e proprio stile personale come può essere visto nella chiesa di Santa Maria delle Stelle a Comiso a cui ha lavorato tra il 1730 e il 1740 di cui curò il prospetto e l’alzato laterale dell’edificio. Nei progetti possono essere notati gli elementi architettonici, il primo ordino doveva essere dorico prendendo spunto dal Vignola mentre il secondo riprendeva il compito di Michelangelo e per finire, il terzo, ricordava il composito di Scamozzi. Anche nei progetti della chiesa di Santa Maria Maggiore a Ispica ritroviamo lo stesso sistema compositivo.

Chiesa di San Giorgio a Ragusa

Sicuramente, però, l’opera più rappresentativa di Rosario Gagliardi è la chiesa di San Giorgio a Ragusa. La chiesa originale non si trovava nel luogo attuale, venne deciso lo spostamento al seguito del terremoto che la danneggiò pesantemente. Decisero di trasferire la chiesa nel sito della vecchia di San Nicola affidando a Rosario Gagliardi il nuovo progetto. I lavori iniziarono nel 1738 e terminarono soltanto nel 1775.

L’architetti di Noto riuscì perfettamente a mescolare il classicismo barocco e l’uso plastico della parete curva. In aggiunta pensò ad un particolare gioco di prospettiva, la chiesa è orientata non perfettamente in asse con la piazza antistate così da far scorgere allo spettatore la cupola dietro la facciata. Questa parte è imponente e va a inglobare il campanile. È chiamata facciata a torre e divenne la caratteristica tipica delle chiese progettate da Rosario Gagliardi. Riusciva a risolvere il problema della presenta del campanile trasformando la parte centrale in una torre. Prese spunto da modelli palermitani e siracusani ma soprattutto rimanda ai modelli dell’Europa Settentrionale.

Per giungere alla chiesa il visitatore deve percorrere una scalinata obliqua rispetto la piazza che accentua l’imponenza e la plasticità della facciata. La pianta della chiesa è a croce latina, con absidi semicircolari al termine dei bracci. La cupola si trova all’incrocio del transetto con la navata centrale. questa è in stile neoclassico con doppia calotta e poggia su due file di colonne. Originariamente erano libere ma oggi sono presenti dei vetri che donano alla cupola una splendida sfumatura blu. Anche le colonne libere sono una caratteristica stilistica di Rosario Gagliardi soprattutto per quanto riguarda facciate ad andamento verticale.

Chiesa di San Giorgio a Ragusa Ibla- ©Giorgio Leggio (via Wikimedia Commons CC BY-SA 3.0)

L’ultimo periodo

Tra il 1740 e il 1750 lavorò prevalentemente a Siracusa, Caltagirone, Niscemi e Scicli curando la ricostruzione di numerose chiese e collegi. Intorno al 1751 a Scicli non solo progettò la facciata della chiesa di Santa Maria del Carmine ma consigliò quali erano le strutture più adatte a resistere alle scosse sismiche.

Le sue ultime opere saranno tutte a Noto come, per esempio, la chiesa di San Carlo al Corso dedicata a Carlo Borromeo e porzioni del collegio dei gesuiti.

Facciata della chiesa di San Carlo al Corso a Noto – ©Spencer Means (Flickr CC BY-SA 2.0)

Maria Giulia Parrinelli

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