Sulle incantevoli colline della Valsana (TV), un torrente attraversa una grande proprietà in cui sono stato chiamato per riqualificare alcune zone e progettarne ex novo altre. Tra le quali le aree interessate dal corso d’acqua. Il mio proposito era ingentilire i bordi del torrente, che appariva come una divisione netta e austera del giardino, poiché erano quasi totalmente privi di vegetazione. Ho quindi elaborato un progetto che tenesse conto delle forme e delle tessiture fogliari, dei colori in ogni stagione con un’attenzione speciale al tardo autunno e all’inverno, quando lo spettacolo del foliage ha terminato il suo corso. Spesso si trascura l’aspetto del giardino in questo momento dell’anno in cui la natura si prende una pausa ma che può regalare effetti di grande valore estetico, dato dalle cortecce, dal portamento architettonico degli alberi, dal gioco dei rami degli arbusti e dalle infiorescenze esauste. Ma non prive di fascino, sobrio e maestoso, di alcune perenni e graminacee.
Il paesaggio della Valsana si fonde con il giardino di Buziol
Ho scelto di non creare una barriera di arbusti che avrebbe nascosto il torrente e ho usato perenni e graminacee ornamentali. Nelle zone di mezz’ombra ho deciso di mettere a dimora piante tipiche del sottobosco insieme ad altre con esigenze simili quali Polystichum, Iris japonica, Acanthus mollis, Polygonatum, Astilbe ‘Deutschland’, Carex pendula, Itea ilicifolia, Rodgersia aesculifolia e Helleborus che si integrano perfettamente con le specie già presenti nelle aree limitrofe. Le richiamano con accenno sfumato e discreto, per ottenere un effetto gradevole anche in inverno ho bilanciato le sempreverdi e le decidue attraverso un’attenta selezione. Ho quindi aggiunto Lonicera nitida ‘Maigrün’, Bergenia ‘Bressingham White’, Calla palustris, Liriope muscari. Hydrangea paniculata ‘Limelight’e Hydrangea quercifolia punteggiano discretamente lo spazio e donano verticalità, per non parlare dell’incanto delle foglie e della corteccia di H. quercifolia in inverno.
I colori e le forme nella stagione invernale
Nelle parte più a valle, esposta al sole, ho inserito graminacee che in questa stagione hanno fogliami che vanno dal giallo oro al marrone e infiorescenze color crema. Riprendendo i toni degli alberi e dei boschi limitrofi, mentre la verticalità dei loro steli crea un dialogo con la natura circostante. Per completare il quadro ho aggiunto erbacee perenni. Per ottenere questo effetto ho inserito Miscanthus sinensis ‘Gracillimus’ e Miscanthus floridulus, Panicum virgatum ‘Strictum compactum’ e Calamagrostis x acutiflora ‘Karl Foerster’, mixandoli a Phlox paniculata ‘Blue Paradise’, Eutrochium maculatum e Lysimachia clethroides. Macchie disomogenee di Echinacea purpurea ‘Alba’, invece, creano fioriture spettacolari in una trama ben amalgamata e naturale che lasciano in dono capolini scuri e dalla forma caratteristica in inverno. L’effetto finale è un impercettibile gioco di confini in cui ogni elemento ha trovato il proprio posto. Le erbacee perenni e le graminacee non devono assolutamente essere potate al termine della fioritura. I loro colori e le forme irregolari dei fogliami riempiono gli spazi di un’alchimia di cui sarebbe un peccato privarsi durante la stagione invernale.
Il naturale splendore del paesaggio circostante della Valsana
Al di là del mero aspetto estetico, la scelta delle graminacee è stata dettata dalla necessità di rendere il terreno più stabile, poiché il loro apparato radicale tende a svilupparsi velocemente. La pendenza dell’area, inoltre, non consentiva l’utilizzo di pacciamature ma la corretta densità di piantagione ha consentito di riempire in tempi brevi lo spazio. Riducendo così al minimo la presenza delle infestanti.
Vorrei inoltre riportare l’attenzione su un aspetto fondamentale di questo progetto, che non solo in futuro ma da subito deve essere preso in considerazione. L’autonomia dal punto di vista idrico. Tutto è stato pensato come alla rifinitura di un quadro, dove ogni pennellata mira a valorizzare la bellezza del protagonista. Ugualmente in un giardino l’inserimento delle piante non dovrebbe mai deformare o nascondere il naturale splendore dell’ambiente circostante. Dovrebbe anzi, essere interpretato come una sua estensione: un impercettibile e importantissimo lavoro di integrazione e rispetto in cui l’uomo, finalmente, impara a convivere con la natura.
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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