Lo scenario torinese si apre su Renato Guttuso

Si è aperta il 23 Febbraio l’importante retrospettiva torinese su Renato Guttuso: L’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ’68 è la mostra ospitata alla GAM fino al 24 Giugno.

La Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ha aperto la stagione con una mostra dedicata al pittore di Bagheria, ospitando le 60 opere più significative del suo percorso artistico.

Tutte le avanguardie di Guttuso

L’occasione è il cinquantennio dalla pubblicazione di una delle più importanti testimonianze di Guttuso. Alla fine del 1967 scriveva infatti su Rinascita (la rivista del Partito Comunista Italiano) “Avanguardie e Rivoluzione”, un articolo in cui dipanava le sottotrame della rivoluzione d’ottobre russa, meritoria di scatenare una nuova rivolta culturale. E concludeva con la celebre frase: “L’arte è umanesimo e il socialismo è umanesimo”.

La mostra si impone dunque nel solco della riflessione del rapporto tra arte e politica, il cui comune denominatore è la cultura.

A passeggio nella Storia

A cura di Pier Giovanni Castagnoli, il percorso è sviluppato con la collaborazione degli Archivi Guttuso e attraversa i decenni fondamentali del Novecento: partendo dagli Anni Trenta e giungendo alla metà degli Anni Settanta. La mostra si sofferma su dipinti d’impronta sociologica e politica, quale La fucilazione in campagna del 1938, un quadro ispirato alla fucilazione di Federico GarcíaLorca. Di grande impatto scenografico è anche Gott mit uns (1944), che severamente condanna la violenza nazista.

La mostra offre in realtà una raccolta più ampia, che varia nei soggetti ritratti: da nature morte ad autoritratti, da paesaggi a vedute di interno.

Sfogliare Renato Guttuso, sfogliare la mostra

Il percorso è infine accompagnato da un catalogo edito da Silvana Editoriale, e presenta saggi di Pier Giovanni Castagnoli, Elena Volpato, Fabio Belloni, Carolyn Christov-Bakargiev e un’antologia di scritti dello stesso Guttuso.

L’arte ha potuto svolgere una funzione civile? Il pittore siciliano ne era fortemente convinto, al punto da elevarla a categoria morale. Per penetrare nel fondo della questione basta porsi gli interrogativi giusti, basta visitare la mostra torinese più importante dell’anno.