Il Palazzo Lanza Tomasi vibra nel cuore multiforme di Palermo
Sembra quasi di sentire il canto del muezzin, ma nell’aria c’è profumo di panino ‘ca meusa: è una convivenza possibile solo nel cuore pulsante di Palermo, in quell’orientaleggiante quartiere della Kalsa eletto dagli Emiri secoli fa. Sorge nella contraddittorietà di questi luoghi affacciati sul mare siciliano, il Palazzo Lanza Tomasi, nato alla fine del Seicento sulla scorta delle cosiddette Mura della Cattive, i bastioni d’epoca cinquecentesca della corona spagnola eretti per una nuova guerra di artiglieria.
Respirare letteratura, affacciarsi sul mare
Corredato da ben dodici finestre sul lungomare palermitano e una grande terrazza che domina la città, il palazzo è stato l’ultima dimora del Principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, noto autore del Gattopardo, uno dei testi fondanti della letteratura sicula novecentesca.
In seguito ai bombardamenti alleati del 1943 il figlio adottivo Gioacchino ha riportato agli antichi fasti la proprietà, facendone rivivere anche il giardino pensile, che si arricchisce di essenze mediterranee e subtropicali. Il tripudio della natura avviene anche alle spalle dell’edificio, con la distesa della Conca d’Oro e dei suoi lussureggianti giardini, tra aranceti e oliveti, attorniati dalle montagne – tra cui spicca il Monte Pellegrino.
La nobiltà degli interni
A questa coltre di verde fa da contraltare il fascino degli interni, arredati come le antiche dimore patrizie siciliane. Immerse nell’ebanisteria d’altri tempi, le sale e lo scalone monumentale sono arredate con mobili provenienti dal palazzo di Santa Margherita di Belice, la residenza estiva della famiglia materna dello scrittore, i Filangeri di Cutò.
Un tripudio d’arte a casa Tomasi
Il piano nobile rappresenta la casa-museo dello scrittore, la cui biblioteca storica è rimasta intatta: qui sono presenti, tra gli altri, due bocce di Caltagirone del primo Settecento, un quadro rappresentante San Girolamo di Jacopo Palma il Giovane e una collezione di ventagli francesi di epoca Louis XVI.
Disseminati per tutto il piano nobile non mancano, tuttavia, opere di artisti moderni e contemporanei, come alcuni bozzetti di Robert Wilson, Arnaldo Pomodoro e Mimmo Paladino, oltre a due ritratti a penna di Picasso: risalenti al 1910, raffigurano la Marchesa Anita, nonna di Gioacchino. È nella sala da ballo, tuttavia, il repertorio più prezioso: qui sono infatti esposti tutti i manoscritti di Giuseppe Tomasi, oltre a due schedari dedicati agli acquisti e alle letture e a un pregevole codice miniato del 1654.
Il Palazzo Lanza Tomasi è un’oasi di eleganza, luce e cultura: incarnando la bellezza di Palermo, la restituisce senza remore a chi è in grado di coglierne tutta la sua portata.