Noto per i suoi progetti plastici e colorati Roberto Burle Marx è stato un artista e naturalista brasiliano che ha raggiunto una grande fama internazionale come architetto paesaggista. Le sue opere principali si trovano a Rio de Janeiro dove ha vissuto per la maggior parte della sua vita.

La formazione tra Germania e Brasile

Burle Marx è nato a San Paolo il 4 agosto 1909 ed è morto il 4 giugno 1994 a Rio de Janeiro. Cresciuto in una famiglia benestante, è stata la madre ad insegnarli fin da piccolo la coltivazione di rose, begonie, gladioli ed a prendersi cura del giardino.

Nel 1928 viaggiò per la Germania dove entrò in contatto con le avanguardie artistiche. Lì visitò il giardino botanico di Dahlem con una serra dove veniva coltivata la vegetazione brasiliana, da cui rimase affascinato. All’inizio degli anni ’30 Roberto Burle Marx fece i suoi primi progetti di giardini che incorporavano colori primari, forme organiche, design grafico, motivi indigeni e cubismo.

Iniziò a studiare nel 1930 alla Escola Nacional de Belas Artes concentrandosi sulle arti visive formandosi sotto Leo Putz e Candido Portinari ma non completò mai gli studi. In questi anni entrò in contatto con molti dei futuri architetti e botanici brasiliani che hanno continuato a esercitare un’influenza significativa nella sua vita personale e professionale. Uno di questi era il suo professore Lucio Costa esponente del Modernismo brasiliano.

Arazzo di Roberto Burle Marx esposto nella Sala Nera del Congresso Nazionale (1973) – ©Senado Federal (Flickr CC BY 2.0)

La sensibilità per la flora brasiliana

Negli anni ’30 divenne direttore del Dipartimento Parchi e Giardini di Pernambuco. In quel periodo fece un uso intenso della vegetazione autoctona nazionale e iniziò a guadagnare una certa notorietà tanto da essere invitato a progettare i giardini dell’edificio Gustavo Capanema.

Roberto Burle Marx è sempre stato sensibile all’utilizzo di specie autoctone nei suoi progetti anche se fino a quel momento le piante conosciute e utilizzate dai paesaggisti e giardinieri brasiliani erano di origine europea. Le poche piante brasiliane che venivano usate assiduamente erano note dopo aver viaggiato in Europa e da lì tornate come specie molto apprezzate.

Tornato in Brasile e cercando di continuare i suoi studi botanici. Ha trovato, però, notevoli difficoltà rendendosi presto conto che se avesse voluto conoscere la flora del suo paese, avrebbe dovuto svolgere direttamente il lavoro sul campo necessario. Da questo momento e per tutta la sua vita ha svolto ricerche approfondite, scoprendo e classificando molte specie, alcune delle quali avrebbero preso il suo nome. Le sue spedizioni attraverso il paese alla ricerca di nuove piante divennero molto famose tra gli esperti.

Il problema della coltivazione

Al momento di introdurre queste piante nelle sue opere, trovò un altro problema. Essendo specie sconosciute, non c’era richiesta e perciò i vivai non le coltivavano. Per realizzare i suoi progetti, ha dovuto allestire serre e grazie a questo lavoro riuscì a creare habitat perfetti per la convivenza delle specie. Per questo motivo nel 1949 acquistò con il fratello Siegfried la fattoria di oltre 30 ettari a Barra de Guaratiba nel sud-ovest di Rio de Janeiro. Quella che era chiamata Sítío Santo Antonio da Bica oggi è conosciuta con il nome di Sítio Roberto Burle Marx.

Sitio Burle Marx – ©Pablo Flores (Flickr CC BY-NC-ND 2.0)

Sítio Roberto Burle Marx

Qui coltivava le piante tropicali che aveva raccolto durante le sue spedizioni da utilizzare come piante da giardino. Erano presenti Anthurium, Dracaena e Pachypodium ma anche piante della famiglia delle Bromeliaceae e delle Heliconiaceae o dell’ordine delle Cycadales.

Il giardino della casa è costituito da un prato circondato da aiuole con un laghetto. Gli architravi di porte e finestre delle case demolite a Rio e i blocchi di granito della zona esposti alle intemperie fungono da elementi di design. Questa proprietà è stata donata al governo brasiliano nel 1985 ed è oggi è gestita dall’Istituto Nazionale per il Patrimonio Storico e Artistico. Nel 2021 è diventata patrimonio mondiale dell’UNESCO grazie al suo design modernista ma anche per la sua importanza per la conservazione ambientale e culturale.

Sitio Burle Marx – ©Pablo Flores (Flickr CC BY-NC-ND 2.0)

Alcuni progetti di Roberto Burle Marx

Uno dei primi progetti importanti di Roberto Burle Marx è stato nel 1932 la residenza privata dagli architetti Lucio Costa e Gregori Warchavchik. Questo progetto pone le basi per una collaborazione duratura con Costa che fu poi arricchita dall’architetto Oscar Niemeyer. Per quest’ultimo Burle Marx progetterà il giardino del complesso di Pampulha nel 1942. Nel 1937, Burle Marx ottenne fama internazionale per il progetto astratto del giardino pensile per l’edificio del Ministero dell’Istruzione.

Dal 1934 al 1937 lavorò nell’amministrazione del parco e del giardino di Recife e nel 1935 allestì la piazza Casa Forte, progettata principalmente con piante della foresta pluviale brasiliana cosa mai successa all’epoca. Ha progettato anche Piazza Euclides da Cunha nella stessa città che è, invece, dominata da piante della caatinga locale, principalmente cactus.

Nel 1955 Burle Marx fondò uno studio paesaggistico e nello stesso anno una società di paesaggisti chiamata Burle Marx & Cia. Ltda. L’anno successivo ha aperto anche uno studio a Caracas in Venezuela iniziando a lavorare con gli architetti Jose Tabacow e Haruyoshi Ono nel 1968.

I progetti di Roberto Burle Marx si trovano in Brasile, Argentina, Cile e molti altri paesi sudamericani. Ha anche lavorato in Sud Africa, in Francia, a Washington DC ed a Los Angeles. All’inizio degli anni ’90 Roberto Burle Marx è tornato a Berlino per ridisegnare la Rosa-Luxemburg-Platz nella capitale, progettò una visione colorata per la piazza che, però, non fu mai stata realizzata.

La passeggiata di Copacabana è stata progettata da Roberto Burle Marx e completata nel 1970. Utilizza un design di pavimentazione portoghese in bianco e nero a forma di onda geometrica – ©Allan Fraga (via Wikimedia Commons CC BY-SA 3.0)

Lo stile

Le opere di Burle Marx sono all’avanguardia e moderne basate sulla atemporalità e la perfezione. L’arte popolare brasiliana insieme al cubismo e all’astrattismo conosciuto in Germania hanno influenzato i suoi disegni rendendo l’estetica modernista in chiave brasiliana.

La sua estetica era basata sulla natura. Non mescolava i colori dei fuori usando grandi gruppi della stessa specie e attraverso l’uso di quasi esclusivamente piante autoctone era in grado di trasformare un ambiente aspro e roccioso in un giardino rilassante. Grazie al suo profondo studio delle piante riusciva a capire l’effetto di ogni pianta all’interno del giardino cercando anche di comprendere anche l’interazione tra piante e animali.

Burle Marx è stato in grado di estendere l’architettura di un edificio nel giardino facendo intelligente e fruttando al massimo le grandi dimensioni, l’illuminazione e il potere riflettente dell’acqua.

Palazzo Itamaraty chiamato anche Palácio dos Arcos, sede del Ministero delle Relazioni Esterne a Brasilia. Progettato da Oscar Niemeye e come paesaggista Burle Marx

Maria Giulia Parrinelli

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