A Genova un focus sulle inquietudini dell’abitare

Case da tutto il mondo si mettono in mostra a Genova al Castello D’Albertis – Museo delle culture del mondo. Dal titolo “Per piccina che tu sia. Memorie e inquietudini dell’abitare”, la mostra raccoglie oltre mille casette souvenir da ogni sfera del globo: posizionate lungo le logge e le sale del castello, racconteranno l’arte del vivere in ogni suo aspetto.

Raccolte da Fabrizio Ago durante i suoi viaggi, queste miniature raccontano anche l’arte turistica nei suoi aspetti più materiali.

La mostra racconta, in un percorso ben pensato, l’evoluzione delle tipologie di ripari e case in tutto il mondo: il merito è anche dei materiali raccolti da Gian Carlo Cataldi e Gian Mario Aspesi. E non si ferma qui: la mostra indaga anche l’immaginario della casa e la crisi contemporanea dell’abitare.

Lo scopo è, naturalmente, quello di pensare e rivalutare i modi contemporanei dell’abitazione, che attualmente è esposta a tensioni culturali che vedono nel souvenir turistico un affetto nostalgico.

Durante il percorso vengono proiettati video e servizi giornalistici che raccontano l’utopia della convivenza praticata a Sarajevo; un tema che poi viene ripreso attraversando “camere delle meraviglie” e post-esotismi. E infine si riflette nella parte finale della mostra con le opere fotografiche di Mohamed Keita, un rifugiato politico arrivato in Italia nel 2010.

Sua è Ho abitato a Termini, una raccolta di foto scattate nel 2011 che indagano gli sguardi dei senzatetto che come lui dormivano alla stazione.

Perché parlare di casa, al giorno d’oggi, non può non avere una connotazione sociale.